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Poco sollievo per greggio e oro mentre incombe la recessione

Pubblicato 16.03.2020, 16:36

Dimenticate il greggio. Il noto detto secondo cui “probabilmente peggiorerà prima di migliorare” ha assunto improvvisamente un significato spaventoso per mercati ed investitori di ogni tipo.

Ma cos’altro potremmo aspettarci quando la Federal Reserve ha portato i tassi vicino allo zero con il secondo taglio di emergenza in due settimane, preparandosi a pompare altri 700 miliardi di dollari, e i mercati hanno al massimo reagito con un “ma non mi dire?”.

WTI Futures Weekly Price Chart

Grafico prezzi settimanali dei future WTI

Con il panico per il coronavirus che ha già costretto 100.000 milioni di europei in quarantena spingendo gli americani ad immaginare che saranno i prossimi, l’economia globale si è capovolta in un modo che poche banche centrali avrebbero potuto immaginare.

In assenza di persone fuori, a lavorare, guidare, mangiare, bere e comprare cose come di solito, nessun taglio dei tassi o stimolo probabilmente basterà a far riprendere la domanda reale o il sentimento dei consumatori.

E questo vale in particolare per gli Stati Uniti, dove circa l’80% dell’economia è spinta dalle spese dei consumatori. A meno che i governi non trovino un modo per mettere il denaro direttamente nelle tasche della gente normale che si ritrova con stipendi ridotti o azzerati, in modo da poter spendere online quello che solitamente spendono nei negozi fisici, le cose non faranno che peggiorare.

Con Nike (NYSE:NKE), Urban Outfitters (NASDAQ:URBN) ed altri 14 importanti distributori che stanno chiudendo temporaneamente i punti vendita e Walmart (NYSE:WMT) ed Apple (NASDAQ:AAPL) (NASDAQ:AAPL) che riducono le ore, per il momento possiamo scordarci ogni speranza di vedere le cose andare “meglio”.

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Il taglio della Fed non ha significato niente

Ecco perché i future Dow indicano un altro crollo di 1.000 punti o di quasi il 5% in apertura questo lunedì. Ed è un fatto che l’intervento di ieri della Fed non abbia significato nulla per Wall Street, sebbene sia stato lodato dal Presidente USA Donald Trump, che ha costantemente insistito con la banca centrale per portare i tassi a zero da quando ha assunto l’incarico.

Nel caso del greggio, il greggio USA ed il Brent crollano di circa il 2% o più negli scambi di mezzogiorno in Asia, invertendo la rotta dopo la ripresa di venerdì ispirata dalla promessa di Trump di riempire le riserve petrolifere statunitensi, un commento buttato là per l’industria dello scisto che, come previsto, non poteva durare più di una seduta.

Brent Futures Weekly Price Chart

Grafico prezzi settimanali dei future Brent

Persino il prezzo spot dell’oro ha subìto un colpo di meno del 2% dopo lo storico taglio dei tassi, che corrisponde poco alla sua definizione di asset rifugio, ridotta in ogni caso, soprattutto dopo il crollo del 9% della settimana scorsa, il massimo per una settimana dal 2011.

La recessione “sembra inevitabile”

“Da qui, una recessione sembra ora inevitabile per il mondo”, afferma Jeffrey Halley, analista senior dei mercati di OANDA.

”Lo scenario del migliore dei casi è quello in cui gli sforzi di contenimento danno frutto e, entro tre mesi, il mondo rivedrà la luce alla fine del tunnel e la ripresa inizierà. Questo è lo scenario ottimistico, sebbene con alcuni importanti paesi al mondo che ancora tergiversano o sono in fase di negazione. Sapete di chi parlo”.

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Per il greggio, ciò potrebbe significare che la stima di Goldman di 20 dollari al barile diventa sempre più una possibilità. Sebbene sia il WTI che il Brent restino sopra i 30 dollari al momento, non è difficile immaginare che perdano un altro terzo del loro valore.

Un serio rischio di eccesso di scorte incombe sul greggio, con il coronavirus che ha comportato una stretta dei viaggi aerei, stradali e marittimi in coincidenza con i tagli alla produzione sauditi arrivati al momento sbagliato.

