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Banco BPM: analisi tecnica

Pubblicato 29.10.2017, 10:27
PMII
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BAMI
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Decisa accelerazione ribassista da parte di Bpm (MI:PMII) negli ultimi 30 giorni che nell'ultima seduta è andato a violare il primo sostegno grafico a quota 3 euro; un segnale che se trovasse conferma anche in avvio della prossima ottava potrebbe cambiare radicalmente (in peggio) il quadro di breve/medio periodo.

Probabile in tal caso un primo affondo fino al successivo target a 2.91 euro e con quest'ultima rottura fino in area 2.80 euro in prima battuta, con la possibilità allargando l'orizzonte temporale dell'analisi di ribassi fino (ciò potrebbe avvenire con chiusure di seduta al di sotto di 2.80 euro) in area 2.68 euro (2°target).

Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si è appreso che Marshall Wace ha aumentato dall'1,39% all'1,42% lo "short" su Bco BPM; Anche AQR Capital Management ha incrementato la posizione corta portandola dal 2,93% al 3,05%.

Indicatori tecnici (sett.):
RSI(14) Neutrale
STOCH (9,6) Vendere
STOCHRSI (14) Ipervenduto
MACD(12,26) Comprare
ATR(14) meno volatilità
CCI(14) Vendere
ADX(14) Vendere
ROC Vendere
UO Vendere

Williams R: Ipervenduto.

Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono superiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria non è in atto l’orientamento più ribassista possibile.

Bande di Bollinger (vedi grafico): i trader colgono dei segnali di acquisto quando il prezzo tocca la banda inferiore, o si allunga per breve periodo al di fuori di essa, colgono invece dei segnali di vendita quando il prezzo tocca la banda di Bollinger superiore, o si allunga per breve tempo al di fuori di essa (questo ind. Funziona meglio durante una fase di contrazione del range).

Beta: 2.19
Ratio Prezzo/Utile: 5.71
Eps: 0.52
Range 52 settimane: 1.77 - 3.576 euro

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

La prima parte dell'anno ha registrato un irrobustimento della congiuntura internazionale ed un risultato superiore alle attese per quella nazionale, nonostante un ritmo di crescita ancora inferiore a quello medio dell'Eurozona. Nel seguito del periodo, la stima di un’accelerazione degli investimenti nel secondo semestre e la tenuta dei consumi dovrebbero dare nuovo slancio alla domanda interna. Questo, associato a un andamento più dinamico delle esportazioni, dovrebbe permettere una crescita più vivace del PIL, stimato da Banca d'Italia in progresso dell'1,4%.

La buona intonazione dello scenario e la distensione delle condizioni sul lato dell'offerta di credito a fronte all'ingente liquidità resa disponibile dalla Banca Centrale Europea, dovrebbero favorire un'evoluzione positiva degli
aggregati creditizi del sistema bancario italiano nell'anno in corso, al lordo delle ingenti operazioni di cartolarizzazione e/o cessione dei crediti deteriorati previste nel periodo.

Tale dinamica dovrebbe accompagnarsi alla ricomposizione già in atto a favore della componente a medio - lungo termine degli impieghi, tenuto conto del peso preponderante delle famiglie nell'aumentata domanda di credito, finalizzata all'acquisto di immobili a fronte della maggiore vivacità del mercato residenziale.

La stance monetaria ancora espansiva della Banca centrale e la domanda di credito non particolarmente vivace dal lato delle imprese, parzialmente compensata dalla maggiore domanda proveniente dalle famiglie, non favoriranno una tenuta dei tassi attivi e quindi del mark-up, stimati in leggero calo nel 2017.

Il prosieguo della ricomposizione del funding verso forme meno costose per il sistema bancario e la marginale flessione dei tassi di mercato monetario, favorita dall'azione espansiva della BCE, dovrebbero invece consentire un lieve ulteriore miglioramento del mark-down. L'impatto di queste dinamiche sul margine da clientela delle istituzioni creditizie dovrebbe quindi essere marginale e legato essenzialmente allo sviluppo delle masse.

Il margine d'interesse è previsto in modesta crescita e, a seguito della ripresa dei volumi creditizi, dovrebbe beneficiare del raggiungimento dei requisiti per ottenere il beneficio di competenza garantito dalla BCE sull'ammontare di liquidità ricevuta nelle aste TLTRO II.

La crescita delle commissioni nette, nelle stime, non consentirà un aumento dei ricavi diversi dagli interessi.

La maggiore vivacità del collocamento di risparmio gestito è attesa riflettersi in un aumento dei ricavi da gestione del risparmio, ma l’ulteriore calo del risultato della negoziazione e valutazione al fair value, ne dovrebbe
controbilanciarne gli effetti positivi.

