Durante le festività pasquali non è successo molto sui mercati valutari, guidati dalla scarsa liquidità. I rendimenti USA hanno superato il 2,70% dopo il dato della Fed di Philadelphia e il calo delle richieste di disoccupazione (inferiori alla media delle ultime 4 settimane pari a 312.000 unità) della scorsa settimana. Con il volgere al termine delle festività, le principali valute del G10 per lo più pareggiano le perdite contro l’USD.
In avvio di settimana lo yen viene venduto, dopo che il deficit commerciale è aumentato molto più del previsto. A marzo, il Giappone ha fatto registrare un deficit pari a -4.446,3 mld di yen (rispetto a -800,3 mld di yen e -1.427,6 mld di yen), le esportazioni sono scivolate dal 9,8% all’1,8%, le importazioni sono cresciute dal 9,0% al 18,1%. L’USD/JPY è avanzato a 102,73 a Tokyo. La resistenza alla media mobile a 100 giorni (102,95) e le offerte degli esportatori ostacolano il rialzo prima di 103,00, sopra questo livello s’intravedono ordini d’acquisto. L’EUR/JPY si muove piatto intorno alla media a 100 giorni (141,27). Una chiusura giornaliera superiore a 141,55 dovrebbe far entrare il MACD in area rialzista, ma permane il rischio per l’EUR.
L’AUD/USD trova richieste migliori nonostante il vociferato malcontento del ministro del Tesoro australiano Hockey per l’impostazione neutrale della RBA. L’attenzione è puntata sui dati IPC di domani. Nel quarto trimestre l’inflazione australiana aveva sorpreso al rialzo. I mercati prevedono un’accelerazione dell’IPC a/a al 3,2% rispetto al 2,7% del trimestre scorso. Se le attese saranno confermate, le prospettive di una RBA falco dovrebbero far restare i tori dell’AUD al loro posto. L’AUD/USD incontra resistenza sopra la media mobile a 21 giorni (0,9311). La prossima resistenza chiave si trova a 0,9499/0,9500 (76,4% di Fibonacci sulla flessione in corso da novembre 2013 a gennaio 2014 e livello psicologico).
L’EUR/USD è calato marginalmente in Asia e apre volatile al rientro dalle festività pasquali dei mercati europei. Il quadro complessivo dell’EUR rimane invariato. Le minacce della BCE frenano le pressioni al rialzo, anche se non hanno innescato vendite consistenti. Il sentiment continua a essere incerto, al momento i timori di deflazione contano più del rischio legato alla BCE. L’EUR/USD testa il supporto a 1,3781 (61,8% di Fibonacci sul rally di febbraio e marzo), altri ordini d’acquisto s’intravedono a 1,3722 (50% di Fibonacci e media mobile a 100 giorni). Al rialzo, permane una resistenza prima di 1,3830 (massimo della scorsa settimana), seguita da 1,3906 (massimo di aprile).
Il cable consolida i guadagni della scorsa settimana sopra 1,6775. Gli indicatori di trend e momentum sono costantemente rialzisti, l’inclinazione continua a essere positiva. L’EUR/GBP si sta dirigendo verso il nostro obiettivo a 0,82042 (minimo 5 marzo). La zona di supporto si trova a 0,81828 / 0,82000 (banda di Bollinger inferiore a 30 giorni / supporto psicologico).
Il calendario economico odierno prevede la pubblicazione di: massa monetaria M3 di marzo in Svizzera; tasso di disoccupazione di marzo in Svezia; produzione nel settore delle costruzioni m/m e a/a di febbraio nell’Eurozona; vendite all’ingrosso m/m di febbraio in Canada; indice FHGA dei prezzi delle abitazioni di febbraio, indice manifatturiero di aprile della Fed di Richmond, vendite di case esistenti m/m di marzo negli Stati Uniti; fiducia dei consumatori (preliminare) di aprile nell’Eurozona.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd