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Attento al Rischio Cambio

Pubblicato 23.02.2023, 12:06
Aggiornato 24.02.2022, 13:15


Qualche giorno fa stavo discutendo con un cliente di quali strumenti avevamo inserito nel Portafoglio, e il cliente, vedendo una parte di investimenti detenuta in dollari, mi fa “ma perché avere dollari? Tanto uso gli euro”.
Questo commento mi ha dato il la per questo articolo. Perché ha senso avere più valute nel nostro Portafoglio? Quali sono i vantaggi? Ma poi, soprattutto, quali sono i rischi? Ne parliamo in questa puntata.

Partiamo da un assunto: siamo Italiani, tipicamente residenti in Italia o al massimo in UE, e la nostra moneta di riferimento sono gli euro. Facciamo tutto con gli euro, compriamo cose; vendiamo cose; guadagnamo in euro e spendiamo in euro. Insomma, molte persone vivono senza neanche aver mai visto un dollaro, quindi cosa ci facciamo con i dollari nel nostro Patrimonio?
Per capirlo dobbiamo comprendere come, a livello pratico, il prezzo di una valuta rispetto ad un’altra cambia. In che senso? Prendiamo come esempio le due valute che più conosciamo, gli euro e i dollari.
Al momento nel quale scrivo 1 euro non equivale ad 1 dollaro, ma equivale ad 1,06 dollari. Questo vuol dire che io se dò 1 euro ad un americano per avere dei dollari indietro, questi mi darà 1,06 dollari.
Perfetto.

Questo cambio però non è fisso, ma varia, varia in base ad una serie di questioni molto complesse, ma l’importante ora è capire che varia.
Prendiamo il prezzo euro dollaro al 1 gennaio 2022. Con quello stesso euro, con cui ora possiamo acquistare 1,06 dollari, al 1 gennaio avremmo potuto acquistare 1,13 dollari, circa, ben 7 centesimi di dollaro di differenza.
Se credete sia poco, ampliamo il nostro euro e portiamolo a 10.000 euro: al 1 gennaio con quei capitali avremmo potuto acquistare 11.300, mentre ora solo 10.600 dollari, 700 dollari di differenza.
Quello che abbiamo appena visto è la variazione di prezzo che c’è tra due valute nel tempo.

Capito questo fenomeno, perché sì, è un fenomeno neutro, cerchiamo di comprendere quali siano gli aspetti positivi e negativi di ciò.
Partendo dagli aspetti positivi, ci accorgiamo come detenere una parte di dollari, di yen, di sterline, di ogni valuta che potete immaginare, ci permette di guadagnare, o perdere, per la semplice fluttuazione che queste hanno con l’euro.
Mi raccomando, sto parlando di investimenti, non di trading sul Forex, quello è tutto un altro paio di maniche.
Ed ecco che magari, se noi pensiamo che il dollaro si apprezzerà rispetto all’euro nel prossimo futuro, avrebbe senso oggi detenere una parte di investimenti in dollari, perché questo ci darà un duplice vantaggio: guadagnare per l’oggetto dell’investimento e guadagnare per la fluttuazione euro-dollaro.

Ovviamente, importante, non si fanno operazioni casuali, ed ecco che quindi investire in mille valute diverse per “diversificare” non ci porterà da nessuna parte.
L’importante è sempre sapere il perché delle operazioni che stiamo facendo.
Questo strumento ci permette di sfruttare alcuni fenomeni interessanti, e paradossalmente guadagnare di più rispetto ad altri stati.
Facciamo l’esempio: se da inizio anno il nostro investimento dell’azienda X, quotata in dollari ha performato negativamente, con un -2%, ma nello stesso arco temporale il dollaro si è apprezzato del +3% rispetto all’euro, noi andremo comunque in guadagno con un +1%, grazie al cambio euro dollaro, cosa che un americano che acquista la stessa azione non potrà sfruttare, ritrovandosi in perdita.

Queste sono le lodi del cambio valuta, ora passiamo ai dolori; perché come sempre, non ci sono solo elementi positivi.
Riprendiamo l’esempio dell’azienda X di prima che ha performato da inizio anno con un -2%, e nello stesso arco temporale il dollaro si è deprezzato stavolta rispetto all’euro del -3%. Per la stessa logica di prima, andando a vendere l’azione ci ritroveremo con una perdita reale del -5% anziché del -2% del nostro amico americano di prima.
Questo è il rischio cambio.

Non sarò qui a fare tante filippiche sul questo punto, immagino che si sia ben capito. Vediamo alcuni punti utili su cui dobbiamo ragionare una volta aver preso atto di questi elementi.

Primo tra tutti: la variazione di prezzo tende ad essere tanto più volatile quanto il paese di riferimento è poco stabile.
Prendiamo un’economia emergente, tendenzialmente il rapporto euro con quella valuta sarà più volatile dell’euro dollaro.
Quindi mi raccomando: quando pensate di esporvi ad un’altra valuta vi state direttamente esponendo all’economia di quel Paese; dobbiamo considerare le nostre valutazioni al pari delle analisi di un’azienda.

Secondo aspetto: spessissimo mi viene detto “Daniele, ma visto che quell’azione specifica è quotata sia sul mercato in dollari che sul mercato di Milano (ad esempio) in euro, me l’acquisto in euro, così non si è soggetti al rischio cambio”.
Purtroppo questo ragionamento, in realtà, non sussiste.
Facciamo il caso di Apple (NASDAQ:AAPL): Apple è americana, compra in dollari, vende in dollari, moltissimo del suo mercato è in dollari, per cui anche se acquistiamo l’azione in euro, intrinsecamente stiamo scontando il prezzo in dollari, quindi sottostiamo comunque al rischio cambio.
È bene tenere sempre a mente questo aspetto, non dimenticatelo.

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