Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il caos del mercato forex dello scorso venerdì deve servire da lezione e far capire che non è bene dormire sugli allori ad agosto! Invece bisogna essere pronti a grandi cambiamenti nei mercati finanziari.
Le vacanze estive in Europa e negli USA comportano una minore liquidità, che può influire sui movimenti delle valute. Nei primi 10 giorni di scambi di agosto, l’indice del dollaro USA ha toccato il massimo di un anno, portando il cambio EUR/USD al minimo da luglio 2017. La coppia GBP/USD ha toccato il minimo da giugno 2017 ed il dollaro australiano è sceso al minimo da gennaio 2017. Il cambio NZD/USD ha toccato livelli che non si registravano da marzo 2016. Questi movimenti sono stati rapidi e aggressivi, dettati prima da timori su fattori locali (Brexit, RBNZ) e poi dal contagio turco. I dati economici non hanno influito un granché sui mercati, e per la settimana prossima dobbiamo aspettarci più o meno la stessa cosa.
La Turchia ha i suoi problemi, ma non si tratta di un rischio localizzato. C’è un battibecco politico con gli USA, ai mercati non piacciono le loro politiche economiche, Washington ha imposto delle sanzioni e l’aumento del dollaro sta facendo salire il costo del debito. Altri paesi come Cina e Russia stanno vivendo tensioni diplomatiche con gli USA, l’Amministrazione Trump ha imposto sanzioni su molte nazioni, l’Argentina ha problemi politici ed il dollaro più forte rappresenta dei seri rischi per i paesi nel resto del mondo. Dunque, la liquidità ridotta del mese di agosto e i problemi dei mercati emergenti potrebbero avere degli effetti sul resto del mondo. La Banca Centrale Europea ha espresso dei timori sull’esposizione delle banche europee nelle aziende turche. Se il sistema bancario turco dovesse fallire, questo avrebbe sicuramente delle ripercussioni sui mercati mondiali.
Dollaro USA
Panoramica sui dati
- IPP domanda finale 0,5% vs 0,2% previsto
- IPP esclusi alimentari ed energetici 0,1% vs 0,2% previsto
- PPI esclusi alimentari, energetici e commercio 0,3% vs 0,2% previsto
- IPC 0,2% vs 0,2% previsto
- CPI esclusi alimentari ed energetici 0,2% vs 0,2% previsto
Previsione sui dati
- Indice manifatturiero Empire, vendite al dettaglio, produzione industriale e manifatturiera – Possibile sorpresa al rialzo visto l’aumento delle vendite al dettaglio Redbook dello 0,9% sul mese precedente. Aumento degli stipendi più veloce.
- Fed di Philadelphia, nuovi cantieri e concessioni edilizie – Dovremo vedere come andrà il sondaggio Empire State ma un dollaro più forte e tassi di interesse più elevati potrebbero influire su questi dati
- Report dell’Università del Michigan – Possibile sorpresa al rialzo visto l’indice sull’ottimismo economico IBD/TiPP al massimo di 14 mesi
Livelli chiave
- Supporto 110,00
- Resistenza 112,00
Il dollaro USA è in salita in quanto gli investitori si stanno buttando sulla sicurezza del biglietto verde. Nonostante il dollaro forte sia un vero problema per diversi paesi del mondo, finora sull’economia USA non ha inciso un granché. In teoria, una valuta forte dovrebbe pesare sull’export, far scendere l’inflazione e causare un calo delle assunzioni da parte delle aziende, ma finora non abbiamo visto nulla di tutto ciò. La crescita dell’inflazione è forte e l’IPC annuo è salito ai massimi dal 2008 lo scorso mese. La crescita occupazionale rimane forte, gli stipendi sono in salita e la fiducia dei consumatori è stabile. Solo i report sugli utili hanno accusato un certo impatto. I dati sulle vendite al dettaglio, gli unici dati importanti nel calendario USA di questa settimana, dovrebbero essere in leggerissimo in calo, ma ancora abbastanza forti da permettere un ulteriore aumento dei tassi della Fed.
Ma ad un certo punto, il dollaro forte dovrà colpire anche l’economia USA, specialmente se continuerà a mettere alla prova le altre economie, sebbene non ci siano ancora dei segnali. Il rialzo costante del dollaro non terminerà finché i vertici USA non interverranno o i policy maker non agiranno (verbalmente o fisicamente) per fermare il calo delle loro valute. Le divergenze in termini di crescita e politica monetaria crescono di settimana in settimana, pesando ulteriormente sulle valute. Nelle prossime settimane ci aspettiamo che i range di scambio vengano ampliati, con il raggiungimento di altri punti chiave. I trader dovranno seguire le dichiarazioni politiche o le variazioni alla politica, in quanto l’attuale andamento del mercato forex resterà tale finché un evento catalizzatore non inciderà sul sentimento degli investitori.
