Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com
Ci vorranno decenni per risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Il mondo continua a basarsi sui combustibili fossili per l’energia. Negli ultimi mesi, i prezzi degli idrocarburi sono saliti a massimi pluriennali. Il carbone è schizzato a prezzi più alti del 2008. Il gas naturale ha raggiunto il massimo dal febbraio 2014. Il contratto di gennaio dei future del gas naturale NYMEX è arrivato al picco di 6,667 dollari per MMBtu, un livello che non si vedeva dal 2008. Il greggio ha segnato il massimo dal 2014.
Il greggio tende a salire, raggiungere un livello insostenibile e poi registrare un netto ribasso.
Sebbene il prezzo possa scendere ancora, tutti i segnali indicano prezzi più alti nel 2022. Comprare il greggio sulla debolezza di prezzo nelle prossime settimane potrebbe essere l’approccio ottimale per il prossimo anno.
Scale per salire e ascensore per scendere
Fonte: CQG
Il grafico giornaliero dei future del greggio NYMEX di gennaio mostra che la materia prima energetica è crollata da un pendio ribassista nella seduta dopo il Ringraziamento. La notizia di una nuova variante del COVID-19 ha innescato le vendite che hanno causato un tonfo di quasi il 25%, il maggiore dall’aprile 2020.
Il prezzo dei future di gennaio ha raggiunto un minimo di 64,54 dollari al barile ed era ancora sotto pressione mercoledì 1° dicembre. Il greggio ha dunque preso l’ascensore per scendere.
Il trend del greggio resta al rialzo; minimi più alti all’orizzonte
Fonte: CQG
Come mostra il grafico settimanale, la carneficina del prezzo alla fine della scorsa settimana non nega il trend rialzista. Il primo livello di supporto tecnico si trova a 61,74 dollari al barile, minimo di fine agosto 2021. Una mossa sotto il bottom dell’agosto 2021 danneggerebbe il trend del mercato del greggio, ma le probabilità dicono che quel livello terrà. Potremmo aver già visto il minimo il 30 novembre.
La politica energetica USA supporta prezzi del greggio più alti; la stagionalità pesa sui prezzi
Nel suo primo giorno da Presidente USA, Joseph Biden ha cancellato il progetto dell’oleodotto Keystone XL. A maggio, il governo ha vietato il fracking e le trivellazioni nei territori federali in Alaska.
La benzina tende a vedere dei cali della domanda nei mesi invernali, con gli autisti che viaggiano di meno. L’inverno può essere un periodo debole per il greggio. L’ultimo sell-off è arrivato sulla scia dei timori che una nuova mutazione del virus possa portare a restrizioni sui viaggi e ad una minore domanda per la materia prima energetica. La stagionalità non ha fatto che peggiorare le vendite.
Scorte e produzione USA sono fondamentalmente rialziste; l’OPEC+ determinerà il prezzo del greggio; la storia suggerisce che la vendita di SPR USA non è rilevante
Nel marzo 2020, la produzione giornaliera statunitense ha raggiunto il massimo storico di 13,1 milioni di barili al giorno. La Energy Information Administration ha riportato che la produzione giornaliera si attestava a 11,6 mbpd il 26 novembre, l’11,5% in meno del massimo.
Sebbene il governo stia permettendo l’uso delle SPR, i dati dell’American Petroleum Institute mostrano dei cali nelle scorte di greggio e prodotti petroliferi finora nel 2021.
Il calo della produzione USA sotto il governo Biden ha ridato il potere di prezzo del mercato petrolifero all’OPEC+. Dopo anni di prezzi bassi per via della produzione di scisto USA, le decisioni di prezzo di Mosca e Riad non determineranno il prezzo della materia prima energetica per i consumatori di tutto il mondo. Il cartello preferirebbe vendere un barile a 100 dollari che due a 40 dollari.
Sebbene il Presidente abbia reso disponibili 50 milioni di barili dalle SPR a novembre, questo livello equivale solo a tre giorni di consumi USA. Le vendite di SPR in passato hanno avuto poco impatto sui trend di prezzo del mercato petrolifero.
Comprare sul calo nelle prossime settimane
È possibile che il greggio possa scendere sotto i 60 dollari entro la fine del 2021, ma ciò rappresenterebbe un’ottima opportunità di acquisto per il 2022.
Gli USA sono meno rilevanti nell’arena della produzione petrolifera rispetto al passato. Inoltre, l’aumento della domanda renderà gli Stati Uniti più dipendenti dal petrolio estero nel 2022. La politica energetica statunitense, il controllo della politica di produzione da parte dell’OPEC+, l’aumento dell’inflazione e la crescita economica creano un potente cocktail rialzista per il mercato del greggio.
Non credo che abbiamo visto i massimi del greggio e mi aspetto che il prezzo superi i 100 dollari al barile nel 2022. L’attuale sell-off potrebbe essere il momento perfetto per fare incetta della materia prima energetica, ma attenzione perché le vendite sul breve termine possono essere brutte, come è successo il 26 novembre.