A sorpresa, la BCE ha tagliato i tre tassi di 10 punti base, facendo scendere aggressivamente il complesso EUR. Inoltre, Draghi ha annunciato che, a partire da novembre 2014, la BCE inizierà ad acquistare debito privato attraverso titoli ABS e acquisti di bond coperti. I banchieri della BCE hanno anche preso in considerazione un QE (acquisti di debito pubblico), i bond dei paesi periferici hanno compiuto un rally, anche se in quest’area la banca non è intervenuta. Draghi ha definito l’azione di ieri di sostegno al credito e complementare alle TLTRO di settembre e dicembre. L’EUR/USD è scivolato a 1,2920 per la prima volta da luglio 2013. Stando agli indicatori tecnici, al momento l’EUR/USD è marcatamente ipervenduto (RSI al 17%, banda di Bollinger inferiore a 30 giorni a 1,3010), prima di ulteriori vendite, ci aspettiamo una pausa correttiva su questi livelli. Il prossimo supporto chiave giace a 1,2746/55 (minimi di luglio/aprile 2013). L’EUR/USD ora è soggetto a discrete barriere per le opzioni a 1,3000+.
Oltremanica, la BoE ha mantenuto invariato il tasso di riferimento allo 0,50% e l’obiettivo degli acquisti di asset stabile a 375 miliardi di GBP. La coppia GBP/USD si è indebolita ulteriormente, anche se la reazione più marcata è arrivata con la decisione della BCE. La coppia GBP/USD è scesa fino a 1,6287, perché gli operatori asiatici hanno portato avanti la tendenza ribassista. La coppia è scesa ai minimi da sette mesi. Il trend negativo si sta rafforzando e sta spingendo il cable in area d’ipervenduto. S’intravede un supporto chiave a 1,6252 (minimo 4 febbraio) prima della soglia psicologica a 1,6000. Discrete barriere per le opzioni probabilmente continueranno a esercitare pressione a vendere sotto 1,6500.
Fino a ieri, l’EUR/GBP si accingeva a violare la resistenza a quota 0,80000, perché quasi tutte le barriere al rialzo erano state liquidate. L’intervento a sorpresa delle BCE ha però fatto scendere la coppia di una figura (di nuovo sotto le medie mobili a 21 e 50 giorni, collocate rispettivamente a 0,79723 e 0,79504). Prima della campanella di chiusura settimanale, le barriere per le opzioni si susseguono sotto 0,7925.
L’evento chiave della giornata sarà la pubblicazione del rapporto sull’occupazione di agosto negli USA; si monitoreranno con attenzione i dati riguardanti la variazione nelle buste paga del settore privato, manifatturiero e non-agricolo, i tassi di disoccupazione e partecipazione, e le retribuzioni medie. Le aspettative sono positive, sebbene il rapporto ADP sull’occupazione (pubblicato ieri) abbia deluso le attese, con 204.000 nuovi posti di lavoro privati rispetto ai 220.000 previsti; le 218.000 nuove unità del mese scorso sono state riviste al ribasso a 212.000. Il dato NFP di agosto dovrebbe attestarsi a 230K (rispetto a 209K di un mese fa), il tasso di disoccupazione è visto in calo al 6,1% con un tasso di partecipazione stabile, pari al 66,1%. La debolezza del tasso di disoccupazione continua a essere fonte di preoccupazione. Secondo un documento della Fed, la debolezza del mercato occupazionale è dovuta a cambiamenti strutturali. Powell (Fed) ha sollecitato delle alternative al Libor, non appena diventeranno possibili nella pratica, visto che la fiacchezza del mercato occupazionale USA continua a essere allarmante.
Gli operatori si concentreranno anche su: produzione industriale m/m e a/a di luglio in Germania; fiducia dei consumatori di agosto in Francia; riserve in valuta straniera di agosto e produzione industriale a/a riferita al secondo trimestre in Svizzera; saldo di bilancio di agosto, produzione industriale e servizi m/m e a/a, ordini industriali m/m e a/a di luglio in Svezia; produzione industriale m/m e a/a di luglio in Norvegia; PIL (preliminare) t/t e a/a, spese fisse lorde in capitale, spesa pubblica e consumi delle famiglie riferiti al secondo trimestre nell’Eurozona; tasso di disoccupazione e partecipazione, indice direttori d’acquisto Ivey di agosto in Canada.