A giudicare dalla reazione del mercato dopo che la società madre di Google (NASDAQ:GOOGL), Alphabet (NASDAQ:GOOG), ha annunciato gli utili del primo trimestre lunedì 23 aprile 2018, sembrerebbe che gli investitori siano incerti in merito al titolo.
Sebbene abbia riportato la crescita degli utili migliore dal quarto trimestre del 2009 ed abbia annunciato un aumento delle spese per mettersi in pari con i rivali del cloud e dei dispositivi per i consumatori, il titolo di Google continua a restare sotto pressione. Infatti è crollato di oltre il 4% il giorno dopo la pubblicazione dei dati del primo trimestre.
Dopo anni di stabili rialzi, sorprendentemente, dall’ultima pubblicazione degli utili ci sono ora due forze opposte - orsi e tori - che strattonano il prezzo delle azioni di Google. Ed ecco le motivazioni per ciascuna di esse:
Le motivazioni ribassiste
Gli orsi ritengono che i profitti delle forti spese di Google nei segmenti del cloud e dei dispositivi siano incerti. Anche se la compagnia dovesse riuscire a compiere passi significativi, ci vorranno comunque anni per vederne l’impatto sulla riga dei risultati. Allo stesso tempo, la compagnia dovrà affrontare pressioni sui margini, con la possibilità che il titolo registri un andamento inferiore al previsto.
Il principale venditore mondiale di annunci pubblicitari digitali questa settimana ha rivelato di aver speso 7,7 miliardi di dollari in spese in conto capitale, il triplo di quanto aveva speso nello stesso periodo dello scorso anno. Gli analisti si aspettavano solo 3,5 miliardi di dollari in spese di investimenti nel primo trimestre per tutte le divisioni di Alphabet.
Questo aumento delle spese rientra nel rafforzamento da parte di Google della sua divisione di cloud computing per competere con Amazon (NASDAQ:AMZN), al fine di diversificare la sua base di utili andando oltre la promozione digitale. Ma non si tratta di una battaglia unica per Google.
La direttrice finanziaria Ruth Porat ha riferito agli investitori durante una conference call che questo sarà l’andamento della compagnia da ora in avanti. “Non parlerei di un avvenimento unico per quanto riguarda gli investimenti che stiamo facendo”, ha spiegato. “Stiamo gettando le basi per supportare la crescita che prevediamo”.
Secondo Porat, i nuovi finanziamenti saranno principalmente destinati al rafforzamento delle capacità dei centri dati della compagnia ed a nuovi cavi subacquei, processori, attrezzature di rete, nonché alla divisione di Google dedicata all’intelligenza artificiale ed all’apprendimento automatico.
Le motivazioni rialziste
I tori, invece, considerano questa impennata nelle spese uno sviluppo positivo. Secondo loro, Google ha bisogno di spendere soldi per fare soldi e per gettare le basi di una crescita sostenibile. Dopo aver trascurato questi mercati per anni a favore della sua divisione pubblicitaria principale, è arrivato il momento per Google di sfidare Amazon ed Apple (NASDAQ:AAPL) dove conta di più … in casa loro.
Fino a pochissimo tempo fa, circa il 98% degli utili di Google derivavano dalla divisione di pubblicità online. La gestione ha ora finalmente capito che bisogna diversificare, soprattutto adesso che i timori per la privacy degli utenti e per le nuove norme mirate ai colossi dei social possono pesare sulla divisione pubblicitaria.
In Europa, ad esempio, il Regolamento UE sulla protezione generale dei dati entrerà in vigore il mese prossimo. Il regolamento stabilisce il modo in cui i dati e i movimenti di tali dati debbano essere gestiti, con l’obiettivo primario di garantire il controllo dei dati ai singoli residenti o cittadini dell’Unione Europea.
In breve, cambia il modo in cui le compagnie internet raccolgono i dati degli utenti e le modalità in cui possono indirizzare gli annunci pubblicitari.
Secondo me, l’aumento delle spese di Google rappresenta uno sviluppo positivo a lungo termine e non credo che dovrebbe essere un motivo per diventare ribassisti su questa grande compagnia. Gli investitori dovrebbero avere un po’ più fiducia nella capacità della gestione di ottenere dei risultati.
La buona notizia è che questo incremento delle spese arriva proprio quando gli utili di Alphabet stanno crescendo ad un ritmo più veloce.
Nel primo trimestre, le vendite nette di Alphabet sono schizzate del 23,5%, il tasso più veloce dal 2014.
Morale della favola
I fattori tradizionali della crescita di Google tramite la ricerca da dispositivi mobili restano incontrastati, mentre YouTube e la promozione programmatica mostrano una crescita robusta.
Gli investitori dovrebbero tenersi il titolo di Alphabet.
Piuttosto che considerare le ulteriori spese un aspetto negativo, gli investitori dovrebbero essere rassicurati dal fatto che la gestione stia traendo vantaggio da questo slancio per investire in aree, come il cloud computing, che hanno il potenziale di spingere la crescita futura.
Questa è assolutamente la strada giusta da prendere per Google e senza dubbio farà aumentare il valore per gli azionisti.