Il destino dell’oro è legato ad evoluzioni storiche importanti quali l’abbandono del gold standard, la crisi petrolifera di fine anni 70, Lehman e le politiche ultra espansive non convenzionali delle banche centrali, la crisi dei debiti europei, bitcoin, il dollaro, l’inflazione…non è facile avere un modello econometrico che catturi tutte le variabili possibili, ma la logica del passato potrebbe essere di aiuto per gli scenari del futuro. Quali indicazioni per gli scenari del 2022? Il punto di partenza è un anno fa: quando si è iniziato a parlare di rischi di stagflazione, colli di bottiglia, inflazione incontrollata, i prezzi dell’oro hanno perso la correlazione con i TIPS, i governativi americani che incorporano le aspettative di inflazione.
Attualmente il gap si trova ai massimi di breve periodo: chi mente? Inflazione esagerata oppure risk off alle porte, per chiudere lo spread e tornare correlati? Forse entrambe le soluzioni.
Un altro elemento sorprendente è il livello dei prezzi dell’oro in ollari aggiustato per l’inflazione: siamo al test della pericolosa soglia dei 2.000$, che ha portato dei top in passato, ma il cui riassorbimento ha determinato successivi profondi drawdown con tempi lunghi per il recupero (2011-2020) o addirittura ancora da recuperare e lontani (1980-0ggi). Certo il top di 2.846$ aggiustati per l’inflazione degli anni ’80 sembra lontano ma, se l’inflazione fosse permanente e ci fosse un ritorno al risk off, i 2.500$ nominali (no aggiustati per l’inflazione). Potrebbe quindi verificarsi un nuovo top nel 2022 in zona 2.500$ a cui seguirebbe un profondissimo ritracciamento per dimensione e tempo che potrebbe essere recuperato dopo anni. Se la storia si ripete è solo questione di tempo