Ci troviamo nell'esatto momento in cui Cina e Russia hanno immaginato il futuro dei BRICS come un blocco "antioccidentale" con i paesi in via di sviluppo e le potenze petrolifere del Golfo, invitati a diventare membri dal 2024 (con la possibilità di vedere anche Argentina, Egitto, Etiopia e Iran) segnando la prima espansione ufficiale dopo decenni.
I paesi che compongono il BRICS rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale e di conseguenza più di 1/4 del PIL mondiale. E con l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Iran pronti a entrare, avrà anche i tre dei maggiori produttori di petrolio del mondo. Putin ha definito la de-dollarizzazione un processo irreversibile.
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I 5 componenti attuali del BRICS hanno superato il G7 in termini di PIL combinato nel 2020, a parità di potere d’acquisto cioè corretto per le differenze di potere d’acquisto. Secondo il FMI (Fondo monetario internazionale) in questo 2023 rappresenterà il 32,1% del Pil globale, con un forte incremento rispetto al 16,9% del 1995 e superiore anche a quello del G7 di quest'anno che è visto al 29,9%.
Da qui passiamo agli utili più attesi della settimana.
NVIDIA ha riportato utili e guidance "eccezionali" e l'attenzione ora si rivolge all'evento di oggi, le parole di Jerome Powell al Jackson Hole. Molti ricordano quelle dello scorso anno e di come Powell abbia "affossato" i mercati, quando il suo discorso (di pochi minuti) provocò un ribasso dell'azionario, oggi c'è attesa intorno all'evento, ma molto probabilmente questa volta non riceveremo molte informazioni, perché la Fed è strettamente "dipendente" dai dati e rimarrà sempre la porticina aperta per sfruttare l'opzione "rialzo" tassi, di conseguenza sarà difficile che il Presidente rilasci una dichiarazione "aggressiva". Ma la Fed sta riflettendo sempre più su come aumentare l'obiettivo di inflazione dal 2% al 3%, come detto anche nelle scorse analisi.
È in arrivo un rally del mercato azionario? Penso sia molto probabile, ma non possiamo avere la certezza e ciò non esclude la possibilità di una correzione del 10%. Da inizio agosto il mercato azionario è in evidente pressione. Restano comprensibili le preoccupazioni per l’aumento dei tassi di interesse, il declassamento delle obbligazioni USA e l’aumento dell’inflazione. I maggiori indici hanno avuto performance negative dal 3% al 5%.
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Come possiamo vedere dal grafico i livelli attuali non segnalano uno stress del mercato, di conseguenza suggeriscono (attualmente) una correzione fisiologica e una continuazione delle performance positive. Basta avere un ragionevole orizzonte temporale, ne troppo lungo ne troppo breve. Utilizzando l'orizzonte temporale di 5 anni (breve-medio termine) e decidendo di investire nel mercato azionario, i rendimenti totali a 5 anni per l’S&P 500 (dal 1926 ad oggi) sono stati positivi per l'88% su base quinquennale con performance del +265% al +365% ma ciò che fa riflettere è che nonostante ciò ci sono stati comunque periodi altamente negativi con performance a 5 anni del -29% al -61% segnalando la forte escursione e alta percentuale di rischio su questi orizzonti "limitati".
Ecco le % dei trend (rialzisti o ribassisti) annuali su orizzonti temporali di breve-medio termine
in 1 anno: trend rialzista 75% - trend ribassista 25%
in 2 anni: trend rialzista 83% - trend ribassista 17%
in 3 anni: trend rialzista 84% - trend ribassista 16%
in 4 anni: trend rialzista 86% - trend ribassista 14%
in 5 anni: trend rialzista 88% - trend ribassista 12%
Le probabilità di rendimenti positivi sono sicuramente a nostro favore (88%), ma la potenziale perdita aumenta quanto più si riduce il nostro orizzonte temporale. È un livello inutile di stress da aggiungere al nostro processo e alla nostra operatività, trattandosi di una visione incompleta. Nei prossimi mesi dovremmo star bene attenti ai settori "ritardatari", ricordo che a novembre 2020, dopo il crollo del greggio e dei titoli energetici, successivamente hanno registrato performance positive nel 2021 esplodendo poi nel 2022 mentre i settori come communications, beni voluttuari e tech sono stati tra i peggiori. Stessa cosa è successa alla fine di ottobre 2022 con la rotazione sui settori prima citati.
Questo per farvi notare che, storicamente, quando si verifica una performance annuale eccezionale o mediocre di un settore, tenderà ad invertirsi nell'anno successivo. Un potenziale trend potremmo trovarlo nel settore utilities, consumer staples, real estate, financial ed obbligazionario se pensiamo ad un ciclo futuro di tagli dei "tassi" da parte delle banche centrali.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".