Il margine d’intermediazione nel suo complesso, quindi, per effetto delle dinamiche descritte è previsto flettere ancora marginalmente, mentre il margine di gestione dovrebbe crescere nell'anno in corso, dopo il forte calo dello scorso esercizio.

Proseguiranno, infatti, gli sforzi di miglioramento dell’efficienza operativa che favoriranno il recupero dei margini attraverso una contenuta flessione dei costi del personale, ancora gravati dalle componenti straordinarie legate ai piani di incentivazione all’esodo, e una più cospicua riduzione dei costi diversi, nonostante gli oneri legati agli obblighi di compliance e ai processi di digitalizzazione, grazie anche al venir meno dei contributi straordinari al fondo di risoluzione che hanno inciso sui conti delle banche nel 2016.

L'utile netto del sistema creditizio tornerà ad essere positivo grazie al forte calo delle rettifiche e accantonamenti atteso, nonostante le ingenti operazioni di cartolarizzazione e/o cessione dei crediti deteriorati previste nel periodo.

Gli impatti sul conto economico derivanti da queste, infatti, sono state in parte spesati nell’esercizio precedente attraverso consistenti svalutazioni. Quelle del periodo, pertanto, potranno essere minori, grazie anche
all'assottigliarsi del flusso di nuovi crediti deteriorati che si osserva da alcuni mesi, che risente positivamente del miglioramento congiunturale in atto, e alla riduzione dello stock di sofferenze lorde, in virtù delle cessioni pregresse e in atto.

Nel prosieguo dell’esercizio 2017 il Gruppo, avendo reso pienamente operativa l’unità organizzativa dedicata alla gestione dei non performing loans e completato l’integrazione informatica, continuerà ad essere impegnato nella realizzazione delle iniziative progettuali delineate nel Piano Strategico 2016-2019, con priorità per la razionalizzazione delle attività di private e investment banking e la definizione delle partnership nell’asset
management e nel bancassurance.

La gestione ordinaria resterà improntata al recupero di redditività, che trarrà vantaggio dagli effetti sinergici derivanti dalla fusione.

L’andamento dei proventi, pur permanendo pressioni competitive sulla marginalità, potrà beneficiare di un ulteriore contenimento del costo della raccolta, grazie al proseguimento dell'azione commerciale volta alla riduzione dei volumi sulle forme tecniche più costose, dello sviluppo degli impieghi e delle tendenze che caratterizzano l’aggregato delle commissioni derivanti da servizi di gestione, intermediazione e consulenza.

Il contenimento dei costi operativi, mediante il miglioramento dell’efficienza, la realizzazione di specifiche azioni volte all’ottimizzazione della spesa e la razionalizzazione delle funzioni organizzative, sarà uno dei fattori di
maggior attenzione. I livelli di copertura dei crediti deteriorati si manterranno elevati, e la riduzione degli stock proseguirà sia attraverso workout interno che dando esecuzione al previsto programma di cessione di posizioni classificate a sofferenza.

Di seguito vengono descritte le azioni ai rating che hanno riguardato il Gruppo Banco BPM nel primo semestre 2017, suddivise per agenzia di rating.

Moody’s Investors Service (Moody’s)
Moody’s ha assegnato i rating a Banco BPM in data 3 gennaio 2017, a seguito della fusione tra Banco Popolare (MI:BAMI) e
BPM, divenuta efficace il 1° gennaio 2017. In dettaglio, i rating di lungo e breve termine sui depositi di Banco BPM sono pari rispettivamente a “Ba1” e “Not Prime”, il Rating Emittente (valutazione di lungo termine sul debito senior unsecured) a “Ba2”, il rating Baseline Credit Assessment a “b1” e il Counterparty Risk Assessment a “Ba1(cr)/Not Prime(cr)”. L’Outlook sul rating di lungo termine sui depositi è Stabile, mentre quello sul Rating Emittente (rating di lungo termine sul debito senior unsecured) è Negativo.

DBRS
DBRS ha assegnato i rating a Banco BPM in data 5 gennaio 2017, a seguito della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, divenuta efficace il 1° gennaio 2017. In dettaglio, il rating di lungo termine (rating emittente, sul debito senior e sui depositi) è pari a “BBB (low)” e quello di breve termine su debito e depositi a “R-2 (middle)”. Entrambi i rating hanno Trend Stabile. A questi si aggiungono i cosiddetti Critical Obligations Ratings di lungo e breve termine pari a “BBB (high) / R-1 (low), con Trend Stabile, l’Intrinsic Assessment “BBB (low)” e il Support Assessment “SA3”.

Fitch Ratings (Fitch)
Il 24 gennaio 2017, Fitch, a seguito della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, ha ritirato i rating in precedenza assegnati a Banco Popolare e a BPM, nonché alle controllate Banca Aletti e Banca Akros. Ne consegue che il nuovo gruppo Banco BPM S.p.A. non risulta oggetto di copertura da parte di Fitch.

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