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È guerra commerciale tra Cina e USA, crollano le borse

Pubblicato 23.03.2018, 10:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

La propensione al rischio è letteralmente crollata a causa di quella che ormai possiamo considerare una guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo: Cina e USA. Trump, ieri, ha firmato un memorandum che confermerebbe $ 60 miliardi di tariffe commerciali da imporre sui prodotti cinesi.

Ovviamente la risposta del colosso asiatico non si è fatta attendere, queste le dichiarazioni trapelate nelle ultime ore presso l’ambasciata cinese a Washington: "la Cina non ha paura e non si tira indietro dalla guerra commerciale”.

Sebbene la Cina abbia annunciato “soltanto” 3 miliardi di dollari di dazi sui beni provenienti dagli USA, è bene rammentare che stiamo parlando di una potenza commerciale che detiene ingenti quantità di debito USA e che avrebbe confermato la volontà di acquistare dalla Boeing (NYSE:BA) aeromobili per un ammontare complessivo di 1 trilione di dollari (nei prossimi 20 anni). Forse non tutti sanno che la Società Boeing, da sola, ha contribuito per oltre 1000 punti all’esplosione al rialzo dell’indice Dow dal dicembre 2016 ad oggi (stiamo parlando di circa il 24%).

Ora dovremo capire come reagirà realmente la Cina, il che al momento è un rebus. Il grande perdente, ovviamente, è il libero scambio globale e, in definitiva, il consumatore finale.

Il crollo dei mercati, improvviso, ha colto impreparati tanti operatori finanziari che nel corso della giornata di ieri hanno registrato forti perdite di capitale.

In un tale scenario hanno trovato forza gli asset considerati rifugio.

I rendimenti obbligazionari continuano a scendere; il 10 anni si aggira intorno al 2,81% (ha perso oltre 12 punti base dalla riunione della Fed).

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Nel forex lo yen è la valuta che sta trovando maggior vigore da questa situazione, mentre il dollaro sta sottoperformando rispetto a tutte le major.

Il cross Aud/Yen è considerato un indicatore chiave della propensione al rischio e nelle ultime 24 ore ha raggiunto i minimi da 16 mesi.

Ovviamente si sta rafforzando l’XAU/USD, ma non possiamo non citare il crollo dei listini USA con il Dow Jones Industrial Average che perdeva oltre 700 punti, il Nikkei ha chiuso la sessione asiatica con un crollo del 5,5% (oltre 1000 punti in meno) e le pressioni di vendita che sembrano voler proseguire anche in queste prime ore del mattino.

Sul fronte macroeconomico la giornata terminerà con un dato molto importante, il CPI (indice dei prezzi al consumo, quindi inflazione) canadese: il dato annualizzato è atteso al 2%.

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