Sterlina britannica
Panoramica sui dati
- Bilancia commerciale 11,38 miliardi vs -11,9 miliardi previsti
- Bilancia commerciale non UE -2,94 miliardi vs - 3,60 miliardi previsti
- Bilancia commerciale -1,86 miliardi vs – 2,5 miliardi previsti
- Produzione industriale 0,4% vs 0,3% prevista
- Produzione manifatturiera 0,4% vs 0,3% prevista
- PIL 0,1% vs 0,2% previsto
Previsione sui dati
- Report sul lavoro britannico – Difficile da prevedere in quanto la minore creazione di posti di lavoro è controbilanciata dalla forte crescita del comparto manifatturiero
- IPC britannico – Difficile da prevedere in quanto la pressione dell’inflazione è scesa a luglio nel settore manifatturiero ma è salita in quello dei servizi. Anche i prezzi al punto vendita sono scesi in maniera moderata
- Vendite al dettaglio – Possibile sorpresa al rialzo vista la crescita contenuta delle vendite al dettaglio
Livelli chiave
- Supporto 1,2700
- Resistenza 1,3000
La debolezza della sterlina è stato uno dei trend principali del mercato forex di questo mese. Il cambio GBP/USD è sceso ogni giorno la scorsa settimana, nonostante I dati positivi su commercio, produzione industriale e PIL 2° trimestre. Gli investitori sono sempre più preoccupati per il rischio che non venga trovato alcun accordo sulla Brexit e anche per il pericolo causato dall’esposizione delle banche britanniche nel debito turco; l’incertezza sui mercati finanziari manterrà la politica invariata per il resto dell’anno. Al governo britannico restano 7 mesi per strappare un accordo all’Unione Europea, ed un eventuale prolungamento dei negoziati potrebbe pesare sul sentimento e sugli investimenti delle imprese. Gli investitori si stanno mostrando scettici sugli aggiornamenti riguardanti la Brexit, infatti è stata del tutto ignorata la notizia secondo cui l’UE potrebbe offrire maggiori concessioni alle Primo Ministro May. Le voci di corridoio oramai non hanno alcun impatto, si aspettano solo degli sviluppi concreti sulla Brexit. Visti i dati economici importanti sul calendario, la sterlina resta sotto i riflettori questa settimana. I dati previsti su occupazione, inflazione e spesa dei consumatori daranno una visione sul calo del cambio GBP/USD di questo mese. Se uno di questi dovesse sorprendere al rialzo, allora potremmo assistere ad una stretta delle posizioni short.
Euro
Panoramica sui dati
- Ordinativi industriali tedeschi -4,0% vs 0,5% previsto
- Bilancia commerciale tedesca 21,8 miliardi vs 20,8 miliardi previsti
- Conto corrente tedesco 26,2 miliardi vs 21,2 miliardi previsti
- Produzione industriale tedesca-0,9% vs -0,5% previsto
Previsione sui dati
- PIL e IPC tedesco – Possibile sorpresa al rialzo visti i dati positivi sulle vendite al dettaglio che indicano un possibile aumento del PIL tedesco.
- Produzione industriale della zona euro PIL della zona euro e ZEW tedesco – Possibile sorpresa al ribasso visto il forte calo dell’ IP tedesco e degli ordinativi alle fabbriche in Germania. Il PIL della zona euro è difficile da prevedere in quanto viene rilasciato lo stesso giorno del report tedesco.
- IPC – La pressione dell’inflazione è scesa a luglio nel settore manifatturiero ma è salita in quello dei servizi.
- Bilancia commerciale della zona euro – Potenziale sorpresa al rialzo vista la bilancia commerciale positive in Germania e Francia
- Conto corrente della BCE e IPC della zona euro – l’inflazione è salita in Germania ma è crollata in Francia
Livelli chiave
- Supporto 1,1250
- Resistenza 1,1700
Per la prima volta dopo più di un anno il cambio EUR USD è scambiato sotto il livello di 1,15. La moneta unica ha iniziato a scendere dall’inizio del secondo trimestre e si è avvicinata a testare questo livello in diverse occasioni. Il caos della Turchia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, aprendo la via ad un ulteriore calo verso il livello di 1,12. La scorsa settimana nella zona euro non sono stati rilasciati molti dati, ma quei pochi sono stati ben altro che impressionanti, visto il crollo della produzione industriale e degli ordinativi industriali in Germania. Il calendario prevede PIL 2° trimestre, IPC e sondaggio ZEW. Tuttavia tutto questo sarà soggetto alla situazione in Turchia. Banco Bilboa Vizcaya Argentaria, UniCredit (MI:CRDI) e BNP Paribas (PA:BNPP) hanno una grande esposizione al debito turco e molti dei loro prestiti sono senza copertura. Secondo i dati della Bank of International Settlements, le banche iberiche sono le più esposte, seguite da quelle italiane e francesi. Rispetto allo scorso anno la Lira turca ha perso il 33% del suo valore e i costi del debito sono saliti al massimo degli ultimi 9 anni. Se l’economia turca dovesse crollare, un’ulteriore ondata di migranti potrebbe cercare di raggiungere l’Europa e il paese rappresenterebbe una vera crisi economica per tutta l’area. Da un punto di vista tecnico, l’euro è vulnerabile verso ulteriori perdite.