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Powell conferma un taglio dei tassi

Pubblicato 11.07.2019, 15:09
US500
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Il mondo stava guardando la presentazione del presidente della Fed, Powells davanti al Congresso. A detta di tutti, Powell ha fornito un chiaro segnale per una riduzione imminente del tasso di fondi federali. L'USD ha reagito perdendo valore contro tutte le valute del G-10. Powell ha ribadito la parola “incertezza” cinque volte sul maggiore rischio di un rallentamento globale. Ha continuato a dire che “la produzione, il commercio e gli investimenti sono deboli in tutto il mondo”. Per quanto riguarda la forte cifra delle buste paga di giugno, che hanno creato tanti dubbi sulla moderazione proiettata della Fed, è stata una "grande" notizia, ma non muoverebbe l'ago della bilancia sulla debole crescita dei salari e l'inflazione in calo. A pochi minuti dalla precedente riunione del FOMC tutto indica che i membri vogliono una politica più accomodante. Il taglio dei tassi di luglio è ormai quasi una certezza. Ci sono persistenti domande sulla possibilità che la Fed riduca il tasso di 25bp o 50bp.

A nostro avviso, un taglio di 50 punti base è un passo molto grande. I dati economici degli Stati Uniti non sono decelerati a un ritmo allarmante e, a giudicare dalle forti NFP, la cifra ha ancora un certo momentum. In termini strategici più ampi, la Fed ha ridotto con cautela i tassi di interesse nel corso di oltre 4 anni. È improbabile che potessero essere presi dal panico a causa di dati economici leggermente più deboli. Avevamo previsto che gran parte dei rialzi erano per recuperare gli strumenti per combattere una calamità finanziaria. A nostro avviso, questa psicologia rimane una parte fondamentale del quadro di calcolo della politica monetaria. Un taglio di 50 pb avrebbe inviato il messaggio negativo sbagliato al mercato. Adesso Bloomberg sta predicendo una probabilità del 23% di un taglio di 50 pb nella riunione della Fed di luglio, numero troppo alto a nostro avviso. Ci sono molti segnali di rallentamento e la fine del ciclo è più probabile di una caduta e riaccelerazione, una situazione che abbiamo visto negli ultimi 10 anni. Eppure, il panico della Fed in reazione al rallentamento naturale è inadeguato.

I mercati azionari hanno avuto un rialzo come risposta alla dichiarazione di Powell, con l'S&P 500 a un record di 3000 nella regione. C'è stata meno attività nelle curve dei titoli degli Stati Uniti dato che i rendimenti a breve termine sono diminuiti di 7 pb mentre quelli a 10 anni sono rimasti invariati. A futuro, siamo meno ribassisti sulle prospettive dell'economia mondiale rispetto ai nostri colleghi. L’allentamento della politica monetaria da parte delle banche centrali del mondo dovrebbe fermare la debolezza economica e fornire una spinta alla propensione al rischio. Sebbene il ciclo di notizie a breve termine potrebbe fornire volatilità, nel lungo termine prevarrà la dinamica positiva.

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