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DailyFX Morning Adviser

Pubblicato 14.01.2014, 09:03
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Matteo Paganini, 14 gennaio 2014

INTRO

Continua l’altalena di questo inizio anno, con lo S&P500 e gli indici americani che hanno messo a segno delle importanti correzioni durante la giornata di ieri, più forti delle reazioni post NFP, che hanno avvicinato le quotazioni ad importanti supporti che ora sarà il caso di guardare con molta attenzione, soprattutto sullo S&P500 ed il Dow Jones. Discese che non hanno mostrato correlazioni con l’andamento del dollaro americano, ma che sono corrisposte ad acquisti di yen giapponesi e di franchi svizzeri, quasi come se fossimo tornati a quelli che potremmo definire vecchi tempi, con l’oro non acquistato ma nemmeno venduto.

Borse in ipercomprato

Ragionavamo proprio ieri sulla possibilità che fossero pronti degli storni sul fronte borsistico, ma fino a quando non avessimo visto l’avvicinamento all’ara data da 1,815.00 per l’indice di riferimento dei mercati americani, non avremmo considerato operativamente questa eventualità. Bene, ieri il mercato ha fornito importanti movimenti ribassisti dovuti alla situazione di ipercomprato che ha caratterizzato tutta la fine del 2013 e che ora, in attesa di comprendere come i big decideranno di convogliare la liquidità a disposizione dei propri portafogli, sta portando a prove di rottura ribassiste. Esatto, prove di rottura, questa è l’idea prevalente che sta seguendo quelle che in principio sono apparse come chiare prese di profitto, non in grado di portare a discese decise (parliamo dei primi giorni dell’anno), quelle che post NFP sono apparse come tentativi di indirizzare un mercato a ribasso guidato dai pochi posti di lavoro creati (mercato poi risalito sulle aspettative di un possibile slittamento di modifiche al tapering) e quelle che ieri ci sono sembrate, come accennato, un mix di prese di profitto e di tentativi puri di vendita, che ora ci portano a considerare operativamente eventuali entrate corte in caso di rottura delle aree più importanti (chiaramente, dato il nervosismo delle price action, con stop protettivi sopra di esse – parliamo di 1,810.00 per lo S&P500 e di 16,170 per il Dow Jones) pur mantenendo in noi l’idea che strutturalmente esistono ancora delle possibilità di rivedere i prezzi verso i livelli di massimo assoluto segnati ed eventualmente anche oltre (l’unica possibilità di acquisto su questi livelli però è fornita dal buon R/R che fornirebbe un tipo di operatività come questa dato che tecnicamente non abbiamo segnali chiari di rimbalzi, dopo i movimenti di ieri (l’idea di aspettare rimbalzi sulle medie a 21 orarie per capire cosa potrà accadere ci sembra la migliore).

Valutario in consolidamento

Sul fronte valutario non abbiamo assistito a grossi movimenti, ad eccezione dei cross sterlina e franco svizzero contro euro, che hanno mostrato delle buone direzionalità di breve periodo e dello yen giapponese, mossosi bene contro il dollaro e di conseguenza contro le altre valute principali, Da segnalare il tentativo di correzione a rialzo del dollaro canadese contro il dollaro americano dopo una discesa di oltre tre figure, mentre sul fronte major abbiamo avuto un euro in laterale, una sterlina in lieve tentativo di correzione ma ancora sotto le resistenze principali, così come il dollaro australiano. Passiamo ora all’analisi dei livelli tecnici per cercare di comprendere quali possano essere le possibilità operative per la giornata di oggi.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: il rettangolo individuato ieri mattina si è comportato bene, portando a rotture ribassiste che però abbiamo deciso di non lavorare data la presenza di buoni supporti in area 1.3650, sulla quale abbiamo pensato ad acquisti di euro per ritorni sui massimi con l’attenzione rivolta a potenziali discese sotto 1.3630 che avrebbero potuto portare a discese dell’euro. Siamo ora in laterale all’interno di una riduzione di volatilità che restituisce dei livelli dinamici passanti per 1.3670 e 1.3655 che però a nostro avviso non dovrebbero essere considerati operativamente, almeno fino al superamento di 1.36 ¾ a rialzo (che vede comunque in 85 una potenziale resistenza, da superare almeno di una decina di punti prima di pensare a tentativi di estensione verso 1.3715 (area all’interno della quale il movimento potrebbe esaurirsi da un momento all’altro data la mancanza di precisi livelli intorno ai quali individuare un eventuale posizionamento di ordini), Oltre quest’ultimo livello, da valutare operativamente dopo il passaggio di area 1.3730 potrebbe essere possibile valutare estensioni verso 1.3760. In caso di ritorno sotto 1.3650 potrebbero intervenire ancora i supporti di ieri, che continuiamo a curare in area 1.3630 per potenziali estensioni verso area 1.3610 ed in estensione 1.3590.

