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DailyFX Morning Adviser, Aud sotto pressione e inflazione UK

Pubblicato 02.09.2014, 08:54
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 2 settembre 2014
INTRO
Con America e Canada chiusi per festività la giornata di ieri si è rivelata molto tranquilla dal punto di vista delle direzionalità dei movimenti e della volatilità, con l’arrivo dei primi grossi movimenti importanti durante la notte, dopo la decisione da parte della RBA di non modificare il costo del denaro (mantenuto al 2.50%). Acquisti degli indici asiatici e di dollaro hanno seguito i movimenti partiti di vendita di dollaro australiano, oggi dovremo prestare attenzione ai dati relativi all’inflazione inglese ed americana.
RBA: cash target rate a 2.50%
Nessuno, a dir la verità, si attendeva delle mosse da parte della RBA sui tassi di interesse e proprio per questo i movimenti forti cui abbiamo assistito ci hanno lievemente stupiti, ma essi stanno a significare che il mercato (e con esso gli investitori) ha voglia di tornare a muoversi ed è possibile, nel corso della prossime settimane, cominciare a rivedere alcuni momenti di alta volatilità che potrebbero cambiare gli ultimi mesi dell’anno in corso. La decisione della RBA, di per sé non molto importante in quanto le aspettative degli operatori non sono state disattese, ne è la prova. Con le dichiarazioni rilasciate all’interno dello statement accompagnatorio infatti, Glenn Stevens ha comunicato che il livello attuale del dollaro australiano risulta essere troppo alto per riuscire a sostenere la crescita economica dell’isola come si potrebbe, con la chiara indicazione, confermata ad analisti ed investitori, circa un periodo futuro di probabile mantenimento dei tassi ai livelli attuali, dato anche il prezzo delle materie prime che rimane in linea con i valori storici ma che sta risultando basso per alcuni fattori d’interesse per l’Australia. Il risultato, all’interno di un mercato che attualmente non sta prezzando nessun rialzo di tassi a livello globale, si è visto ed in maniera molto chiara, con il dollaro australiano venduto pesantemente contro il dollaro americano che ha recuperato valore non soltanto contro l’aussie, ma anche contro euro e sterlina (seppur in misura minore dati i movimenti notturni e la “natura dormiente” della due valute europee). I veri protagonisti però sono state le divise asiatiche, con il USDJPY salito oltre quota 104.75 (alla quale è corrisposta la salita del Nikkei confermandoci le correlazioni esistenti tra yen e indice giapponese quando i movimenti sono direzionali) ed il UsdCnh – dollaro americano contro yuan cinese – che ha recuperato terreno tornando sui massimi di settimana scorsa, dopo il fallimento del tentativo di rottura ribassista di area 6.1400. Risk on non sostenuto da nessun dato macro particolare dunque, che potrebbe proseguire anche sulle aperture europee.
L’inflazione inglese ed americana
Non ci dilunghiamo sull’argomento in quanto affrontato in diverse sedi e con diversi livelli di approfondimento. Ci limitiamo a ricordare l’importanza dei due dati in pubblicazione, il primo alle ore 10.30 ed il secondo alle ore 14.30, con quella inglese di gran lunga più osservata dagli operatori in quanto esistono risicate aspettative su rialzi di tassi prima della fine del 2015. La stessa esistenza di queste, seppur lieve, aspettative, risulta molto importante e deve farci seguire con attenzione le pubblicazioni. In caso di inflazione superiore alle attese infatti la sterlina potrebbe reagire salendo contro dollaro ed euro, scenario opposto a quello che si potrebbe realizzare in caso di dati peggiori. Per quanto concerne l’Ame4rica invece la strada di politica monetaria risulta essere ben segnata e segnalata, ma visti i ritorni di liquidità in atto la prudenza non è mai troppa, per cui seguiremo con attenzione la release con idee dollaro-centriche per il pomeriggio.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: ottima tenuta delle resistenze individuate e raggiungimento dei primi target indicati. Siamo ancora nei pressi della media a 21 oraria e sotto quella a 4 ore, con la prima media che insieme all’area rappresentata da 1.3135 che potrebbero intervenire come ulteriori resistenze per spingere i prezzi in rottura dei minimi di ieri con potenziali estensioni in area 1.3075 (che non determinerebbe rotture definitive verso 1.3000 se non superata, per ora, l’area di 1.3060). Attenzione, come ribadito ieri, alle possibilità di assistere a rimbalzi, seppur non segnalati tecnicamente, che si fanno sempre più vicine, per cui l’utilizzo di stop loss diviene fondamentale. Ripartenze sopra area 1.31 ¾ divengono necessarie per pensare a tentativi di estensione verso la figura, con 1.3220 come livello principale da seguire per ragionare su inizi di inversioni rialziste.
