Con l'assestamento dei mercati obbligazionari anche gli altri asset hanno cominciato a stabilizzarsi. La paura delle implicazioni legata all’inversione della curva dei rendimenti a 3 mesi e 10 anni (non succedeva dal 2007), si è leggermente dissipata. Ma è ancora presto per cantare vittoria, gli operatori guarderanno con molta attenzione ai dati USA già a partire dalla fiducia dei consumatori di questo pomeriggio. Secondo il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, c'è solo una probabilità del 25% che gli USA entrino in recessione, ma un deterioramento della fiducia dei consumatori (il consume interno pesa circa il 70% dell'economia statunitense) potrebbe ricominciare a suscitare timori.
Stamattina il comparto azionario sta mostrando una certa vivacità, mentre vi è poca direzionalità sul forex (a parte qualche timido accenno di propensione al rischio). Il caos della Brexit si fa ancora più grave, ieri il Parlamento ha votato a favore del controllo sul processo – estromettendo di fatto la May - nel tenativo di trovare una soluzione all'enigma. La giornata cruciale potrebbe essere quella di domani, il fatto che oltre il 70% dei parlamentari della Camera dei Comuni sia composto da "pro-permanenza" lascia presagire una soft Brexit.
Wall Street ha chiuso la sessione di lunedì con l’S&P 500 poco al di sopra della parità a 2798 punti, mentre i futures statunitensi stanno spingendo con una certa convinzione. I mercati asiatici sono stati un po’ ballerini, difatti il Nikkei + 2,1% mentre lo Shanghai Composite ha chiuso a -1,7%. Per quanto riguarda l’Europa dopo una partenza in correzione (i futures erano comunque positive) c’è stato un allungo. Passando al forex segnaliamo un deprezzamento dello Yen, mentre l'euro e sterlina proseguono sulla strada della lateralità. Una migliore propensione al rischio si manifesta attraverso le materie prime, con l’oro che perde qualcosina e il petrolio che trova nuovamente forza rialzista.
Oggi come detto spazio soprattutto ai dati USA e in particolare al settore immobiliare ma come detto l’appuntamento cruciale sarà la fiducia dei consumatori delle ore 15, che dovrebbe salire leggermente fino a 132,0 (131,4), ovvero al massimo da quattro mesi. Il Richmond Composite Index delle ore 15 dovrebbe invece scendere a +12 (da +16 di febbraio).