Aurora Cannabis paga lo scotto di aver deluso le sue stesse previsioni riviste

Pubblicato 17.09.2019, 16:51

Il titolo di Aurora Cannabis ha registrato un crollo di poco più dell’8% ieri, che va ad unirsi a quello di circa il 9% della scorsa settimana, dopo che il coltivatore di marijuana con sede ad Edmonton ha riportato utili del quarto trimestre deludenti dopo la campanella di chiusura del 12 settembre. Il titolo ieri ha chiuso a 5,45 dollari USA a New York ed a 7,24 dollari canadesi sull’indice S&P/TSX Composite, diventando quello con la performance peggiore sulla principale piazza canadese sulla giornata.

La compagnia, che viene ora riconosciuta come il principale produttore di cannabis in Canada, non è riuscita a rispettare non solo le aspettative degli analisti la scorsa settimana ma anche le sue stesse stime riviste, abbassate all’inizio di agosto.

Aurora Cannabis price chart

La settimana scorsa, il produttore con sede ad Edmonton ha riportato infatti 98,9 milioni di dollari canadesi (74,65 milioni di USD) di ricavi netti per il trimestre terminato il 30 giugno, con un’impennata del 417,8% dai 19,1 milioni di dollari canadesi (14,42 milioni di USD) dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma il dato è stato inferiore all’obiettivo stesso della compagnia di un range compreso tra 100 milioni di dollari canadesi (75,48 milioni di USD) e 107 milioni di dollari canadesi (80,77 milioni di USD). Gli analisti si aspettavano ricavi di circa 108 milioni di dollari canadesi (81,52 milioni di USD).

La compagnia ha inoltre riportato perdite al lordo di interessi, tasse ed ammortamenti di 11,7 milioni di dollari canadesi (8,83 milioni di USD), per niente vicina a quella previsione di profitto non rivisto a cui i funzionari di Aurora puntavano per questo trimestre.

La delusione “non sarebbe dovuta avvenire”

In un’intervista televisiva, il dirigente di Aurora Cam Battley ha affermato che la delusione dei ricavi “non sarebbe dovuta avvenire”. Ha proseguito spiegando che è attribuibile ai ricavi “non core”, che comprendono i test analitici ed il counselling dei pazienti.

I funzionari di Aurora puntano il dito anche contro i persistenti problemi legati al lento lancio di punti vendita di cannabis autorizzati in Canada per giustificare i dati sui ricavi. Ma sono ottimisti circa il fatto che il lancio dei cosiddetti prodotti di cannabis 2.0 (oli, prodotti ad uso topico ed alimentari) che dovrebbero essere legalizzati in Canada il mese prossimo diventando disponibili per la vendita entro metà dicembre, sarà molto più semplice data la rete di distribuzione già attiva.

L’unico indicatore dell’ultimo report sugli utili che è forse passato in sordina ma che gli investitori dovrebbero tenere d’occhio è il fatto che Aurora ha espresso chiaramente di poter reclamare il titolo di principale produttore di cannabis canadese, in termini di volume aumentato, vendite e ricavi, sorpassando l’altro grande nome della cannabis canadese: Canopy Growth.

Le vendite di Canopy Growth sono in stagnazione

Le vendite di Aurora rispetto allo scorso trimestre sono quasi raddoppiate. Al confronto, quelle di Canopy Growth ristagnano. E Aurora sta registrando dei guadagni in tutti i settori (medico, ricreativo e di prodotti sfusi), il che pone la compagnia su un solido terreno diversificato.

Come Aurora sia riuscita a diventare il leader delle vendite è chiaro: si è fatta strada verso la cima tramite gli acquisti. Ha comprato compagnie che andavano bene e che avevano comprovate operazioni di crescita, eliminandole in tal modo come potenziali concorrenti. Tra queste troviamo Medreleaf, Cannimed e Whistler Medical. La strada verso l’espansione ha avuto però anche un costo. Aurora ha 640 milioni di dollari canadesi (483,10 milioni di USD) di debiti e perdite operative di 314 milioni di dollari canadesi (237 milioni di USD).

Ovviamente, Canopy Growth è ancora la principale compagnia di cannabis per capitalizzazione di mercato, con un valore di 9,67 miliardi di dollari USA (12,8 miliardi di dollari canadesi) rispetto ai 5,58 miliardi di dollari USA (7,38 miliardi di dollari canadesi) di Aurora.

La reazione dei mercati ai risultati di Aurora è stata chiara: gli investitori non sono stati contenti. L’inevitabile domanda si fa sempre più pressante: quando mostrerà un profitto? È la stessa domanda che getta ombre sull’intero settore e che dimostra come la pazienza degli investitori si stia riducendo.

Ma Aurora ha dato una risposta. Ancora una volta, data la reazione del mercato ed il colpo ricevuto dal titolo della compagnia, agli investitori non è piaciuta molto. In un’intervista televisiva, Michael Singer, direttore esecutivo della compagnia, ha affermato che la redditività potrebbe essere raggiunta entro la seconda metà del 2020, ma ha aggiunto degli avvertimenti tutti legati a miglioramenti delle vendite all’ingrosso e ad un lancio senza problemi dei prodotti commestibili e di quelli derivati.

Il 23 settembre ci sarà il delisting di CannTrust

Come previsto, CannTrust Holdings, sarà rimosso dal principale indice canadese, l’indice S&P/TSX Composite, il 23 settembre. Il malconcio coltivatore di cannabis con sede in Ontario è in caduta libera dall’inizio di quest’estate, quando si è scoperto che coltivava cannabis in stanze non autorizzate nella sua serra di Pelham, Ontario.

È stato l’inizio di una spirale ribassista, con il titolo della compagnia che affondava sempre di più ad ogni notizia che rivelava uno scandalo sempre più grosso. Ora la compagnia aspetta di sapere se Health Canada revocherà o meno i suoi permessi di coltivazione.

La notizia dell’imminente delisting, arrivata venerdì sera, ha fatto crollare di nuovo il titolo ieri, con un tonfo di circa il 7% sia sulla borsa di New York che su quella di Toronto. Ieri ha chiuso a 1,50 dollari USA (1,99 dollari canadesi).

CannTrust price chart

Il delisting di CannTrust arriva circa 18 mesi dopo il suo inserimento nell’indice TSX nel marzo 2018. L’inserimento in borsa prevede che le azioni di una compagnia disponibili per il trading, il flottante, siano lo 0,025% del valore totale dell’indice. Questo dato di solito oscilla intorno ai 500 milioni di dollari canadesi (377,42 milioni di dollari USA). La capitalizzazione di mercato di CannTrust è crollata a 281,55 milioni di dollari canadesi (212,53 milioni di dollari USA).

Nell’ottobre 2018, qualche giorno prima che la marijuana fosse ufficialmente legalizzata in Canada, il titolo aveva segnato il massimo storico di 15,50 dollari canadesi (11,45 dollari USA).

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