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DailyFX Morning Adviser, tempesta Borse

Pubblicato 01.08.2014, 08:47
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Davide Marone, 1 agosto 2014
INTRO
Se fino a qualche giorno fa introducevamo il nostro contributo mattutino argomentando sulla volatilità ridotta dei mercati, diremmo che i più recenti sviluppi ci possono portare almeno per ora ad abbandonare quel binario di ragionamento e a percorrere quello invece che parte da un principio fondamentale quando si parla di mercati finanziari: il timing. Già perché ciò che abbiamo osservato questa settimana – riferendoci all’alta volatilità del mercato valutario e al crollo delle Borse naturalmente - è caratterizzato dalla sincronia perfetta legata alla concomitanza di alcuni elementi: il tapering Fed su tutti ( a nostro avviso), la crisi Argentina, le tensioni internazionali, la questione bancaria portoghese, e l’arrivo di agosto e quindi l’assottigliamento progressivo del mercato.
Tapering e Borse
Non più tardi di due giorni fa, nella stesura di questo documento, scrivevamo: “I livelli che non esitiamo a definire “assurdi” dei listini azionari sono totalmente legati all’enorme liquidità nel sistema introdotta in questi anni a suon di Quantitative Easing e tassi radenti lo zero da parte della Federal Reserve. Non saranno 10 miliardi in meno a partire dal prossimo mese a modificare strutturalmente il mercato ma il segnale psicologico che verrà lanciato è quello per cui si va sempre più vicini alla fine, quanto meno sul versante del pompaggio di denaro fresco. I listini potrebbero perciò, nell’immediato e non strategicamente a nostro avviso, prezzare questa idea ed andare a stornare sui supporti più importanti nell’ambito di un contesto di mega-distribuzione e di salite senza volumi legate sostanzialmente ad una quasi assenza dal lato dell’offerta. Il focus dovrà perciò essere totalmente sui supporti di breve più importante che, qualora cedessero, potrebbero aprire la strada a buone discese in termini percentuali sugli indici globali. Questo è lo scenario che va privilegiato ma naturalmente è solo uno di quelli potenziali.” Certo legare i pesanti ribassi visti ieri al tapering può anche apparire forzato, considerando altri elementi che pure abbiamo già citato, ma è quanto meno sensato: se i presupposti che hanno generato una vera e propria bolla nel prezzo delle azioni vengono via via a mancare, una reazione è lecito attenderla. Se a questo aggiungiamo degli elementi di rilievo quali il default tecnico praticamente imminente dell’Argentina - dopo il fallimento dei negoziati e la decisione della Corte Suprema Americana in favore del regolare rimborso con gli interessi agli hedge fund – le tensioni internazionali soprattutto con la situazione russa e le sanzioni giunte in ultimo anche dall’Unione Europea, e la non sottovalutabile questione portoghese che ha visto il sostanziale fallimento ( a meno di forti ricapitalizzazioni) per il suo maggiore istituto di credito Banco Espirito Santo, beh le tinte fosche assunte dai listini appaiono del tutto lecite. La domanda ora è se tali ribassi possano essere strutturali e dunque portare ad un vero e proprio sgonfiamento dei prezzi nel medio periodo. Difficile, difficilissimo dirlo. La migliore risposta è, probabilmente no. Forzando la sintesi, la liquidità nei mercati è ancora presente e i tassi di interesse sono radenti lo zero e per quello che concerne tensioni geopolitiche e default di paesi e istituti di credito, non è certo la prima volta che ne vediamo. Dal punto di vista del trading le considerazioni naturalmente sono tecniche, prima che macroeconomiche e le scelte da implementare sono legate ai livelli tecnici di prezzo. Nulla di più. Il Dax per tutti può essere un caso studio: il grafico daily evidenzia il raggiungimento di una soglia psicologica importante: quella della media mobile a 200 periodi, in accezione sia semplice che esponenziale. Sappiamo come la media 200 sia in molti casi lo spartiacque tra un trend marcato e la partenza di un controtrend. Come si nota da grafico fin dai rialzi dell'estate del 2012, la media 200 ( o le medie a 200) si sono posizionate sotto la price action su tutto lo sviluppo del trend e sono state perfetti punti di supporto dinamico nei ritracciamenti più significativi dell'indice. Siamo di nuovo dunque vicino ad un simile scenario, nel quale naturalmente la prima idea è quello di pensare a possibili riprese del prezzo con oscillatori scarichi, offerta che ha mitigato parte dell'eccesso di domanda e prezzi di nuovo "buoni per comprare". Tecnicamente ciò passa per la sostanziale tenuta di area 9.400 punti. Il secondo scenario, ad ora meno probabile, descrive invece potenziali ribassi che potrebbero essere estremamente potenti in direzione 9.070 e 8.900 punti. Evidentemente chiusure daily e ancor più settimanali ai livelli attuali (area 9400) sarebbero avvaloranti in senso short e la strada di una potente inversione potrebbe trovare prime e forti conferme. Simil discorso si può effettuare, con le dovute differenze legate all’indicatore, all’S&P500 per l’area tecnica 1.920/30.
