Matteo Paganini, 31 luglio 2014
INTRO
Tapering in evoluzione ed ulteriore riduzione degli acquisti di asset a sostegno dell’economia americana, passati da 35 a 25 miliardi di dollari, con i tassi che rimarranno fermi per un “considerevole periodo di tempo”, ma con il primo voto contrario alla visione della Yellen, oltre a qualche piccolo cambiamento nel wording della Banca Centrale americana. Questo quanto accaduto ieri sera.
Lo statement della Fed
L’economia è migliorata nel secondo trimestre 2014 e le condizioni del mercato del lavoro sono state descritte come migliorate, con un tasso di disoccupazione che non è più stato definito come elevato ma che è visto come in continua discesa, con i rischi che l’inflazione continui a posizionarsi sotto il target del 2% in qualche modo diminuiti (diminished somewhat, queste le parole della Yellen). Questi i fattori cruciali dello statement redatto dal Board of Directors della Fed, che continuerà a mantenere in essere la politica monetaria accomodante esistente, al fine di migliorare quel basket di indicatori economici che potrebbero permettere di terminare questo terzo round di QE e di procedere, gradualmente, verso un rialzo di tassi. Tassi che, come visto, rimarranno fermi all’interno del corridoio 0/0.25% per un periodo considerevole di tempo dopo che il programma di acquisti di titoli (passati da 35 miliardi a 25 miliardi al mese) terminerà del tutto. Un punto su cui Plosser, il falchetto della Fed, non è d’accordo. Egli ha infatti votato contro la decisione della Yellen e di tutti gli altri 9 membri del consiglio direttivo in quanto l’utilizzo della terminologia “considerable period of time” si concentra sul tempo per cui i tassi dovranno mantenersi fermi dopo la fine del QE, non andando a rendere giustizia a tutti i miglioramenti economici che la Fed ha visto fin’ora. Il primo voto contro le colombe, ma che non inciderà a livello decisionale e nemmeno, per il momento, a livello di aspettative degli analisti e di operatività.
Le reazioni del mercato
I mercati hanno visto un forte rafforzamento del dollaro americano durante il pomeriggio di ieri, dopo la pubblicazione di un Pil Usa al 4% contro attese di 3.1%, con le borse che inizialmente hanno cominciato a salire, soprattutto sul versante americano, per poi girarsi a ribasso in maniera abbastanza prepotente, lasciando intendere che le aspettative sulle mosse della Federal Reserve fossero un market mover più importante rispetto al dato comunicato. Ci siamo infatti portati all’interno del territorio che vede “soltanto” 25 miliardi di dollari di iniezioni di liquidità (l’Argentina fallirà per circa 1,5 miliardi), il che comincia a far nascere condizioni che potrebbero sostenere movimenti ribassisti strutturali delle borse che ieri ci hanno mostrato delle prove di ribassi, non avvenuti in maniera importante. Rimaniamo convinti del fatto di poter assistere a tentativi di ripartenza che potrebbero portare al raggiungimento di nuovi massimi prima di cominciare a considerare possibilità definitive di discesa dei listini, per cui seguiremo con attenzione l’area passante tra 1,925.0 e 1,950.0 (time frame giornaliero), sopra la quale possiamo considerarci fuori pericolo. A livello intraday le cose cambiano e seguiremo ogni giorno i livelli principali sul nostro forum di analisi.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: un 4 ore parla da solo, con la media mobile a 21 periodi che sta mantenendo egregiamente i prezzi sotto di essa e che insieme a 1.3425 potrebbe rappresentare un’area all’interno della quale valutare eventuali vendite di euro per il raggiungimento di area 1.3350 ed in estensione 1.3330, senza che la rottura ribassista si possa considerare definitiva. Fino a che ci manterremo sopra area 1.3250 infatti potrebbe essere possibile assistere a tentativi di ripartenza di medio periodo. In caso di ripartenza oltre area 1.3430 il mercato potrebbe tentare accelerazioni verso 1.3485, area raggiungibile e considerabile operativamente nel momento in cui dovessimo assistere al superamento di zona 1.3455.
