Che sia stato per il movimento da acquolina in bocca del titolo di GameStop (NYSE:GME) o per le incessanti voci di altre regolamentazioni per le cripto, la febbre dei retail per il Bitcoin sembra essere improvvisamente sparita.
Dopo l’impennata di venerdì di quasi 2.200 dollari, o del 7%, che potrebbe aver spinto almeno qualcuno a pensare che la moneta digitale numero 1 fosse tornata, l’attività è rallentata nuovamente.
Alla chiusura di ieri, il Bitcoin ha perso quasi 550 dollari, o l’1,7%, rispetto alla chiusura della settimana scorsa, attestandosi a poco meno di 32.520 dollari. Certo, c’è stato il massimo intraday di lunedì di quasi 34.700 dollari. Ma non è neanche lontanamente paragonabile a quanto successo nei primi dieci giorni di gennaio, quando era schizzato del 46% a massimi storici di oltre 41.000 dollari. Il Bitcoin ha guadagnato in quei dieci giorni quanto aveva impiegato tutto dicembre e novembre per ottenere. Anche la maggior parte delle cosiddette “alt coin” (valute alternative) si sono staccate dai recenti massimi storici.
Quindi, cosa è successo?
Questo rally ha davvero bisogno di altri fattori di spinta
Innanzitutto, le notizie riciclate di deficit fiscali, debiti e pressioni inflazionarie USA alle stelle da sole non sembrano sufficienti a scatenare una frenesia per il Bitcoin come qualche settimana fa.
Ricordate la storia secondo cui le cripto sono più sicure degli asset rifugio come l’oro per chi desidera proteggersi dalle valute tradizionali? L’abbiamo sentita tutti ormai. E sono pochi quelli che ci credono, dopo i movimenti delle ultime tre settimane, o che comprano il Bitcoin solo per questo motivo.
Le regolamentazioni, o meglio, la paura delle regolamentazioni, rappresentano un altro aspetto.
Il Bitcoin è stato colpito da un’ondata di brutte notizie alla fine della scorsa settimana, quando la sudafricana Direct Selling Association of South Africa ha chiesto all’Unione africana di cominciare ad intervenire nel continente per estirpare qualunque schema di Ponzi che possa prendere di mira le cripto.
Bloomberg ha aggiunto ieri che l’ente regolatore del settore finanziario sudafricano vuole essere in grado di incriminare i truffatori e di controllare gli affari che coinvolgono le criptovalute.
Regolamentazioni, ancora regolamentazioni
Il nuovo Segretario al Tesoro USA Janet Yellen non ha usato mezzi termini, affermando che, sebbene il Bitcoin ed altre valute digitali abbiano fornito dei benefici, “molte vengono usate, almeno a livello di transazioni, soprattutto per finanziamenti illeciti”.
Ha aggiunto:
“Penso che dovremmo esaminare i modi in cui possiamo limitarne l’utilizzo ed assicurarci che il riciclaggio di denaro non avvenga tramite questi canali”.
E Gary Gensler, scelto dal Presidente Biden per il ruolo di Presidente della Securities Commission, alla SEC dovrebbe avere lo stesso compito che svolgeva presso la Commodity Futures Trading Commission: portare ordine in un ecosistema molto sregolato.
Insieme, queste notizie sono bastate a turbare persino i tori delle cripto più sfegatati. Gli speculatori vogliono fare soldi in fretta, non lentamente, e vogliono anche farlo in sicurezza. Si pensa che parte dei fan del Bitcoin possano essere migrati su GameStop, con le azioni del distributore di videogiochi schizzate di ben il 740% nelle ultime tre settimane.
Ma non tutte le notizie sul Bitcoin sono state negative. Questa settimana, Coindesk.com, citando delle fonti, ha riportato che Harvard, Yale e la Brown stanno comprando Bitcoin da almeno un anno. La notizia che le tre principali università americane della Ivy League affidino i loro fondi al Bitcoin deve essere sembrata come un raggio di sole che ha squarciato le nubi nere della regolamentazione che incombono sul mondo delle cripto.
Quindi, cosa servirebbe per riaccendere il rally del Bitcoin?
Un buon prezzo aiuterebbe
Come su ogni altro mercato, sviluppi positivi o buone notizie aiuteranno il Bitcoin a risalire dal baratro in cui si trova. Altrimenti, lo farà un buon prezzo.
