Le tensioni commerciali non frenano gli acquisti cinesi sul mercato sottostante nelle materie prime. Il dato rilevante uscito poche ora fa, riporta un aumento delle importazioni del carbone termico nel mese di luglio pari al 21% a causa della forte domanda di energia estiva. Ricordiamo che la Cina, il maggiore utilizzatore di carbone al mondo, ha assorbito un totale di 187,36 milioni di tonnellate di carburante nei primi sette mesi del 2019, in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo i dati dell'Amministrazione generale delle dogane.
Nonostante lo stop nei porti di Dalian a nord e a Fangchenggang a sud, siano stati fermi senza fornire alcuna spiegazione, la crescita non si è fermata.
I commercianti non si aspettano restrizioni interne, dato che la Cina ha già fatto buona scorta per tutto il 2019. Parliamo di restrizioni, perché di recente la Mongolia secondo fonti governative cinesi ha ridotto i camion verso la Cina.
I prezzi del carbone termico al Zhengzhou Commodity Exchange quotano 577,80.
Il quadro grafico.
Su scala giornaliera i prezzi sono direzionati verso l’area di suppurto posta a quota 558,15. Come si evince dal grafico sottostante la discesa è stata lenta e continua da aprile del corrente anno. Non escludiamo una reazione momentanea verso quota 584,00 e 59500 yuan, anche ci sono diverse difficoltà
Le difficoltà emergono se si analizza una scala più ampia ovvero quella settimanale. Si identifica quasi alla perfezione la fase della ciclicità dei valori con le successive correzioni.
Lo scenario presenta un prossimo movimento dei prezzi. Il Future ZCE Thermal Coal sembra che voglia anticipare l’eventuale rottura al ribasso con target ben al di sotto di quota 548,00 yuan