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Crollo dell’IPC britannico allo 0,5%, EUR/CHF immobile

Pubblicato 13.01.2015, 13:50
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Il greggio WTI viene scambiato sotto i 45 dollari, l’USD/CAD avanza verso 1,20 parallelamente alle crescenti pressioni a vendere sulle valute dei paesi esportatori di petrolio. Nel Regno Unito, l’IPC complessivo è sceso più rapidamente del previsto, attestandosi allo 0,5% su base annua a dicembre, la debolezza dei prezzi del petrolio rappresenta la causa principale di questo scivolone. La coppia GBP/USD viene scambiata pigramente, perché il calo dell’IPC favorisce un prolungamento della politica accomodante della BoE prima della normalizzazione. In Svizzera, la BNS sta lottando per la sua credibilità. L’EUR/CHF passa di mano nella strettissima fascia compresa fra 1,2009 e 1,2011, suggerendo che non è certamente solo il mercato a fare il prezzo.

Il greggio WTI sotto i 45 dollari, l’USD/CAD avanza verso quota 1,20

Il greggio WTI viene scambiato sotto i 45 dollari, vicino ai minimi da 6 anni. Con il persistere del calo dello WTI, anche le valute dei produttori di petrolio crollano, con l’USD/CAD sull’orlo delle offerte a 1,20. Malgrado l’USD/CAD ipercomprato (RSI al 78%), ormai il superamento del supporto del CAD contro l’USD pare solo questione di tempo. Il supporto per la coppia USD/CAD si sta formando sopra 1,1781 (38,2% di Fibonacci sul calo dal 2002 al 2007). Le resistenze chiave sono costituite dalla soglia psicologica a 1,2000 e da 1,2506 (massimo 21/04/2009). L’EUR/CAD si avvicina alla sua media mobile a 100 giorni (1,41841). Una chiusura giornaliera superiore a 1,4140 (minimo infragiornaliero e pivot MACD) dovrebbe far rimanere il sentiment cautamente positivo, perché permangono i rischi per l’EUR.

IPC britannico ai minimi da quasi 15 anni

Nel Regno Unito, l’IPC complessivo è sceso allo 0,5% su base annua a dicembre, più dello 0,7% previsto (rispetto all’1,0% di un mese fa). La debolezza era stata ampiamente prevista, principalmente per il calo dei prezzi del petrolio ma anche per le guerre dei prezzi dei supermercati. La reazione immediata è stata un calo della coppia GBP/USD a 1,5085, l’EUR/GBP si è impennato a 0,78295. Il fatto che il Regno Unito si stia avvicinando alla deflazione potrebbe sembrare favorevole per la BoE, che potrebbe mantenere il tasso bancario ai minimi storici, ma secondo noi, al giorno d’oggi, è meglio non fondare la politica monetaria sull’indice dei prezzi. L’IPC complessivo è, infatti, fortemente influenzato da un fattore esterno, il mercato petrolifero, che potrebbe rimbalzare con la stessa velocità con cui è crollato, a seconda della volontà dei produttori di petrolio. La BoE non ha il controllo assoluto sulla questione. Quanto la BoE potrebbe trarre vantaggio dalla situazione al momento è un grosso punto interrogativo. I contratti SONIA, tuttavia, suggeriscono che le previsioni puntano a un prolungamento dello status quo per quest’anno.

Gli indicatori di trend e momentum della GBP/USD lasciano presagire un nuovo test del supporto a 1,50. Sotto questo livello si profilano gli stop. Le barriere per le opzioni a 1,5100+ dovrebbero continuare a esercitare pressioni sul cable. Gli indicatori dell’EUR/GBP sono piatti. Una chiusura giornaliera inferiore a 0,7795 (pivot MACD) farà rimanere il giudizio negativo. Le consistenti opzioni standard in scadenza oggi a 0,7800/50 dovrebbero frenare i tentativi al rialzo.

