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DailyFX Morning Adviser

Pubblicato 15.01.2014, 09:02
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Davide Marone, 15 gennaio 2014

INTRO

Nel contesto assolutamente decorrelato che negli ultimi giorni  ha descritto le varie price action a livello intramarket, riferendoci al valutario, e intermarket, si è poi sviluppato a partire dal pomeriggio di ieri un tema dollaro-centrico che ha visto il biglietto verde comprato contro tutte le altre major e, questa volta, senza alcuna eccezione.

Focus valutario

Come accennato sopra, finora, e ci riferiamo ai giorni di trading di questo 2014 senza fare troppa dietrologia, abbiamo riscontrato una palese difficoltà nell’interpretare i movimenti di mercato seguendo una logica di correlazione, quel parametro cioè che da un punto di vista squisitamente statistico non è altro che una relazione tra due variabili in modo che a ciascun valore della prima variabile corrisponda con una certa regolarità un valore della seconda, e che parlando di mercati finanziari ci aiuta a spiegare un il cambiamento di prezzo di uno strumento finanziario partendo dal cambiamento di prezzo di un altro strumento. La decorrelazione era parsa infatti il tema prevalente, pur in un mercato dollar oriented come quello valutario e ciascun cambio era da considerare esclusivamente per il suo quadro tecnico e per le news macro che potevano riguardarlo. Ieri invece abbiamo assistito al rientro in dinamiche univoche di flussi di liquidità verso il biglietto verde che è stato acquistato contro tutte le altre valute e nulla meglio dell’ottimo benchmark di mercato rappresentato dal FXCM Dow Jones Dollar Index può descriverlo, nel momento in cui quella che poteva apparire come una correzione in senso ribassista si è poi trasformata in un breakout della resistenza in area 10.660 punti per l’approdo sulla soglia dei 10.700 punti non lontano dai massimi relativi a 10.725 punti. Difficile poter fornire una spiegazione precisa alla base di questa dinamica in un contesto di generale “confusione” circa il destino del Quantitative Easing americano, laddove da un lato la teoria di un  ulteriore tapering prende forma nel momento in cui un po’ ciecamente si ragiona sul tasso di disoccupazione in calo e vicino ai target della Fed per dismettere addirittura l’intero programma di allentamento monetario, mentre in maniera un po’ sensata si realizza che i miglioramenti strutturali del mercato del lavoro negli Usa sono ancora ben lontani  da situazioni di efficienza e sostenibilità. Nella fattispecie i protagonisti di questo movimento sono stati i cambi UsdJpy e AudUsd che dopo gli ampi ritracciamenti sembrano aver ripreso la strada dei trend principali e si trovano in aree tecniche di grande interesse rispettivamente vicino ai massimi ed ai minimi, da cui sarà importante valutari nuove forti accelerazioni in ottica direzionale.

Borse ancora sostenute, commodities e obbligazionario in congestione

I listini azionari continuano invece ad essere ancora fortemente sostenuti, con Dax e Ftse Mib sui massimi e S&P500 in forte ripresa dopo le vendite copiose di lunedì. Anche qui la tendenza naturale è ricondurre tutto all’ottica QE e questi movimenti sembrano passare il messaggio che le Borse ancora credono fortemente che tutta la liquidità che le ha sostenute non cesserà ma nemmeno si ridurrà in maniera significativa. Questa teoria può essere vera solo in parte ed è sufficiente analizzare la reazione post-tapering degli indici per rendersi conto di quanto questa chiave di lettura possa ritenersi parziale. Negli Stati Uniti si è aperta la stagione delle trimestrali e questo verosimilmente guiderà le price action dei prossimi giorni per i benchmark Usa ma anche, per effetto correlativo, su quelli europei. Venendo brevemente alle commodities, proseguo lo stallo del petrolio mentre l’oro ha mostrato buone discese allineate ai movimenti pro-dollaro evidenziati ma nel contempo ha confermato la tenuta dei supporto in area 1.240 che lascia essere possibilisti circa buone riprese della quotazione del metallo giallo. Il Bund si trova invece in leggera correzione dopo il lieve rialzo dei rendimenti sul mercato primario, ma potrebbe essere pronto a nuove ripartenze verso i massimi di periodo.

