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L’assenza di Wall Street si fa sentire sui listini europei, incapaci di trovare la propria direzione. A questo si aggiunge un’agenda macroeconomica, per la prima giornata della settimana, alquanto priva di importanti appuntamenti, rimandando nei giorni successivi le principali attenzioni degli investitori. Risultato, basso interesse degli investitori con Milano, la migliore piazza finanziaria da inizio anno, che chiude la seduta in lieve flessione -0,56%, maglia nera tra i principali listini europei. Vendite che si sono accompagnate da minori volumi, con il controvalore degli scambi sceso a 2,1 miliardi dai 2,8 miliardi della seduta precedente.
Giornata odierna che è attesa nuovamente riportare l’attenzione degli investitori sui mercati. Le rilevazioni dei PMI in Europa, Regno Unito e Stati Uniti offriranno importanti letture utili a meglio capire l’evoluzione delle economie. Tra rischio recessione o meno il dato offrirà un importante segnale sul percorso di crescita economica nonché delle possibili mosse delle banche centrali, con l’incognita della possibile risposta dei mercati. Un dato, infatti, positivo sebbene possa scacciare i rischi di recessione, porrebbe maggior manovra a disposizione di politiche monetarie maggiormente restrittive, opposto per un dato negativo. Il conflitto tra una crescita economica più forte e pressioni persistenti sui prezzi permane. Inoltre, dal momento che l'economia globale ha superato le previsioni, le pressioni sui prezzi di fondo continuano ad esistere. Ciò si riflette nella maggior aspettativa di inflazione a breve termine, che ha portato ad una maggiore inclinazione della curva dei rendimenti e ad un'aspettativa di un aumento dei tassi di interesse della banca centrale che potrebbe protrarsi per un periodo più lungo. Di fatto le attese per le letture flash di febbraio in Europa (Francia, Germania, Regno Unito e UE) così come in America sono poste per una revisione al rialzo, sebbene la giornata odierna si sia aperta con la sorpresa negativa sui PMI giapponesi, i quali hanno assistito a valori inferiori alle attese e con l’indicatore manifatturiero perfino in contrazione.
Intanto nuove preoccupazioni aleggiano su Wall Street con i rendimenti dei Treasury a 6 mesi in grado di offrire un rendimento maggiore dei rendimenti S&P 500. Situazione che non si verificava dal 2001. A questo si aggiunge come ben 44 delle prime 50 azioni con le migliori prestazioni da inizio anno del Russell 3000 non hanno registrato alcun profitto nell'ultimo anno. Che i mercati possano fermarsi a rivedere l’eccessiva euforia di gennaio? Possibile.
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