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Dollaro in calo, comincia l’ansia pre-elettorale

Pubblicato 15.10.2020, 09:24
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 14 ottobre 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Per le elezioni presidenziali USA mancano tre settimane e gli investitori cominciano a sentirsi nervosi. I titoli azionari sono andati in selloff per il secondo giorno di fila, trascinandosi dietro le valute. Sarà la corsa presidenziale più drammatica della storia recente e, sebbene la maggior parte dei sondaggi mostrino Joe Biden in testa, gli investitori sono diventati diffidenti nei confronti di questi dati dopo essersi scottati nel 2016.

Nelle ultime settimane, titoli azionari e valute sono schizzati nella speranza che venga approvato uno stimolo, prima o subito dopo le elezioni. Tuttavia, a questo punto, questo sembra sempre più improbabile. La Presidente della Camera Pelosi ha ripetutamente descritto l’offerta di stimolo di Trump come enormemente inadeguata. Il selloff dei titoli azionari oggi è stato innescato dal pessimismo del Segretario al Tesoro Mnuchin: dopo un’altra conference call con Pelosi, ha ammesso che continuano ad essere distanti su alcune questioni e che sarà difficile arrivare a qualcosa di concreto prima delle elezioni. Ciò suggerisce che insisterà per far sì che il Congresso consenta al governo di attingere ai fondi inutilizzati sulla “protezione stipendi”. Nel frattempo, più a lungo gli americani resteranno senza aiuti, più difficile potrebbe essere per la ripresa continuare. Nelle prossime 48 ore avremo modo di vedere se il rallentamento è cominciato, con i report sul settore manifatturiero Empire State e della Fed di Philadelphia previsti per domani e le vendite al dettaglio attese per venerdì.

Il dollaro USA è sceso contro tutte le principali valute questo mercoledì, ad eccezione del dollaro canadese. Malgrado i dati buoni e l’aumento del prezzo del greggio, il cambio USD/CAD ha trovato supporto sopra 1,31. Il dollaro canadese è schizzato nonostante la fiducia dei consumatori più debole, ma il movimento del dollaro neozelandese è stato giustificato dai commenti positivi dell’Assistente Governatore Hawkesby, secondo cui alcuni dati economici stanno sorprendendo al rialzo. I dati sul mercato del lavoro australiano saranno pubblicati questa sera, seguiti dall’indice PMI neozelandese domani. Sebbene Australia e Nuova Zelanda abbiano i loro problemi (la RBNZ sta seriamente pensando a tassi di interesse negativi), il fatto che l’Australia abbia riportato solo 24 nuovi casi di coronavirus e la Nuova Zelanda solo 2, quando invece gli USA superano i 50 mila al giorno, la Francia i 10 mila e l’Italia i 7.000, rende le prospettive per il dollaro australiano e per quello neozelandese in confronto più rosee.

La pandemia di coronavirus peggiora velocemente. L’Italia ha riportato il numero giornaliero di casi di virus più alto di sempre, mentre la Germania è vicina al massimo storico. La Francia ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, il che significa coprifuoco nelle città più importanti. Come abbiamo visto ieri, l’economia della zona euro sarà duramente colpita dalla seconda ondata. Ne avremo ulteriori prove il mese prossimo, quando saranno pubblicati i dati di ottobre. Per il momento, continuiamo a ritenere che la via di una minore resistenza per l’euro sia al ribasso.

Con la scadenza della Brexit del 15 ottobre dietro l’angolo, la sterlina è scambiata in netto rialzo, guadagnandosi il titolo di valuta con la performance migliore della giornata. La GBP è stata straordinariamente resiliente nonostante l’epidemia di COVID, la minaccia di un lockdown se il sistema a tre livelli non dovesse funzionare e la hard Brexit. Gli investitori restano ottimisti, facendo affidamento sulle voci secondo cui il Regno Unito non mollerà sulle trattative sulla Brexit. I negoziati stanno entrando in una fase critica e pensiamo che il più probabile scenario del migliore dei casi sia quello in cui la scadenza verrà rinviata.

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