Matteo Paganini, 24 giugno 2014
INTRO
La giornata di ieri non ci ha restituito nessuno spunto di riflessione particolare se non dei tentativi di discesa del dollaro durante la notte di apertura dei mercati e di correzione delle borse, con l’indice italiano che ha vissuto lo stacco di dividendi, andando a ridimensionare il prezzo di molte blue chip. Approfittiamo per fare il punto della situazione, oltre a quanto visto ieri per quanto concerne le dinamiche dollaro-centriche e correlative inter-market ed intra-market.
Il valutario in poche righe
Il mondo valutario sta vivendo un momento cruciale. Le diverse politiche monetarie da parte delle numerose banche centrali in azione stanno portando a disallineamenti importanti tra valute relative a differenti aree geo-economiche. Partendo dalle più lontane coste oceaniche il dollaro neozelandese sta vivendo una contraddizione interna continuando a guadagnare forza pur essendosi pronunciata la propria banca centrale a favore di un deprezzamento della valuta, strada fino ad ora percorsa dall’ormai decorrelato dollaro australiano, che potrebbe peró stupire a rialzo nel momento in cui la banca centrale dovesse abbandonare del tutto la retorica a favore di un deprezzamento della divisa domestica. Avvicinandoci a realtà più consone alla nostra quotidianità, troviamo un euro ancora in forza sul dollaro pur essendo intervenuto Draghi con un taglio di tassi ed una manovra di aiuto e finanziamento alle banche (che dovrebbe estendersi, a loro parere, al credito alle imprese ed al consumo), euro che fino a quando si manterrà sopra quota 1.3550, non desterà problemi di deprezzamento, d’altronde ci troviamo di fronte all’unica valuta che non puó svalutare, cosa che avrete notato invece interessare le prime due valute citate e che chiuderà questo paragrafetto su dollaro e yen. Ma prima la sterlina. Essa sta vivendo un momento di gloria dato dalla combinazione di buono stato dell’economia e dal fatto che Carney abbia dichiarato di poter procedere con un rialzo di tassi prima che il mercato se lo aspetti. 1.7200 potrebbe rappresentare un livello di arrivo. Chiudiamo con il dollaro, indebolitosi ultimamente, di fronte a dinamiche che fino a quando non scenderemo sotto i 30 miliardi di stimoli monetari mensili d parte della Fed, potrebbe rappresentare una valuta di finanziamento a vantaggio degli acquisti di borsa, mentre lo yen, all’interno di una fase di svalutazione di medio periodo, si mantiene stabile contro dollaro tra 100.00 e 105.00, rimanendo correlato con l’andamento della borsa nipponica.
La guerra delle valute
Come si intuisce, il tema relativo alla guerra valutaria è tutt’altro che archiviato e l’unico a pagarne pesantemente le conseguenze rimane l’euro, che pur di fronte a diversi squilibri strutturali e macroeconomici, è in grado di far da catalizzatore di capitali proprio per il fatto che, checchè ce ne dicano (ieri Constancio, vice presidente della BCE, ha dichiarato che si potrebbe procedere con un acquisto massiccio di titoli che in altri Paesi ha dimostrato di aver funzionato bene), nessuna misura tesa ad innalzare la quantità di euro in circolazione è stata effettivamente messa in campo e fatta divenire reale ed operativa. Questo non ci servirà operativamente, in quanto, lo sappiamo, la nostra operatività è sempre stata e sempre sarà mossa dai livelli tecnici, questo però ci aiuta a capire come le dinamiche dominanti che muovono gli investitori siano ancora rivolte al breve termine, con tutto che è tornato come se Fed e BCE non avessero né agito né parlato. Questo è quanto però, il consiglio è quello di navigare a vista, con il dollaro come bussola.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: nessun raggiungimento delle aree di resistenze curate ieri sull’euro e mercato che ha mostrato dei tentativi di partenza ribassista (la visione era comunque corretta) durante la mattinata, per poi riprendere quota e proseguire per tutta la giornata con una volatilità veramente bassa. Siamo con le quotazioni tra 1.3560 e 1.3615, livelli che potrebbero determinare rotture rialziste o ribassiste che seguiremo insieme e che, se dovessero avvenire a rialzo, continuerebbero a riproporre l’area di 1.3640 come di resistenza sulla quale il movimento potrebbe interrompersi.