USD/JPY: peccato aver atteso degli storni in area 103 75 prima di valutare acquisti che sarebbero stati perfetti in quanto il cambio ha raggiunto tutti i potenziali target studiati, con il superamento anche di 104.40. La media a 21 oraria si è rivelata un ottimo supporto dinamico ed ora possiamo attendere eventuali storni verso di essa per pensare ad eventuali acquisti di dollaro. L’area tra 104 ¼ e 104.40 rappresenta un buon supporto su cui eventualmente lavorare (media a 21 oraria, a 4 ore e massimi precedenti) per ritorni verso i massimi di stanotte ed in estensione (valutabile se gli stocastici orari si manterranno lontano dall’ipercomprato, dopo esserci usciti sull’eventuale storno e se quelli a 4 ore dovessero mantenersi per tutta la durata dello storno all’interno dell’area 70/100) verso 105.00. In caso di superamento ribassista di area 104.15 è possibile assistere a tentativi di accelerazioni non stimabili per il momento oltre area 103.85.
EUR/JPY: I cattivi rapporti rischio/rendimento ragionati ieri ci hanno evitato ingressi corti sul cross che avrebbero portato a stop loss (che comunque fanno parte dell’operatività). Bene così, molto bene. Su un orario, abbandonato ieri a favore di un 4 ore, è possibile oggi seguire degli eventuali storni in area di media a 21 e di massimi precedenti, che restituiscono l’area compresa tra 137.15 e 137.25 come potenziale supporto per valutare acquisti di euro, soltanto nel casi in cui lo stocastico orario si sia scaricato verso la zona di ipervenduto. Ritorni sotto area 137.05 potrebbero dare il la a tentativi di accelerazione verso il più importante 136.90 che se raggiunto con lo stocastico ben impostato a ribasso potrebbe essere propedeutico a rotture da valutare sotto 106.75.
GBP/USD: l’area individuata da tre sedute operative tra 1.6620 e 1.6655 (che ieri, all’interno del nostro meeting mattutino di analisi dei mercati che teniamo in diretta alle 9.30 abbiamo limato ulteriormente in 1.6640/55, al fine di migliorare il R/R relativo all’operazione potenziale e per evitare ingressi contro mercato in una fase di momentum rialzista di brevissimo che la sterlina stava mostrando) ha infine dato ottime soddisfazioni. Il mercato ha infatti stornato fino a raggiungere l’area di 1.6575 durante la notte ed ora si trova, prendendo a riferimento sempre un tf a 4 ore, in posizione ancora potenzialmente ribassista data dalla divergenza ribassista formatasi, dalle medie che rimangono impostate a ribasso, e dal fatto che i prezzi potrebbero uscire da una figura di congestione e di potenziale continuazione creatasi durante gli ultimi 10 giorni. In caso di rotture ribassiste di area 1.6555 il mercato potrebbe tentare estensioni verso 35 ed eventualmente figura (se lo stocastico a 4 ore dovesse trovarsi lontano dall’ipervenduto). Per ripartire occorre, a nostro parere, superare 1.6675 con potenziali target in area 1.6730.
AUD/USD: sul dollaro australiano non possiamo far altro che attendere eventuali correzioni a rialzo o approfondimenti ribassisti, dopo che ieri non è entrata nessuna strategia operativa durante la giornata (e sapete che prima di una news della portata di quella di stanotte sicuramente non è buona idea aprire posizionamenti, long o short che siano, se non si ha un’elevata propensione per il rischio. Area 0.9315 come resistenza (media a 21 oraria e punti precedenti) per ritorni sui minimi, con stop sopra area 0.9335 e potenziali valutazioni di rotture intorno a 0.9265, da non valutare però operativamente a causa di bassi livelli di volatilità implicite.
Ger30 (DAX): dax a rialzo dopo le ottime performance del Nikkei durante la notte. Nessuno storno verso 9,370 e nessun acquisto sull’indice, che adesso potremmo attendere verso le resistenze passanti per i massimi precedenti prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività. Se ci spostiamo su un time frame a 4 ore da un orario il mercato trova conferme di potenziali ricerche delle resistenza, da seguire insieme prima di decidere qualsiasi posizionamento a favore di eventuali storni.
XAU/USD (Oro): la figura impostata ieri a 4 ore sta funzionando ed i prezzi si trovano vicino a 1,280.00, che se dovesse essere superato con stocastico non ancora in ipervenduto potremmo assistere ad eventuali estensioni verso 1,274.50 e 1,270.00.

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