Nella scorsa settimana il sentiment degli operatori era nettamente diverso dall’attuale, se ricordate secondo Steve Mnuchin i colloqui stavano entrando nel rush finale e si ipotizzava l’accordo commerciale. Dopo il tweet di Trump tutto è cambiato tutto e il negoziatore Robert Lighthizer ha confermato il tutto dichiarando che gli USA aumenteranno le tariffe su $ 200 miliardi di importazioni cinesi dal 10% al 25%. Aumenti che dovrebbero scattare venerdì. Ciò significa che l'incontro di due giorni con il vice premier cinese Liu He sarà quanto mai cruciale.
I mercati sono sempre più nervosi e lo si evince dal fatto che gli asset rifugio sono tornati protagonisti. Wall Street ha chiuso una sessione, quella di ieri, davvero pessima trascinando con sé l’Europa e poi l’Asia. I timori si percepiscono anche dal VIX, che è tornato sui massimi da tre mesi e tali movimenti sembrano destinati a proseguire anche nei prossimi giorni (salvo clamorose sorprese). Sicuramente dovremo attendere giovedì o venerdì, quando sapremo se novità dai negoziati commerciali potrebbero indurre Trump a rimandare ulteriormente l’incremento tariffario.
Considerato il brusco apprezzamento azionario registrato sino all’altro ieri, qualora il discorso commerciale dovesse fallire ci sarebbe una rivalutazione sostanziale del rischio. Nel frattempo la bilancia commerciale cinese ha mostrato un forte calo del surplus a + $ 13,84 miliardi in aprile (+ $ 35,00 miliardi il dato atteso, da +$ 32,67 miliardi a marzo). Ciò è stato determinato da un aumento a sorpresa delle importazioni del +4,7% (-3,6% il dato atteso, -7,6% il precedente) mentre le esportazioni sono scese inaspettatamente del -2,7% (+ 2,3% il dato atteso, + 14,2% il precedente).
Nel corso della notte la Reserve Bank of New ha tagliato il costo del denario portando il tasso nominale a 1,5% dal precedente 1,75%. Si tratta di un minimo storico ciononostante il Kiwi ha sostanzialmente riguadagnato le perdite registrate sul dato.
Wall Street come detto ha chiuso la giornata di ieri in rosso, con il più grande calo giornaliero del Dow da inizio anno, mentre l’S&P 500 ha perso -1,6% a 2884 punti. Lato asiatico segnaliamo il Nikkei -1,5% e Shanghai Composite -0,6%. Per quanto riguarda il forex, detto del neozelandese il dollaro australiano ha approfittato dei dati commerciali cinesi apprezzandosi un po’ contro tutte le majors. Nelle materie prime l’avversione al rischio sta aiutando l’oro a salire leggermente, mentre il petrolio è appena sotto I livelli di ieri.
Lato calendario economico è un altro giorno povero di dati impattanti, occhio però alle scorte di petrolio attese a + 0,7 milioni di barili (+ 9,9 milioni la scorsa settimana). Infine si dovrà prestare attenzione anche ai commenti di Lael Brainard (notoriamente colomba) del FOMC ore 14:30.