A rischio la credibilità della BNS

Pare che la credibilità della BNS stia venendo meno, potenzialmente a causa della strategia, dettata dal panico, di introdurre i tassi negativi. Questo potrebbe essere stato il passo decisivo che ha spinto la BNS verso una spirale di politica monetaria inefficiente. I commenti aggressivi, ma ripetitivi, del vice presidente della BNS Danthine sul ruolo del tasso di cambio minimo dell’EUR/CHF per la politica monetaria non hanno contribuito a sostenere la soglia a 1,2000. Poiché pare che la BCE si stia preparando a un QE in piena regola e viste le ulteriori pressioni derivanti dall’incertezza politica in Grecia, la pressione sull’EUR/CHF è solo agli inizi. Le volatilità praticamente allo zero dell’EUR/CHF indicano che la BNS sta sicuramente intervenendo per difendere la base minima a 1,20. Poiché la credibilità della BNS è a rischio, insieme agli sforzi crescenti che si renderebbero necessari per assicurare la base minima, appare chiaro che i costi di intervento finiranno per diventare un problema, visto che la BCE si prepara a iniettare più liquidità attraverso l’acquisto di bond sovrani (QE). La nostra previsione di lungo termine è che la BNS tenterà di spingere il mercato di nuovo verso 1,21 o 1,22, forse attraverso tassi negativi più marcati, prima di rimuovere senza far rumore la soglia. Visto il tasso dell’espansione degli attivi di bilancio e le previsioni di lungo periodo negative in Europa (le riserve in valuta straniera della BNS dovrebbero raggiungere i mille miliardi di CHF prima che le prospettive dell’EU si concretizzino), oltre al deterioramento della credibilità sul mercato, i membri della BNS devono comprendere che la difesa della base minima è destinata a fallire. Ci sono forti pressioni al rialzo sui future eurosvizzeri (100,30) perché gli operatori scontano ulteriori tassi negativi. Le inversioni di rischio per l’EUR/CHF tendono al ribasso su tutte le scadenze.

chart

The Risk Today

Luc Luyet

EUR/USD L’EUR/USD sta effettuando un rimbalzo. Tuttavia, fino a quando le resistenze orarie a 1,1897 e a 1,1976 non verranno infrante, la struttura tecnica di breve termine permane negativa. Un supporto orario si trova a 1,1754, mentre un supporto chiave si trova a 1,1640. In un’ottica a più lungo termine, la rottura della robusta area di supporto tra 1,2043 (minimo 24/07/2012) e 1,1877 (minimo 07/06/2010) conferma il trend ribassista di fondo. Il triangolo simmetrico a lungo termine favorisce un'ulteriore significativa debolezza. Supporti importanti si trovano a 1,1640 (15/11/2005) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003), mentre una resistenza chiave si trova a 1,2252 (massimo 25/12/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD tenta la ripresa in prossimità del supporto psicologico a 1,5000. Tuttavia, l’attuale fallimento di movimento oltre la recente resistenza a 1,5194 (massimo 12/01/2015) suggerisce una persistente interesse all'acquisto al lumicino. Inoltre, fino a quando i prezzi permarranno al di sotto della resistenza oraria a 1,5274 (massimo 06/01/2015, vedasi anche il ritracciamento a 38,2%), la struttura tecnica di breve termine è negativa. Supporti orari ora giacciono a 1,5099 (minimo 12/01/2015) e a 1,5035. A più lungo termine, la struttura tecnica è negativa finché i prezzi permarranno al di sotto della resistenza chiave a 1,5620 (massimo 31/12/2014). Si prevede un ritracciamento completo in scia all’ascesa del 2013-2014. Un supporto robusto si trova a 1,4814 (minimo 09/07/2013).

USD/JPY L’USD/JPY ha violato il supporto a 118,26/118,06, suggerendo crescenti pressioni di vendita. Un altro supporto orario si trova a 117,05 (minimo intragiornaliero). Resistenze orarie possono essere trovate a 119,32 (massimo 12/01/2015, vedasi anche il canale discendente) e a 119,96 (massimo 08/01/2015). Propendiamo per un giudizio rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene un consolidamento a medio termine sia auspicabilmente in corso, non vi è alcun segnale che segnali la fine del trend rialzista di lungo termine. Un importante resistenza si trova a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,46 (minimo 17/11/2014).

USD/CHF L’USD/CHF è in fase di correzione dopo il recente aumento robusto. Supporti orari possono essere trovati a 1,0095 (minimo 07/01/2015) e a 1,0033 (minimo intragiornaliero). Una resistenza oraria si trova ora a 1,0217. La violazione della principale area di resistenza tra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010) conferma l’avvio di un nuovo trend rialzista di lungo periodo nel mese di agosto 2011. Una nuova fase ascendente di lungo termine che fa eco a quella da agosto 2011 a luglio 2012 è probabilmente in corso. Resistenze chiave si attestano a 1,0676 (massimo 12/07/2010) e a 1,1731 (massimo 01/06/2010), mentre un supporto chiave si trova a 0,9831 (minimo 25/12/2014).

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