USD/JPY: buona l’impostazione tecnica vista ieri su UsdJpy seppur non sia stata raggiunta l’area di resistenza ipotizzata, prima di assistere a discese che sono avvenute e che hanno approfondito sotto gli ultimi minimi segnati. Dopo il tentativo di rottura di 103.00 il mercato ha tentato delle correzioni a rialzo, che non hanno superato le resistenze statiche passanti per 103.60, che rappresentano ora una buona possibilità per pensare ad ulteriori vendite di dollaro, tenendo conto che una ripartenza oltre 103.65 potrebbe lasciare spazio a tentativi di raggiungimento di area 103.85, livello iniziale dell’area di resistenza cruciale (che si estende fino a 104.25, come visto ieri) per valutare  risalite verso 104.50/65. Una tenuta delle resistenze potrebbe portare a tentativi di discesa dapprima verso 103.15 ed in estensione 102.80.

EUR/JPY: anche qui buona la discesa senza che tuttavia si siano raggiunti i punti di resistenza principali, ma con i prezzi che si sono fermati, come sul papà UsdJpy, sulla media a 21 oraria, senza raggiungere i punti statici. Siamo in una situazione simile a quella appena vista, con le aree di resistenza di attenzione passanti tra i prezzi attuali e 141.50 che, se superato  di una quindicina di punti, potrebbe lasciare spazio verso l’area analizzata ieri e passante tra 142.10/35, zona critica sopra la quale (operativamente consideriamo 142.45) potremmo assistere a giri a rialzo verso i massimi precedenti.

GBP/USD: sterlina che si sta mantenendo sotto la media mobile a 21 periodi che potrebbe insieme ai punti statici precedenti fornire dei buoni spunti ribassisti che se dovessero superare a ribasso l’area di 1.6360 potrebbero tentare delle discese verso i minimi passanti tra 1.6345 e 35, area da curare per pensare ad eventuali approfondimenti verso 1.3610. Soltanto in caso di ripartenza oltre 1.6405 pensiamo che il mercato possa tentare di tornare verso le prime resistenze di 1.6430.

AUD/USD: australiano che si trova in correzione sul dollaro americano e che non ha ancora superato le proprie resistenze. Siamo però di fronte ad acquisti concertati di dollaro americano per quanto riguarda la mattinata, non è da escludere pertanto che possano valere delle correlazioni di brevissimo periodo che potrebbero portare il dollaro australiano a seguire il movimento dell’euro e della sterlina. Stiamo comunque attenti ai livelli tecnici, che fino a quando non dovessero vedere un superamento ribassista dell’area di 0.9015, non darebbero la possibilità di considerare operativamente delle vendite di dollaro australiano, che potrebbe appoggiarsi a questi supporti (che potrebbero essere lavorati in long per il buon R/R offerto) per tentare dei ritorni sui massimi, con primi livelli di target su 0.9050. In caso di superamento a ribasso dell’area vista potrebbero essere raggiunti livelli passanti per 0.900 e 0.8985.

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