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Deutsche Bank: l’inizio della fine con la guerra valutaria

Pubblicato 06.10.2016, 15:30
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Le condizioni di salute di Deutsche Bank AG (MI:DBK) sono oggi all’attenzione di tutti, di chi si occupa di finanza, di economia e di chi ha solo la sfortuna di essere davanti a un telegiornale mentre prepara da mangiare.

Ognuno con la sua teoria e idea su cosa sia successo, su cosa potrebbe succedere e sul come comportarsi.

Premesso che, secondo me, dare delle risposte precise e’ veramente difficile, perche’ dietro all’instabilita’ finanziaria di DB c’e’ un groviglio di cause che coinvolge il mondo intero con un unica base di partenza: gli USA, proverò qui comunque ad enunciare la mia teoria personale.

Non so se conoscete il paradosso di Triffing (https://it.wikipedia.org/wiki/Dilemma_di_Triffin), che e’ sempre stato presente sin da quando il dollaro e’ diventato riserva globale di “valore” e moneta unica per le transazioni internazionali.

Saltando i cenni storici (invitandovi ad approfondire l’argomento) andrei direttamente al 2010 quando Obama decise di prolungare il deficit della bilancia commerciale (di fatto svalutando la moneta) per iniettare dollari nelle varie economie e far si che il mondo rimanesse sempre ben fornito, finanziando la crescita globale.

La ragione della scelta americana e’ ovvia da comprendere, se pensiamo che quasi tutte le principali commodities e in particolare il petrolio, sono scambiate in dollari.

Per mantenere questi obiettivi, visto che la moneta non e’ piu’ legata all’oro ma al debito (quando venne tolto il peg sull’oro i partner commerciali decisero di costruire riserve di T-bond), il mercato del debito non deve assolutamente perdere l’egemonia di mercato piu’ grande e liquido al mondo.

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Tutti i paesi del mondo hanno, di conseguenza, incrementato le loro riserve di dollari maggiormente espresse in debito.

La Cina aveva superato i 4 mila miliardi di dollari, Giappone Taiwan, Abu Dhabi e Norvegia 1000 miliardi a testa (espresse parte in oro e parte in debito) il che rese questi paesi estremamente interdipendenti dal punto di vista monetario.

Nel frattempo gli USA hanno continuato ad operare il deficit commerciale con il supporto della FED che ovviamente doveva contribuire con il QE per non far mancare riserve monetarie espresse in dollari, nel mondo.

Questo processo ha funzionato nel breve periodo finche’ l’economica globale è rimasta in una fase di crescita, anche se non proprio eclatante.

Il problema sorse con il rallentamento dell’economia globale che, a posteriori si può affermare, fu decisamente sottostimato dalla FED.

L’eccesso di moneta ha progressivamente spinto il costo del denaro, espresso in termini di tassi interbancari, verso il basso e fatto crescere il debito (e bolle) a velocita’ superiori dei salari (vedi i miei precedenti articoli sull’argomento), senza che la crescita USA e globale mostrassero segni importanti di ripresa.

L’arma valutaria ha fatto cilecca, di fatto impattando negativamente sulla crescita di Giappone ed Europa.

La risposta di queste tre importanti aree economiche del mondo sono state, per parte giapponese la svalutazione dello yen (unica freccia usata nell’Abenomics), sul versante europeo si sono adottati tassi negativi e QE, mentre la soluzione adottata dagli USA fu la fine del QE.

Ovviamente, la FED ha fatto male i calcoli pensando che l’economia americana fosse robusta abbastanza per sopportare il rafforzamento del dollaro mentre, invece, la misura ha portato il mondo ad una globale crisi di liquidita’ e del debito (225 mila miliardi di dollari in circolazione).

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Il QE da parte della FED e’ l’unica ancora di salvezza per mantenere il dollaro e il mercato del debito liquido. Sta funzionando? Per rispondere dobbiamo osservare il TED.

Il TED (T=T-bill ED=Eurodollar future contract) spread, non e’ altro che il differenziale tra il LIBOR a tre mesi e il T-Bill a tre mesi e si usa per identificare il rischio di credito in quanto il T-Bill viene considerato “risk free” mentre il LIBOR riflette il rating delle imprese debitrici. Quando il TED sale il rischio di Default e’ piu’ alto.

La crisi per carenza di liquidita’ ha fatto schizzare il LIBOR (la scarsita’ di una risorsa ne fa aumentare il prezzo) e guardate cosa e’ successo al TED:

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Ogni istituzione finanziaria adesso potrebbe prenderebbe a prestito pagando 85bps a tre mesi, comprare un T-Bill a tre mesi oppure depositarli presso la banca centrale e ottenere 25 bps.

Acquistare un T-Bill a 3 mesi a 18bps, come possiamo agevolmente capire non ha alcun senso.

Questa strategia sarebbe dannosissima.

Al contrario ogni dealer con un po’ di liquidita’ in piu’ potrebbe cederla e prestare il denaro nel mercato interbancario.

Il problema sta nel fatto che, vista la la scarsita’ di rendimenti, il mercato del “secured dollar funding” (T-bill) e’ diventato estremamente illiquido e questo porta i “Primary Dealers” ad aumentare i mancati rimborsi nella restituzione del collateral.

Per farla breve DB e’ al centro di questo uragano per la sua centralita’ nel sistema eurodollaro e per il leverage adottato, come conseguenza della riduzione della liquidita’ del dollaro.

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La banca oggi conta un’esposizione di 60,000 miliardi di dollari in contratti swaps sui tassi e valute, e altri derivati sul reddito fisso con una leva tale che il 3,5% di perdita netta sulle posizioni in questi derivati spazzerebbe via il Core Tier1 Capital.

Capiamo quindi bene, come la banca sia stata posta altamente sotto stress.

Quindi, per ricapitolare, la causa sta nel fallimento del dollaro che presto perdera’ la funzione di riserva globale monetaria.

In questa prospettiva la reazioni della Cina e della Russia e’ stata comune, nell'incrementare le riserve auree, comprando 3000 tonnellate la prima e 1000 tonnellate d'oro, la seconda.

La Cina ha anche comprato miliardi di SDR (special drawing rights), la moneta mondiale coniata dal FMI considerato benchmark mondiale del quale lo YUAN fa parte da Gennaio 2016.

L’Arabia Saudita, invece, ha risposto in maniera piu’ subdola minacciando di liquidare le proprie riserve di Dollari e di prezzare il proprio petrolio in SDR.

Quindi Oro, Yuan, e SDR hanno una cosa in comune. Quella di essere alternativi al dollaro. E se il dollaro dovesse perdere il primato di moneta mondiale, si riproporrebbero gli eventi che colpirono la Gran Bretagna e la Sterlina tra il 1914 al 1944. Inflazione e perdita di ricchezza.

Qualcosa mi dice che, in sequenza, la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, il FMI e infine i poveri e gli immigrati, verranno incolpati del fallimento del sistema finanziario. Chi bombardare prima?

Ultimi commenti

Complimenti,veramente preparato!
grazie per il complimento
è un articolo ben argomentato, che apre ad ampie riflessioni e conoscenze su dinamiche alternative ed in evoluzione. grazie
un vero piacere ricevere complimenti del genere. spero di essere stato d'aiuto
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