I timori di una guerra commerciale di nuovo conclamata stanno tenendo in ansia i mercati. Ora la paura sembra essersi leggermente placata ma nei botta e risposta tra Cina e Stati Uniti c’è poco da stare allegri. Trump prosegue coi su tweet altalenanti: da un lato attacca il commercio cinese, dall’altro lato si dice ottimista nell’imminenza di un accordo. Poi c’è la Cina, che ha risposto con nuove tariffe e che minaccia ulteriori ritorsioni praticamente ogni giorno.
In questo contesto i rendimenti dei titoli di stato si sono stabilizzati, è interessante osservare in particolare i 3 mesi e i 10 anni USA il cui spread si aggira attorno allo zero. Anche il dollaro, che è stato sottoposto a una certa pressione, sta trovando di nuovo vivacità. I mercati tendono a reagire troppo facilmente e guardando alle ultime proiezioni sulle probabilità di un rialzo tassi della FED da qui a fine anno siamo al 70%. Citiamo questo elemento perché sta sicuramente influenzando l’andamento del biglietto verde dal momento in cui un sondaggio del WSJ ha evidenziato come un pool di economisti ritenga assai probabile tale ipotesi.
L'oro sta leggermente arretrando dopo essersi riportato in direzione dei 1300 dollari, mentre il Petrolio è in fase di lateralità. Anche i mercati azionari hanno trovato un po’ di respire ma la domanda è: per quanto tempo? Lo shock successivo potrebbe arrivare alla conferma dell’incremento di tariffe USA sui restanti $ 325 miliardi di importazioni cinesi.
Nel corso della notte il dato sulla produzione industriale cinese è scesa bruscamente al 5,4% (+ 6,5% il dato atteso, + 8,5% l'ultimo). Anche le vendite al dettaglio hanno deluso al 7,2% (+ 8,6% atteso, + 8,7% l'ultimo). Il China Fixed Asset Investment, che rappresenta circa il 60% degli investimenti, è sceso al 6,1% (+ 6,4% atteso, + 6,3% l'ultimo). Ciò suggerisce che lo stimolo fiscale della prima parte dell'anno sis ta affievolendo.
Sul calendario economico abbiamo avuto la seconda lettura del PIL dell’Eurozona inerente il terzo trimestre: confermato il rialzo, anche in ottica annuale. Ma il dato più atteso di oggi, oltre all’inflazione canadese, è certamente quello sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti che escludendo le auto dovrebbero attestarsi al + 0,7% nel mese di Aprile (+ 1,2% a marzo). L'indice Empire State Manufacturing (New York Fed) per maggio dovrebbe scendere leggermente a +8,5 (da +10,1 di aprile). La produzione industriale statunitense per aprile dovrebbe essere ferma ovvero 0,0% (-0,1% a marzo).