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Dollaro canadese schiacciato dal petrolio

Pubblicato 21.04.2020, 01:18
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 20 aprile 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

La nuova settimana di scambi è partita con un selloff aggressivo del greggio e nuovi guadagni per il dollaro USA. Il focus principale della giornata è stato sul dollaro canadese, che è andato in forte selloff sulla scia del calo dei prezzi del petrolio. I contratti dei future del greggio sono crollati di oltre il 300%, in negativo per la prima volta nella storia. Come riportato dal nostro collega Boris Schlossberg, il petrolio è sceso al minimo di vent’anni per via del “collasso della domanda globale e delle dinamiche di mercato esacerbate ulteriormente dalla guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia”, ma non si tratta solo di un problema di domanda. Vista l’entità del crollo registrato dal petrolio, probabilmente ci sono in gioco dei fattori tecnici che verranno mostrati in futuro. Detto ciò, l’impatto sul comparto petrolifero sarà importante. Ci aspettiamo che il governo USA o l’OPEC e le nazioni OPEC+ rilascino qualche dichiarazione nel tentativo di far risalire i prezzi nelle prossime 24 ore.

Le aziende petrolifere in Canada e negli USA sono state colpite duramente dal calo dei prezzi del petrolio, ma questo ultimo calo manderà in bancarotta molte aziende dell’indotto petrolifero. In Canada questa settimana sono attesi i dati sullevendite al dettaglio e sull’inflazione. La spesa dei consumatori si riferisce al mese di febbraio, dunque i dati non saranno terribili ma si prevedono comunque letture deboli.

Il biglietto verde è salito contro tutte le principali controparti nonostante il calo delle azioni e dei rendimenti dei titoli del Tesoro. Nelle ultime settimane abbiamo parlato molto del perché il dollaro continui ad attrarre gli investitori nonostante il numero dei casi di COVID-19 negli USA eclissi quelli del resto del mondo. Secondo i dati dell’Università Johns Hopkins, i casi al momento superano i 750.000 (mentre la Spagna segue con 200.000 casi). Il dollaro USA è una valuta rifugio e la visione generale è che non può esserci una ripresa globale senza una ripresa degli USA.

Gli investitori sono incoraggiati inoltre dalla spinta del Presidente Donald Trump alla riapertura dell’economia, insieme alle notizie di una possibile riapertura delle fabbriche potrebbero i primi di maggio. Durante il weekend il presidente ha insolitamente parlato bene del dollaro. Ha detto che il dollaro è molto forte e che il dollaro forte è una cosa molto positiva. Venerdì la Fed ha dichiarato che continuerà a ritirare il programma di acquisti di bond.

In breve, ecco i 4 motivi per cui il dollaro USA è stato così forte questo lunedì:

1. Indici azionari giù di 500 punti, dollaro USA richiesto come investimento rifugio
2. Il Presidente Trump dice “il dollaro forte è una cosa molto positiva”
3. La Fed continua a ritirare il programma di acquisti di bond
4. Gli investitori sono ottimisti sul programma di Trump per far ripartire l’economia

Oltre ai dati sulle richieste di sussidio negli USA non sono previsti altri dati economici questa settimana, dunque la propensione al rischio, l’andamento della curva e i titoli dei giornali determineranno l’andamento del dollaro. Attesa invece una valanga di dati nella zona euro, nel Regno Unito e in Canada, dunque, occhi puntati anche su euro, sterlina e dollaro canadese.

Dalla zona euro si attendono i dati PMI di aprile e  i dati tedeschi di ZEW e IFO. Sebbene i dati commerciali rilasciati stamane siano stati migliori del previsto, i dati di aprile potrebbero essere molto deboli. L’Europa è ancora in blocco, la Germania dichiara che non ci sono piani per l’allentamento delle restrizioni, Spagna e Italia potrebbero limitare i viaggi fino al 2021. L’attività economica è ferma e i dati potrebbero mostrarlo. Il cambioEUR/USD è debole anche su base tecnica e prevediamo che possa scendere a 1,08. Dal Regno Unito si attendono i dati PMI di aprile, i dati sulle vendite al dettaglio, sulle richieste di disoccupazione e sull’inflazione. Si prevedono letture deboli che potrebbero pesare sul cambio GBP/USD.

Le previsioni per il dollaro australiano ed il dollaro neozelandese sono molto meno cupe. La RBA rilascerà stanotte i dati dell’ultimo vertice ed è atteso un discorso del Governatore della RBA Philip Lowe. Ci si aspetta un tono cauto, ma la banca centrale resta riluttante al ribasso dei tassi e all’aumento del quantitative easing. Più importante è il fatto che Australia e Nuova Zelanda sembra abbiano davvero il controllo sul COVID-19. Non ci sono stati nuovi casi in South Australia e Northern Territory durante il weekend.  Con soli 12 morti e 9 nuovi casi ieri, la Nuova Zelanda è pronta a riaprire l’economia la prossima settimana. I prezzi al consumo sono saliti più del previsto e questo ha sostenuto il NZD.

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