Martedì il mercato delle criptovalute è scivolato ancora più in basso e il futuro rimane annebbiato.
Il Bitcoin ha sfondato al ribasso la sua media mobile a 200 giorni, pari a $6.275, ed è sceso addirittura sotto la soglia dei $6.000 durante la seduta asiatica.
Nelle ultime 24 ore, la capitalizzazione di mercato complessiva dei cripto-asset è scesa di più di $100 miliardi, e ora si attesta a $280 miliardi di dollari.
Dal massimo storico d’inizio gennaio, sono andati in fumo più di $550 miliardi, ciò corrisponde a un calo medio giornaliero di $18 miliardi negli ultimi 30 giorni.
Come al solito, la paura che la Corea del Sud e la Cina, considerati i paesi più cripto-affini, vietino le criptovalute ha innervosito gli investitori.
Questa settimana la tensione è salita di un altro gradino, perché il governo cinese sta per bloccare l’accesso dal paese a piazze di scambio straniere e siti web che offrono investimenti in ICO.
Nel frattempo, il ministro delle finanze sudcoreano ha confermato che non ci sarà un divieto sulle criptovalute, ma ha detto che la “blockchain è un avanzamento tecnologico importante” e che il ministero “imporrà regole severe per utilizzi negativi delle criptovalute”.
Il colpo di grazia definitivo per il mercato delle criptovalute potrebbe essere l’audizione di Giancarlo (CFTC) e Clayton (SEC) al Congresso.
I due supervisori principali del mercato chiedono – stando al documento che contiene gli interventi preparati – una supervisione federale delle piattaforme su cui si scambiano le criptovalute.
Stando al documento, non si parla di vietarle, ma di regolarle.
Considerando che né la SEC, né la CFTC, hanno un controllo chiaro delle piazze virtuali, gli investitori non sanno cosa riserverà loro il destino.