Focus valutario
L’idea originale di qualche giorno fa era quello di un mercato che forniva segnali di dollaro-centrismo. Il dollaro sta indubbiamente vivendo una fase di nuovo rafforzamento che potrà perdurare, laddove a fronte di una liquidità che va riducendosi ancora, non saranno tanto i differenziali di tassi di interesse ad essere prezzati sui tassi di cambio (quelli americani sono bassissimi e le cose non cambieranno di certo stasera), quanto gli spread di inflazione e di dati macro (questi in costante miglioramento) soprattutto rispetto ad economia ad ora lontane anni luce da questi punti di vista (vedi Eurozona).Invitiamo perciò ancora una volta a prendere in seria considerazione l’analisi tecnica del benchmark di mercato he ne misura la forza e la debolezza, e cioè l’FXCM Dow Jones Dollar Index. La soglia che monitoravamo di 10.500 punti è stata ampiamente superata e gli scenari potrebbero farsi perfino più interessanti al superamento di area 10.575/600; i long di medio periodo diverrebbero del tutto leciti. E aprendo i grafici di EURUSD, USDJPY, AUDUSD e GBPUSD, i 4 cambi che lo compongono, l’idea non si affievolisce certamente. Pronti perciò a potenziali nuovi strappi al rialzo per il dollaro Usa.
I dati
Il dato a cui ieri si prestava attenzione (relativa) era quello sull’Inflazione dell’Eurozona, scesa ancora una volta al record negativo dello 0,4%. Pressoché inesistente la reazione del mercato, viste le inesistenti aspettative del mercato circa nuovi interventismi da parte della BCE per giunta nel meeting di agosto (settimana prossima). Oggi vi saranno però le release sul lavoro USA: Non Farm Payrolls, previsti a 233mila unità, e Tasso di Disoccupazione al 6,1%. Non è da escludere che a fronte di dati migliori delle attese quanto visto ieri su dollaro e Borse non vada perfino ad acuirsi e l’idea di ricomprare/rivendere solo perché i prezzi sono scesi/saliti in maniera importante deve essere abbandonata dal ventaglio di scelte del trader. Il mercato dollaro-centrico potrà reagire dunque, nell’immediato quantomeno, in maniera logica rispetto alle release e solo dopo si potrà assistere ad eventuali prese di profitto che smorzeranno i movimenti (su Borse ciò è più plausibile).
QUADRO TECNICO
EUR/USD: la dinamica dei giorni scorsi che vedeva la quasi regolare alternanza tra fasi di range piuttosto strette a fiammate al ribasso anche discretamente pulite da un punto di vista tecnico, non si è verificata nella giornata di ieri nella quale la lateralità l’ha fatta da padrone. Sul daily è evincibile come non vi sia stato un nuovo minimo e come i volumi siano andati aumentando senza portare a discese di prezzo. Ciò potrebbe lasciare pensare a possibili risalite che tecnicamente però non vanno implementate prima di area 1,34. Ottima la confluenza grafica a questo livello che si riscontra su time frame a 4 ore ad esempio. Proprio quest’ultimo livello infatti può consentire importanti ingressi in vendita con target sui minimi visti fino a potenziali estensioni a 1,3350 oltre il quale (vedi dati) si porrebbe l’1,3325. Sopra 1,34 e più conservativamente sopra 1,3420, i target dovrebbero essere contenuti e il MM stringente, verso 1,3440, 1,3455 e 1,3480.
