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Con la Cina in festa, il petrolio si prepara per una settimana di incognite 

Pubblicato 23.01.2023, 14:31
Aggiornato 14.08.2023, 12:57
  • Il Capodanno cinese causa trepidazione ed entusiasmo per il petrolio
  • Le fabbriche cinesi chiuderanno almeno per una settimana, con una temporanea sospensione della domanda di greggio
  • Alla riapertura, la domanda cinese di petrolio e materie prime solitamente è esplosiva 
  • L’emergenza COVID in Cina potrebbe cambiare le cose quest’anno
  • È quel periodo dell’anno in cui i trader delle materie prime sono allo stesso tempo nervosi ed entusiasti.

    Il capodanno cinese, iniziato nel weekend, durerà una settimana e alcune aziende e fabbriche resteranno chiuse anche di più. I consumi di petrolio e materie prime solitamente crollano in questo periodo, con una temporanea interruzione della domanda.

    Alla riapertura, le industrie cinesi spesso registrano attività a tutto gas, che bastano a compensare quanto non consumato durante le feste. Ed è su questo che contano i tori del petrolio: la domanda cinese esploderà da febbraio in poi, alimentando la ripresa dei prezzi iniziata a metà gennaio.

    Quest’anno però, qualcosa potrebbe cambiare. Si tratta dell’emergenza COVID.

    Gli esperti si aspettano enormi nuove impennate di contagi, con i cinesi che viaggiano e si incontrano liberamente per la prima volta dopo tre anni, dopo che Pechino ha rimosso le restrizioni in vigore dal 2020.

    Wu Zunyou, capo epidemiologo del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie in Cina, sabato ha lasciato intendere che, con un tale numero di contagi, la Cina probabilmente andrà verso la piena immunità dal virus, implicando un rischio minimo di ricoveri e decessi.

    I long sul petrolio sperano che la prognosi di Wu si avveri, e che il lavoro decolli dopo le feste. La domanda di greggio in Cina potrebbe schizzare di ben un miliardo di barili al giorno quest’anno, secondo Reuters, o addirittura due miliardi, dice Bloomberg.

    John Kilduff, socio dell’hedge fund di energetici Again Capital a New York, afferma:

    “La scommessa sulla Cina è enorme, e le persone seguiranno i dati industriali del paese come falchi dal mese prossimo, per indizi sulla domanda di greggio e carburante. I tori del petrolio pregheranno che i dati sulle importazioni di greggio, nonché gli indici PMI del paese, siano più alti del previsto, per tenere viva questa idea di una domanda alle stelle. Se non dovesse succedere, il petrolio potrebbe tornare ai minimi di dicembre”.

    Il West Texas Intermediate, o WTI, scambiato a New York, il riferimento per il greggio USA, si attesta a 81,50 dollari al barile alle 07:40 CET, in calo di 14 centesimi, o dello 0,2% sulla giornata. Il WTI segna +1,3% sull’anno, dopo essere crollato al minimo di un anno di 70,11 dollari a dicembre dai massimi dell’invasione dell’Ucraina di oltre 130 dollari del marzo scorso.

    Il Brent scambiato a Londra, il riferimento globale, si attesta a 87,43 dollari, in calo di 20 centesimi, o dello 0,2%. Sull’anno in corso, il Brent è salito dell’1,8%. Ha segnato il minimo di un anno di 75,11 dollari a dicembre, dal picco del marzo 2022 di quasi 140 dollari.

    Sebbene un’impennata della domanda cinese senza dubbio sarebbe bullish per il petrolio, una potenziale recessione negli Stati Uniti e in altre importanti economie occidentali potrebbe frenare i consumi quest’anno.

    Gli USA pubblicheranno la prima stima sul PIL del quarto trimestre giovedì, e gli analisti si aspettano un +2,6% annuo, dopo il +3,2% del terzo trimestre.

    Anche se sembra un dato forte, recenti dati economici hanno rivelato che l’economia stava perdendo slancio alla fine del 2022.

    Il PIL dovrebbe indebolirsi nei prossimi trimestri, con gli aggressivi aumenti dei tassi della Federal Reserve che continuano a pesare sulla domanda.

    Questa settimana sarà seguito anche lo stallo sul tetto del debito USA.

    Il governo ha raggiunto il suo limite di prestito di 31,4 mila miliardi di dollari giovedì, in uno scontro tra i Repubblicani e i Democratici del Presidente Joe Biden sull’aumento del tetto del debito. I Repubblicani vorrebbero tagliare le spese governative prima di approvare un tetto più alto; una richiesta simile nel 2011 aveva spinto S&P a tagliare il rating sul credito USA per la prima volta, scatenando il caos sui mercati finanziari.

    L’impasse potrebbe durare mesi e potrebbe risolversi all’ultimo minuto, con le parti che si mettono alla prova in vista di giugno, la data oltre la quale il Tesoro probabilmente avrà esaurito le misure di emergenza per evitare il default.

    Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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