Cosa succederà?
Le sorprese non sono finite venerdì; nel fine settimana, infatti, è arrivata una serie di dimissioni nel Regno Unito e di dichiarazioni sferzanti dai leader europei. Merkel e Hollande ora devono fare in modo che il Regno Unito diventi un esempio e lo stanno sollecitando affinché esca il più presto possibile per limitare il contagio e rendere chiaro agli altri stati membri che non ci sarà spazio per negoziati.
Al momento, sul mercato crescono le voci di un secondo referendum. Per ora il governo britannico non ha attivato l’Articolo 50, quindi c’è ancora una probabilità che la Gran Bretagna rimanga nell’Unione Europea. Ci sono degli esempi, i referendum non sono sempre vincolanti legalmente e la storia, purtroppo, ci ha insegnato che la voce del popolo non sempre viene rispettata. Ne sono degli esempi il referendum francese sul Trattato di Lisbona nel 2005, che gli elettori avevano respinto, e il famoso voto OXO della Grecia contro l’austerità.
Ecco perché riteniamo che, nei prossimi mesi, continueranno le turbolenze sui mercati finanziari, perché ci chiederemo tutti quando, e se, il governo britannico attiverà l’articolo 50. Tutto dipende da questo interrogativo, perché solo a quel punto i mercati potranno iniziare a valutarne l’impatto. Fino a quel momento regnerà l’incertezza.
La sterlina ha vacillato di nuovo all’apertura dei mercati, perdendo più di due centesimi prima di rimbalzare. Oro e Argento si stanno consolidando, ma si muovono ancora intorno ai massimi da due anni.
Al momento tutti guardano alle banche centrali, che non erano intervenute in attesa dei risultati del referendum.
Negli USA, i future sui titoli federali indicano che sono aumentate le probabilità che quest’anno non ci sia un rialzo del tasso e che ora c’è addirittura una concreta probabilità che i tassi vengano tagliati prima della fine dell’anno, perché si teme che la bomba Brexit pesi sulle esportazioni.
In Svizzera, la BNS sta già intervenendo per evitare un ulteriore apprezzamento del franco. Nonostante l’intervento sul Forex, il CHF tiene ancora sotto 1,08. Gli operatori farebbero bene a prepararsi a un intervento più incisivo della BNS.
Tuttavia, crediamo che, nel lungo termine, la Brexit potrebbe avere delle conseguenze positive per la Svizzera, perché potrebbe dare agli svizzeri una maggiore leva per negoziare partnership commerciali con un Regno Unito attualmente più debole e frammentato.