USD/JPY: i prezzi si stanno mantenendo sopra la media a 21 a 4 ore ed oraria. Quest’ultima, con uno stocastico in ipervenduto ed i punti statici passanti 102.45 e 102.65, potrebbe fornire dei buoni spunti rialzisti sul cambio per tentativi di raggiungimento dei massimi a 103.00 toccati ieri ed eventualmente, in estensione, 103.30, tenendo conto che fino a che le quotazioni non dovessero superare a ribasso l’area passante per 102.25 non andremo a considerare eventuali approfondimenti ribassisti verso 102 figura ed in estensione 101.85.
EUR/JPY: grafico orario simile a quello di USDJPY, con le aree di supporto passanti tra 137.30 e 137.55, dove eventualmente valutare potenziali acquisti di euro, con la media a 21 ed i punti precedenti a fare da potenziali supporti. In caso di ripartenza è possibile attendersi dei tentativi di raggiungimento di area 137.90 e 138.15 (massimi precedenti ed eventuali estensioni verso i punti precedenti toccati a metà luglio). Nel caso in cui il mercato dovesse stornare sotto i supporti, andremo probabilmente a considerare un’operatività di reverse nel momento in cui dovessimo assistere al superamento di area 137.15, se lo stocastico a 4 ore si troverà lontano dalla zona di ipervenduto.
GBP/USD: la sterlina si mantiene sotto le medie orarie ancora ben impostate a ribasso, con la formazione di una potenziale figura a bandiera ribassista che, in caso di tenuta delle resistenze (media a 21 oraria e 1.6935, minimi precedenti), potrebbe portare al raggiungimento dei minimi di ieri ed eventualmente in estensione 1.6855, tenendo conto che eventuali tentativi di superamento di area 1.6955/65 potrebbero essere propedeutici ad accelerazioni verso 1.70 figura e 1.7020.
AUD/USD: ottima tenuta della media a 21 oraria che ha portato a buoni aumenti di volatilità a ribasso e ad una situazione tecnica che si è finalmente pulita. Possibilità di valutare la congestione a rettangolo che si sta formando su un orario, sotto la media, con l’area passante tra 0.9330 (ultimi massimi e minimi precedenti segnati durante tutto luglio) e 0.9350 che potrebbe essere sfruttata per valutare acquisti di dollaro americano per ritorni verso 0.9300 ed eventualmente 0.9275, con l’idea che ritorni sopra area 0.9360 potrebbero produrre accelerazioni all0’interno delle più importanti resistenze passanti tra 0.9375 e 85, superate le quali possiamo attenderci tentativi di raggiungimento di area 0.9410.
Ger30 (DAX): come già osservato ieri, ancora volatile e poco chiara la giornata dei listini ed il Dax non ha di certo fatto eccezione. La candela giornaliera, molto simile a quella del giorno precedente, lo dimostra eloquentemente. La ciclicità dell’indice su time frame a 4 ore che risultava piuttosto buona e che suggeriva nuovi acquisti, ha trovato scoglio nella confluenza grafica rappresentata dalla media mobile esponenziale a 21 periodi e dal livello statico di resistenza a 9.665 punti. Prevale dunque un quadro ribassista, come si osserva da grafico orario con la possibilità di pullback di breve e di ripartenza da area 9.625 con primo obiettivo a 9.570 e possibilità di lavorare a stop in pari per puntare ai minimi di periodo a 9.530. Da valutare però con attenzione possibili inversioni proprio a 9.570, guardando naturalmente a 9.625 che se superato ulteriormente lascerebbe spazio verso 9.665. 9.700 resistenza di ultima istanza.
XAU/USD (Oro): come detto ieri anche l’oro non ci fornisce estrema tecnicalità, a partire già dal grafico giornaliero. Eliminando l’analisi della doji su 4 ore e orario che ha portato a pulizia di stop nel primo pomeriggio di ieri, partendo da un time frame 4 ore, evidenziamo una sequenza di minimi crescenti che hanno condotto il prezzo vicino a cruciali punti di minimo in area 1.290. Il grafico orario, grazie all’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi, suggerisce nuovi scenari di vendita in area 1.297 per obiettivi di nuovi minimi verso area 1.287/5. Ritorni sopra la soglia citata e in maniera più conservativa sopra 1.302 riaprirebbero la strada verso la resistenza a 1.310 dollari l’oncia.