 

QUADRO TECNICO

EUR/USD: il cambio principe si è mosso per gran parte della giornata di ieri in congestione, e va a ritrovarsi come uno dei cambi meno volatili considerando il benchmark delle opzioni. Il rettangolo descritto da 1,3690 e 1,3630 è stato per così dire sporcato, ma i due livelli si possono ancora considerare come riferimenti per valutare rientri all’interno della distribuzione che permetterebbero acquisti in area 1,3640 con possibilità di lavorare in ottimo rapporto Rischio/Rendimento. Il grafico orario ci restituisce uno scenario che permette di focalizzarci solo sui livelli statici, ribadendo l’opportunità di lavorare sulla tenuta di punti statici e di valutare possibili breakout solo su conferme di pullback verso 1,36 su cui transita l’importante trendline di medio periodo, e verso area 1,3735 in caso di rottura della resistenza sopracitata rafforzata dalla presenza del pivot daily.

USD/JPY: forte il segnale di ripresa fornito dal grafico giornaliero del cambio con una long white che fa addirittura da outside rispetto alla long black di lunedì. Lavorando con i ritracciamenti di Fibonacci tracciati sull’ultimo calo, notiamo infatti come il prezzo sia giunto in area 104,40 corrispondente al 61,8% che si può considerare come l’ultimo baluardo in ottica di riprese ribassiste. Decisi prosegui al rialzo porterebbero infatti dapprima verso 104,60 per strappi eventuali verso 104,80 e soprattutto 105. Dall’area 104,50 per cui va posta particolare attenzione alla possibile formazione di una divergenza regolare ribassista sul grafico orario che offrirebbe un buon RR per la ripesa di area 104,10 in primo luogo e 103,75 in seconda istanza.

EUR/JPY: buona la salita del cross che ha beneficiato della ripresa di UsdJpy e della sostanziale lateralità di EurUsd. La flag rialzista in formazione da fine anno sembra essersi ben sviluppata dopo il rimbalzo quasi preciso in area 38,2% di Fibonacci tracciato sul rialzo partito a metà novembre fino ai massimi appunto di fine anno. Violata dunque la trendline discesista passante per la resistenza statica a 142,15 per quelli che potranno essere dei pullback del livello di rottura per la ripresa al rialzo fino a 142,85 e 143,15. Rotture sotto 142,15 e, come filtro ulteriore il pivot daily, potrebbero invece riportare il prezzo verso 141,55 e l’area di supporto sotto 141.

GBP/USD: cambio contrastato, come si evince dal daily che evidenzia una situazione di persistente contatto tra prezzo e trendline crescente di lungo periodo e media mobile a 21 periodi. Il 4 ore non chiarisce troppo il contesto tecnico così come l’orario; il suggerimento è quello esclusivo di considerare i punti statici ribadendo l’importanza cruciale dell’area che va da 1,6350 e 1,6380 sui quali valutare acquisti di sterlina verso 1,6420, 16445 e 1,6470. Ottica short solo in caso di break verso le zone di 1,63, previe conferme di ritest dei supporti.

AUD/USD: movimento al rialzo dunque completamente rientrato e grafico giornaliero, che pure non aveva cessato di fornire possibili segnali ribassisti, che ora è nuovamente orientato in ottica bearish. Le vendite possono proseguire fino ad area 0,8890 e 0,8865 in estensione, dai quali attendersi ritracciamenti possibili in area 0,8925 e 0,8950 in estensione. Da questi punti si può poi ancora considerare l’ottimo RR e pensare di rientrare corti verso le aree di minimo, con Money Management accorto.

Ger30 (Dax): perfetto il rimbalzo del prezzo sul ritracciamento 38,2% di Fibonacci tracciato dai minimi sotto 9mila punti fino ai massimi di fine anno. Forte dunque il segnale bullish confermato dalle aree di supporto a 9.370 punti. Possibilità ora di sfruttare ancora la scia con acquisti verso i massimi e stop sotto area 9.550 livello che, se violato al ribasso, potrebbe indurre rapidi stop&reverse verso 9.490 dal quale poi rivalutare acquisti di indice.

XAU/USD (Oro): il canale rialzista che contiene la price action dai minimi sembra poter essere messo in discussione laddove dovessero avvenire rotture sotto area 1.240 dollari l’oncia. Il grafico a 8 ore, utile a suddividere le tre fasce orarie di trading del metallo giallo, evidenzia un’ottima divergenza regolare ribassista prezzo-stocastico, che potrebbe condurre fino alle aree vicine a 1.220, previo 1.228. Conferme di tenuta di 1,240 invece offrirebbero ottimi RR in acquisto verso 1.245, 1.248 e le aree di massimo verso 1.255.

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