USD/JPY: undicesima seduta consecutiva al rialzo ormai per il cambio. Ancora una volta di buona affidabilità il grafico a 1 ora, grazie all’ottima confluenza grafica tra livello tecnico e media mobile a 21 periodi che sostiene il prezzo in area 102,75. Focus ancora long da poter sfruttare su strappi al rialzo in direzione 103,40; lo scenario alternativo contempla invece rotture al ribasso per riguardare 102,55 ma soprattutto area 102,40. Molto pulito dunque il quadro tecnico di questa coppia.
EUR/JPY: la settimana scorsa indicavamo come ciclicamente su base daily potessimo essere al principio di un’onda di rialzo, che passava dal buon superamento di confluenze grafiche ben visibili su 8 e 4 ore, sopra 137,25 per obiettivi primi a 137,70. Ebbene, le indicazioni erano corrette ed ora tutto passerà dal supporto a 137,60 che potrò risostenere il prezzo e consentire nuovo accumulo di posizioni long verso 138 e 138,20. Questo lo scenario da privilegiare come ben evidenziato dall’ottimo time frame a 1 ora. Sotto 137,50 si riguarderebbe a 137,25 per stop in pari e valutazione di eventuali rientri in range precedente. Va detto che in un mercato dollaro centrico, in un giorno dollaro-centrico, gli effetti sul cross potrebbero essere più limitati e il trading di range potrebbe non rivelarsi una cattiva idea.
GBP/USD: regolare il percorso ribassista del cable e il daily, che evidenzia una sola candela rialzista delle ultime 12, ne è l’emblema. Lo stesso daily mette in luce l’approdo del prezzo sulla media a 100 periodi esponenziale e più in generale l’importante area tecnica compresa tra 1,6835 e 1,6855. Il grafico orario resta ineccepibile nel segnalare i punti di ripartenza in vendita come si è visto anche ieri e, da tecnicisti, non possiamo che riaffermarlo: area 1,6880/90 è ancora una zona di vendita, con nuovi minimi di target appunto a 1,6850/55. Stop&reverse implementabili sopra 1,6895 verso 1,6925.
AUD/USD: daily recentemente più chiaro, che mostra range di escursione giornalieri elevati e chiusure di candela sui punti di minimo. Forte dunque il bias discesista, con rotture che sotto 0,9275 potrebbero rivelarsi nuovamente potenti verso area 0,9235. Difficile invece l’ipotesi long, se non a precisi superamenti e target stretti rispettivamente di 0,9310 a 0,9330 e 0,9345.
Ger30 (DAX): ampia la digressione fatta nella prima parte sul grafico giornaliero dell’indice tedesco. Venendo ad un orizzonte temporale, ipotizzabili partenze al rialzo in direzione 9.430, primo punto di alert per nuove vendite con obiettivo 9.345 punti. Procedendo per livelli evidenti, sopra 9.430 vedremmo il preciso 9.470. Stop vicini dunque e reverse ben implementabili, ma focus short ancora.
XAU/USD (Oro): sui time frame alti, diciamolo, l’oro non ci fornisce estrema tecnicalità. La chiusura daily di ieri ci dovrebbe far propendere per nuove vendite in direzione 1.278 con strappi al ribasso che sui dati di oggi potrebbero riguardare addirittura area 1.266. Il grafico orario evidenzia una figura a bandiera ribassista con ripartenze del prezzo in area 1.286 per gli obiettivi appena citati. Stop&reverse non prima di 1.88 con target di breve di 3 dollari veso 1.291, 1,294 e 1.297.

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