USD/JPY: l’unica operatività possibile a nostro parere su UsdJpy ieri ha pagato. Su un 15 minuti le resistenze poste tra 101.95 e 102.05 hanno tenuto bene ed accompagnato i prezzi fino all’area di 101.80 che ha tenuto senza permettere il raggiungimento di 101.60 (ma l’avevamo messo in conto). Siamo ora di fronte ad una congestione che è possibile seguire su un 4 ore, con lo stocastico che potrebbe confermare un giro a rialzo in corrispondenza dei minimi di prezzo, suggerendo una potenziale ripartenza verso area 102.20, con l’idea che sotto 101.75 il mercato possa tentare lo sfondamento dei minimi posti a 101.60 con potenziali taret intorno a 40.
EUR/JPY: il 4 ore studiato ieri mattina su EurJpy ha portato a buoni risultati. La potenziale resistenza rappresentata da area 138.60/90, data da punti statici e dalla media a 100 periodi, che restituiva un ottimo R/R per ipotizzare eventuali vendite di euro (con l’idea che un superamento a rialzo dell’area rappresentata da 138.95 avrebbe potuto essere propedeutico ad accelerazioni verso 139.35), ha tenuto molto bene ed i prezzi sono scesi fino a 138.25, per poi ripartire e ricongestionare nuovamente. Se ci spostiamo su un time frame orario il fatto che ip rezzi abbiano formato dei minimi crescenti potrebbe farci pensare a tentativi di risalita verso le zone di resistenza poste a 138.90 (in caso di superamento di area 138.75), dove valuteremo il posizionamento dello stocastico per ipotizzare vendite di euro, con stop e reverse sopra i massimi prestando però attenzione a tutta l’area passante per 139.15 che potrebbe intervenire a frenare la salita.
GBP/USD: peccato che non siano stati visitati i supporti studiati ieri sul cambio che avrebbero permesso delle belle entrate long, ma le vendite studiate su un time frame orario per sfruttare il buon R/R offerto hanno pagato bene. Il quadro tecnico a 4 ore rimane a nostro avviso immutato, lo andiamo quindi a riproporre per intero. Siamo di fronte a prezzi che vedono in 1.6980 un ottimo supporto, dato dalla presenza della media a 21 a 4 ore e dai punti statici precedenti, con un oscillatore stocastico che non è ancora arrivato nella zona di ipervenduto ma che se dovesse girare a rialzo (cosa che potrebbe confermarsi a breve) potrebbe suggerire dei nuovi swing sui massimi di mercato e verso nuove aree di massimo, rappresentate a step da 1.70 ¾ e 1.7115. Ritorni sotto i supporti si rendono necessari per pensare ad approfondimenti verso area 1.6940.
AUD/USD: i supporti studiati tra 0.9410 e 0.9425 hanno tenuto, portando però a timide reazioni sui prezzi, che non sono stati in grado di raggiungere i massimi precedenti compiuti sulla salita post PMI cinese. Questo ci fa pensare che di fronte ad una sterlina ed un euro che potrebbero tentare di raggiungere le resistenze ma senza dati particolari sul fronte americano (che determinerebbero la natura – operativamente parlando – dollaro-centrica del mercato) l’aussie possa provare a cercare i supporti, che aggiorniamo in 0.9405, oltre i quali il mercato potrebbe puntare l’importante zona già delineata ieri e passante per area 0.9390. Un ritorno sotto di essa potrebbe portare a correzioni verso 0.9360.
Per DAX e Oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.