Ed Moya, che segue il mondo delle cripto nelle sue analisi giornaliere dei mercati, pensa che il Bitcoin dovrà scendere sotto i 30.000 dollari. Spiega che i problemi normativi per il Bitcoin non spariranno, ma che il prezzo non crollerà per generare una nuova ondata di acquisti, e questo è un problema.
Il Presidente della Federal Reserve Jay Powell, che terrà la sua conferenza stampa mensile alle 14:00 ET (19:00 GMT) oggi, potrebbe scatenare un maggiore sell-off del Bitcoin se dovesse finire per esprimere più ottimismo del previsto circa l’economia statunitense colpita dalla pandemia, afferma Moya. Aggiunge:
“Il Bitcoin sembra destinato a consolidarsi un po’ di più ma, se la Fed non sarà abbastanza prudente ed il dollaro dovesse riprendersi, il livello di 30.000 dollari potrebbe facilmente cedere”.
Se non un minimo di 30.000 dollari, allora un bottom di circa 20.000
Greg Michalowski di ForexLive è d’accordo con Moya ed ha dichiarato questa mattina: “Il prezzo dovrà scendere sotto il minimo di domenica ed il minimo di oggi di 30.830 dollari”.
Grafico giornaliero del cambio BTC/USD
Sunil Kumar Dixit di SK Dixit Charting a Kolkata, India, intanto sta dicendo ai sostenitori del Bitcoin di prepararsi ad un bottom persino più basso (poco più di 20.000 dollari) se vogliono riottenere la frenesia di novembre e dei primi dieci giorni di gennaio. Aggiunge Dixit:
“Senza un tonfo, il rialzo per il Bitcoin dipenderà dalla sua capacità di resistere sopra 32.500-33.000 dollari per poi superare 35.500-38.900 dollari. Ciò potrebbe accelerare lo slancio rialzista per un grande salto verso il livello di 50.000 dollari”.
“Ma credo di più che la strada di una minore resistenza per il Bitcoin ora sia al ribasso. Se sarà così, vedremo i venditori infrangere al di sotto la media mobile esponenziale su 50 giorni, a 30.000 dollari. Ciò potrebbe rafforzare il cammino di correzione a meno 27.500 dollari, portandolo alla fine alla media mobile semplice su 1000 giorni di 22.800 dollari ed alla SMA su 20 settimane di 20.500 dollari”.
Grafico settimanale BTC/USD
Grafici gentilmente forniti da S.K. Dixit Charting
Ambrose O’Callaghan, su Motley Fool, afferma che il grafico giornaliero del Bitcoin mostra un “gravestone doji” in formazione già lunedì. Come Moya di OANDA, anche lui pensa che la performance del dollaro sarà cruciale per determinare il ritorno del Bitcoin, soprattutto con il Presidente Biden che spinge per il piano di stimolo per il coronavirus da 1,9 mila miliardi di dollari. Aggiunge O’Callaghan:
“I titoli nordamericani sono ancora roventi, sebbene la pandemia di COVID-19 continui a devastare gran parte dell’economia. Gli investitori dovrebbero seguire da vicino il comportamento del dollaro USA, soprattutto con l’attesissimo pacchetto di stimolo ormai incombente. La reazione dei mercati a questo pacchetto potrebbe determinare la traiettoria del Bitcoin dopo gennaio”.
Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com sul Bitcoin indicano “Strong Sell”.
Se il contratto dovesse estendere il trend ribassista, è previsto un supporto di Fibonacci su tre livelli, prima a 31.609, poi a 31.569 ed infine a 31.504 dollari.
Tuttavia, se il trend del Bitcoin dovesse diventare positivo, allora probabilmente si formerà una resistenza di Fibonacci su tre livelli, prima a 31.739, poi a 31.779 ed infine a 31.844 dollari.
Ad ogni modo, il punto di pivot tra i due è pari a 31.674 dollari.
Anziché concludere col mio solito consiglio agli investitori, quello di mitigare le previsioni dei grafici con i fondamentali e con moderazione, riporto l’avvertimento di O’Callaghan su come gli investitori del Bitcon, in particolare, dovrebbero procedere:
“È stato affascinante osservare il mercato rialzista delle cripto negli ultimi sei mesi. Tuttavia, gli investitori dovranno essere estremamente prudenti in questo ambiente. Chi vuole salire sul carro del Bitcoin dovrebbe considerarlo un impegno a lungo termine. I mercati sono surriscaldati al momento, e il Bitcoin ha già fatto scottare i nuovi arrivati in passato”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.
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