Matteo Paganini, 4 agosto 2014
INTRO
La soglia dei 30 miliardi di iniezioni di liquidità, superata a ribasso settimana scorsa da parte della Federal Reserve ha portato agli storni che ci attendevamo, storni non ancora definitivi ma che hanno fatto segnare la peggior discesa settimanale da settembre 2011.
Il punto della situazione
La settimana è stata in assoluto caratterizzata dai pesanti storni di borse americane dopo che la Fed ha deciso di scendere sotto la soglia di 30 miliardi al mese, come ci aspettavamo e abbiamo ribadito per diversi mesi su queste pagine, e da buoni ritorni di volatilità sul mercato valutario, che torna ad essere osservato con attenzione dagli operatori di mercato. Le aspettative circa future politiche monetarie della Federal Reserve, dopo la pubblicazione del terzo dato in decrescita in tre mesi sul fronte occupazionale americano (a livello di creazione di nuovi posti di lavoro, la disoccupazione si è attestata al 6.2% contro due ultime rilevazioni al 6.1%), non sono cambiate ed, attualmente, gli strumenti finanziari stanno prezzando la possibilità di assistere alla fine del QE entro dicembre e di restare al cospetto di tassi tra lo 0.00% e lo 0.25% almeno fino a febbraio. Il dollaro americano ha ritrovato dei movimenti coordinati contro le major, con salite su euro, sterlina, dollaro australiano, franco svizzero e yen giapponese, pur non trovandosi all’interno di quadri correlativi dettati da situazioni di risk on o risk off, per cui continueremo a seguire i diversi strumenti come a se stanti, con attenzione a potenziali movimenti concertati del greenback sul valutario nel momento in cui saranno rilasciati dati macroeconomici che entreranno a far parte di quel quadro valutativo qualitativo a cui si dovrà rifare la Yellen prima di decidere come muoversi a livello decisionale.
Banche centrali
Giovedì, come ogni primo giovedì del mese, si incontreranno la BCE e la BoE, che dovranno prendere decisioni di politica monetaria. Queste riunioni seguiranno quella della RBA che dovrebbe mantenere il costo del denaro australiano al 2.50% e per quanto riguarda il fronte moneta unica europea le attese sono per un nulla di fatto, dopo che la BCE si è espressa a favore di una politica che noi definiamo di “wait and see”, ovvero di attesa e di valutazione dei risultati delle mosse decise due meeting orsono (abbassamento tassi, tassi sui depositi in negativo e TLTRO a partire da settembre). Diversa la situazione per la BoE, che ha visto durante l’ultimo meeting una votazione di 9 a 0 per il mantenimento dei tassi ai livelli attuali (0.50%) così come del QE a 375 miliardi, dopo che Carney durante l’ultimo mese si è più volte espresso a favore di una possibile rivisitazione a rialzo del costo del denaro prima che il mercato se lo attenda. La sterlina, dopo che alcune aspettative circa un interventismo da parte della BoE si erano andate a creare, interventismo inteso come cambiamento di sentiment da parte di alcuni membri del consiglio direttivo che invece si sono mostrati uniti verso un nulla di fatto, ha intrapreso una strada di svalutazione di breve termine, che a nostro parere non è ancora da considerare come strutturale. Sarà molto importante seguire la decisione, ma molto più interessante vedere come si saranno distribuiti i voti (che probabilmente non cambieranno la situazione, con tassi e QE fermi) tra due settimane, nella minute.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: il mercato sta congestionando sopra 1.3400, area che insieme alla media a 21 oraria può fungere da supporto. In caso di tenuta dei supporti è possibile assistere a potenziali tentativi di raggiungimento dei massimi di venerdì (che, alla fine, sono stati segnati dopo i NFP…) con possibili estensioni verso 1.3460 se lo stocastico orario dovesse trovarsi lontano dall’ipercomprato con i prezzi sui primi massimi, tenendo conto che un 4 ore suggerisce strategie difensive che potrebbero prevedere degli stop e reverse sotto area 1.3395 a causa del posizionamento dello stocastico in ipercomprato e potenzialmente impostato verso il basso.
USD/JPY: grafico molto sporco tecnicamente, sia a 1 ora che a 4 ore. I prezzi si trovano sotto gli ultimi supporti, che potrebbero fungere da resistenza e questi sono gli unici suggerimenti validi che ci arrivano dai grafici. Possibile dunque ipotizzare eventuali discese verso i minimi di venerdì in caso di tenuta di area 102.75, con l’idea che ritorni sopra quest’area possano tentare di spingere le quotazioni verso 103.00.
EUR/JPY: i prezzi potrebbero tentare delle correzioni di breve verso area 137.50, dove eventualmente valutare potenziali acquisti di euro in caso di raggiungimento della zona di ipervenduto da parte dello stocastico orario. Di fronte a tale evenienza, l’idea di proteggere l’operatività con degli stop sotto area 137.50, considerando la possibilità di raggiungimento dei punti precedenti che cominciano a passare intorno a 137.30 non ci sembra malvagia. In caso di rottura a rialzo di area 138.15 il mercato potrebbe tentare delle estensioni verso 138.40.
GBP/USD: dopo la discesa ordinata cui abbiamo assistito sia su un 4 ore che su un orario, la sterlina sta consolidando sotto area 1.6850, con la media a 21 sia oraria che a 4 ore che sta ancora ricoprendo il ruolo di resistenza dinamica. Tra 1.6850 e 1.6870 è possibile dunque ipotizzare delle vendite di pound, per ritorni sui minimi di venerdì, che se raggiunti con uno stocastico lontano dall’ipervenduto potrebbero lasciare spazio ad estensioni verso 1.6790. In caso di superamento rialzista di area 1.6885 (minimi e massimi precedenti, media a 100 oraria), crediamo che il mercato possa tentare delle accelerazioni verso1.69 ¼.
AUD/USD: i grafici orari e a 4 ore stanno suggerendo delle impostazioni ribassiste, con la media a 100 oraria e quella a 21 a 4 ore che stanno intervenendo come resistenze dinamiche, insieme ai punti di massimo segnati dai prezzi e non superati durante le ultime sedute. L’idea è quella di valutare vendite di dollari australiani in stop, se i prezzi dovessero mostrarci il raggiungimento di area 0.9300 con uno stocastico orario lontano dall’ipervenduto, tenendo conto che in caso di raggiungimento di area 0.9325/35 il mercato potrebbe suggerirci delle riprese di forza in grado di portare, in caso di superamento di quest’area, al raggiungimento di zona 0.9360.
Ger30 (DAX): Dax in correzione sulla scia dell’andamento del Nikkei di stanotte. E’ possibile valutare il tentativo di raggiungimento di area 9,300, dove non valutare nessuna operatività in limit ma attendere ripartenze verso il basso, da sfruttare in rottura di area 9,220, ovvero continuazione delle salite da poter lavorare a rialzo in caso di superamento di area 9,360 con stocastico orario lontano dall’ipercomprato, tenendo conto che su un 4 ore a 9,400 cominciano a passare delle resistenze importanti, che potrebbero frenare le quotazioni in caso di stocastico in ipercomprato.