Compagnie come American Airlines (NASDAQ:AAL) hanno ridotto fino al 75% della capacità internazionale dopo che Trump ha annunciato un divieto completo contro i viaggiatori europei negli USA, mentre i membri dell’UE hanno adottato misure individuali per proteggere i propri confini. Fino alla scorsa settimana, Rystad Energy prevedeva che il traffico aereo globale sarebbe crollato del 16% o più nel 2020, con una perdita di circa 780.000 barili al giorno della domanda di carburante per aerei.

Il prezzo medio per gallone di benzina negli USA era di 2,26 dollari sabato, il minimo dal 2017, secondo la American Automobile Association. Anche se dei prezzi del carburante più bassi di solito spingono la crescita economica, il calo attuale arriva quando sono sempre meno gli americani alla guida, per via degli sconvolgimenti causati dalla pandemia, che ha già infettato più di 3.700 persone e causato 70 vittime nel paese.

Poche gioie per il petrolio da scisto

Ma che dire del piano di Trump di aumentare le riserve strategiche di petrolio USA (SPR)? Non aiuterà l’industria dello scisto?

Sì e no.

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Come spiega il collaboratore di Forbes Scott Carpenter, il piano di Trump di riempire le SPR potrebbe rivelarsi “più efficace come metafora dell’infinito appetito del settore dello scisto per i debiti” piuttosto che un fattore significativo per un aumento del prezzo del greggio.

Questo perché la capacità totale delle SPR è di 713,5 milioni di barili. Alla scorsa settimana, il volume totale di greggio nelle caverne di sale sotterranee in Louisiana, le riserve della nazione, era di poco meno di 650 milioni di barili.

Perciò, il massimo che Trump potrà mettere in queste caverne sono 63,5 milioni di barili. Anche se il governo dovesse continuare a riempire le SPR fino a fine anno, potrà farlo solo fino a 219.000 barili al giorno per i restanti 290 giorni dell’anno dal 16 marzo.

“Si tratta dell’equivalente di neanche metà della dimensione dei tagli che l’OPEC+ stava prendendo in considerazione prima che saltassero le ultime trattative. Ed è solo una frazione dei circa 4 milioni di barili al giorno di eccesso di scorte che i mercati globali potrebbero dover affrontare ora”, afferma Carpenter, riferendosi all’aggressivo piano di produzione saudita delle prossime settimane, a cui dovrebbe fare eco anche la Russia.

E malgrado la loro spavalderia, anche i sauditi sembrano essere in difficoltà.

Aramco (SE:2222) (SE:2222), la compagnia petrolifera nazionale di Riad, sta riducendo le spese previste quest’anno, primo segnale del fatto che il crollo della domanda e la guerra dei prezzi scatenata dal regno stanno pesando sulla nazione, riporta Bloomberg.

Le spese in conto capitale ammonteranno a 25-30 miliardi di dollari nel 2020 ed i piani di spesa per il prossimo anno ed oltre sono in fase di revisione, ha reso noto Aramco. Il colosso del greggio ha abbassato il range dai previsti 35-40 miliardi di dollari annunciati nel suo prospetto IPO. Nel 2019 aveva speso 32,8 miliardi di dollari.

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In ogni caso, l’oro sarà venduto

Nel caso dell’oro, aspettiamoci che un’eventuale ripresa sia limitata, con gli operatori che probabilmente venderanno rapidamente per coprire margini ed altre spese sui titoli e altrove. Secondo Halley di OANDA, se i titoli azionari dovessero scendere ancora, la liquidazione dei long sull’oro sembrerà inevitabile; se i titoli azionari dovessero salire di nuovo verso i 1.600 dollari o persino riprendere i massimi di 1.700 dollari della scorsa settimana, l’oro sarà venduto due volte più velocemente.

Gold Futures Weekly Price Chart

Grafico prezzi settimanali dei future dell’oro



“In tutta probabilità, la pazienza ricompenserà i long sull’oro, ma saranno necessari portafogli rigonfi”, afferma.

“Dopo il calo di 175 dollari della scorsa settimana, non si potranno ignorare altri dolori da ribasso, né saranno rispettati i livelli tecnici. Detto questo, l’area tra 1.460,00 e 1.480,00 dollari incombe come supporto più a lungo termine. Se si punta ad andare long e si chiudono gli occhi, questa potrebbe essere un’area buona come un’altra per farlo”.

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