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Scivolone temporaneo dell’AUD dopo il rapporto deludente sul lavoro

Pubblicato 16.05.2019, 13:19
AUD/USD
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Il dollaro australiano è scivolato ai minimi dal 21 gennaio 2016 – se escludiamo il crollo improvviso del 2 gennaio di quest’anno – dopo le deludenti cifre sul lavoro. Il dollaro australiano è sceso fino a un minimo pari a 0,6893 contro il biglietto verde, dopo la pubblicazione del tasso di disoccupazione, salito al 5,2% ad aprile, livello massimo dallo scorso agosto. Il leggero aumento del tasso di partecipazione, dal 65,7% al 65,8%, non basta a spiegare il movimento, giacché il numero di impieghi a tempo pieno si è contratto di 6.300 unità, mentre la sottoutilizzazione del mercato occupazionale è cresciuta di 34.700 unità.

Una settimana fa, la banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) ha deciso di non abbassare il tasso OCR, mantenendolo all’1,5%, mentre gran parte degli economisti aveva previsto un taglio di 25 punti base. Tuttavia, il tono del comunicato era stato leggermente accomodante, in esso si ribadiva che le prospettive per l’economia globale sono “inclinate al ribasso”, e quelle sui consumi delle famiglie rimangono la principale incertezza interna. Ma la RBA è rimasta relativamente ottimista sulle prospettive di crescita. Nonostante i toni relativamente entusiasti del comunicato, crediamo che Philip Lowe sia molto più vicino ad annunciare un taglio che un aumento del tasso. La RBNZ ha tagliato il tasso la scorsa settimana, quindi è molto probabile che la RBA segua le orme di Adrian Orr.

Gli speculatori detengono ancora posizioni nette corte sull’AUD e continuano ad accrescerle. Alla fine della scorsa settimana, le posizioni nette corte totali erano pari al 26% di tutte le posizioni aperte (solo future). Poiché è probabile che la RBA tagli il tasso alla prossima riunione d’inizio giugno, crediamo che l’AUD possa svalutarsi ancora, il prossimo obiettivo è 0,6850. Gli investitori dovrebbero tuttavia tener presente che il dollaro australiano è estremamente sensibile agli sviluppi della guerra commerciale fra USA e Cina - visto che il 35% delle esportazioni australiane è destinato alla Cina – per cui notizie positive potrebbero innescare bruschi movimenti al rialzo.

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