La scorsa settimana i dati sull’occupazione USA hanno mostrato un tasso di disoccupazione al 3,9% ad ottobre, continuando il trend al rialzo, il massimo in due anni. Seppur parliamo di una lettura che storicamente risulta bassa, è al di sopra del minimo del 3,4% toccato all’inizio dell’anno.
Ciò ha riportato alla mente la regola di Sahm, quanto di più vicino ci sia a un monitoraggio della recessione, che potrebbe essere "innescata". Nato nel 2019 da uno studio dell’economista della Fed, Claudia Sahm, si tratta di un indicatore estremamente "accurato" che prende il nome del suo creatore, Sahm. Solitamente, il National Bureau of Economic Research in genere impiega circa un anno per dichiarare una recessione.
La regola, che potrebbe essere "innescata", sostiene che quando la media mobile trimestrale (spesso il tasso mensile oscilla troppo) del tasso di disoccupazione aumenta di 0,5% rispetto al minimo dei 12 mesi precedenti l’economia tende ad entrare in recessione.
Attualmente la media mobile trimestrale del tasso di disoccupazione è aumentata allo 0,33% rispetto al minimo di un anno, ancora lontana dalla soglia dello 0,5% che indica una recessione,
quindi ancora insufficiente ma resta preoccupante.
A conferma dell'indicatore, storicamente, un'eventuale attivazione della regola Sahm vedrà la disoccupazione continuare a salire.
Dal grafico possiamo vedere come la disoccupazione spesso raggiunge un minimo ciclico, prima di una recessione, per poi esplodere al rialzo sopra il 4%, come sembra che stia accadendo nell'ultimo anno. Oggi è al 3,9%, dopo aver avuto livelli simili ai minimi degli ultimi 50 anni. Questo potrebbe segnalare una recessione nei prossimi mesi?
Attualmente i segnali sono contrastanti, basta guardare i dati sul tasso di assunzioni che sono scesi al di sotto dei livelli pre-Covid, mentre il tasso di licenziamento rimane basso e in tutto questo la crescita della spesa al consumo resta forte.
Recessione a meno, sono settimane piuttosto intense per Bitcoin. Ha registrato una performance positiva di circa l'8% la scorsa settimana, salendo ai massimi di 52 settimane e superando i 37 mila dollari, Ethereum ha avuto un rally di oltre il 14,5%. Da inizio anno, la criptovaluta è cresciuta oltre il 120%, ma guardando il grafico qui sotto, le migliori performance ci sono state in alcuni giorni di gennaio, marzo, giugno e attualmente.
Il fatto che Bitcoin sia oggi sopra i massimi di 52 settimane (oggi sui massimi degli ultimi 18 mesi), conferma che Novembre è uno dei mesi con le migliori performance
Infatti, storicamente parlando, Bitcoin ha registrato i rendimenti medi molto alti (+40%) ma ricordiamo che nonostante ciò il suo massimo storico di poco inferiore a 69.000 dollari è stato esattamente due anni fa. Quindi possiamo dire che l'aspetto più importante da "guardare" è il fatto che, anche dopo aver registrato un rally di oltre il 100% nel 2023, l'attuale calo è ancora molto profondo, del 45% (più del calo medio del 40,4% dal 2016). Dato il livello attuale dei prezzi, non sembra probabile che questi massimi verranno nuovamente messi alla prova in tempi brevi.
Intanto, in seguito al prossimo dimezzamento dei blocchi (Halving) previsto per aprile 2024, molto analisti hanno dato come target i 130 mila dollari. Questo, analizzando il Terminal Price di Look Into Bitcoin, calcolato dal cosiddetto "Transferred Price" di Bitcoin (un valore derivato dalla divisione dei Coin Days Destroyed per l'offerta esistente), utile come indicatore dell'attività degli hodler.
Il Terminal Price si verifica al "culmine" di ogni ciclo di prezzo di BTC, e si può notare come abbia toccato la trendline (rossa) durante il massimo storico del 2017 e il picco iniziale di aprile 2021, mentre i 69 mila dollari non sono stati registrati come "massimi" e di conseguenza ci si potrebbe aspettare un massimo più alto.
Cosa ne pensate?
alla prossima!
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