Eni (MI:ENI) appare incapace di opporsi allo strapotere delle vendite che stanno colpendo il titolo da circa un mese (il 18 maggio scorso il titolo era a quota 15.03 euro).
L’azione resta sotto pressione e la soglia di sicurezza diventa quota 13.36 euro, con rischi di accelerazione ribassista alla sua rottura, in particolar modo in chiusura di seduta.
Se ciò dovesse accadere, sarà difficile evitare un ritorno dei prezzi a 13.24 e 13.12 euro in prima battuta. Il supporto fondamentale di breve/medio periodo è posizionato a 13.03 euro ed avrà il compito di impedire ai corsi di rivedere area 12.70 euro (il supporto fondamentale di medio/lungo termine è posizionato in area 12.45 euro).
Per assistere ad un reale miglioramento della situazione il titolo dovrebbe in primis riuscire ad attestarsi al di sopra di quota 14.60 euro, per poi puntare verso i 15.0 euro. Guardando più in alto, il confronto con la resistenza chiave a 15.19 euro sarà un importante banco di prova per saggiare il potenziale di crescita di medio/lungo termine. Oltre questo livello gli obiettivi sono ipotizzabili a 15,50 e 15,70 euro in prima battuta (2° target area 16,30 euro). Il titolo in 6 mesi ha ceduto l’11%, il 5% in 12 mesi, -32% in 3 anni,-15% in 5 anni e -2% in 10 (dal 2000 ad oggi +300%).
Dopo due anni di bassi investimenti e di sfiducia nell’industria del petrolio a livello globale, il gruppo si aspetta un lento aumento dei prezzi del petrolio fino a $70 al barile nel 2020. Nonostante ciò, si continuerà ad avere un approccio prudente, tenendo la CAPEX cash neutrality sotto i $45 al barile in media nei 4 anni di Piano. La flessibilità finanziaria garantirà la sostenibilità della politica di remunerazione in uno scenario di prezzi del petrolio bassi, e permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno se lo scenario economico migliorerà. Facendo leva sui suoi punti di forza, Eni sta realizzando un portafoglio ad alto valore, grazie al quale poter cogliere le opportunità che uno scenario positivo potrà offrire o sostenere la creazione di valore in caso di uno scenario negativo. Considerando il processo di trasformazione del Gruppo e gli obiettivi definiti nel Piano, Eni ha intenzione di confermare un dividendo per il 2017 di €0,8 per azione interamente pagato per cassa. La politica di distribuzione sarà progressiva, in linea con la crescita degli utili e con la variabilità dello scenario. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3% all’anno nel periodo 2017- 2020, e sarà realizzata principalmente attraverso il ramp-up e l’avvio di nuovi progetti e l’ottimizzazione della produzione, che daranno un contributo totale di circa 850mila barili di olio equivalente al giorno nel 2020. L’esplorazione rimane un fattore chiave per la crescita del valore della società. Nell’arco del periodo di Piano, Eni prevede nuove scoperte per 2-3 miliardi di barili di petrolio equivalente, quasi il doppio delle scoperte del Piano precedente, grazie alla perforazione di circa 120 pozzi in oltre 20 Paesi. Questo sarà possibile nonostante la riduzione del 10% del CAPEX dell’esplorazione. Grazie alla flessibilità del portafoglio di Eni, ai successi della strategia esplorativa corrente, alle sinergie con gli asset esistenti e alla rinegoziazione dei contratti, il break-even medio dei nuovi progetti è di circa $30 al barile.
Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; solo Ema20 è inferiore alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria non è ancora in atto l’orientamento più ribassista possibile.
Outlook
Exploration & Production
Confermato il target 2017 di nuove risorse esplorative: 0,8 miliardi di boe al costo unitario di circa 1 $/barile.
Produzione 2017: confermato target di 1,84 milioni boe/g (+5% rispetto al 2016) grazie agli avvii di nuovi progetti e ai ramp-up dei giacimenti avviati nel 2016, principalmente in Egitto, Kazakhstan, Angola, Indonesia e Norvegia. Previste inoltre altre iniziative di ottimizzazione della produzione non incluse nei piani iniziali. Tali incrementi saranno in grado di assorbire i declini di giacimenti maturi e un’interruzione dell’attività produttiva in Val d’Agri per un periodo di novanta giorni. Sono in corso azioni per ridurre la durata di tale interruzione.
Gas & Power
Confermato il target di breakeven strutturale dal 2017. Previsti miglioramenti della posizione di costo con interventi sui contratti long-term e di logistica. Obiettivo di mantenimento della quota di mercato nei segmenti “large” e “retail” incrementando il valore della base clienti grazie allo sviluppo di offerte commerciali innovative, ai servizi integrati e all’ottimizzazione dei processi commerciali e operativi.
Refining & Marketing e Chimica
Confermato il target del margine di raffinazione di breakeven a 3 $/barile dal 2018. Lavorazioni in conto proprio attese in leggero calo a causa dell’indisponibilità di alcuni impianti presso la raffineria Sannazzaro, in parte compensati da maggiori volumi a Livorno e Milazzo. In un contesto di forte pressione competitiva, Eni prevede di mantenere i volumi venduti di prodotti petroliferi rete e la quota di mercato in Italia, facendo leva sulla differenziazione dell’offerta e sull’innovazione. In Europa volumi previsti stabili, escludendo gli effetti delle dismissioni delle reti di distribuzione nell’Est Europa. Nella Chimica volumi di vendita in leggero aumento grazie alla maggiore disponibilità da produzione. Margini in flessione nel cracker e nel polietilene, in ripresa nel butadiene e negli stirenici.
Gruppo
Confermato l’obiettivo di riduzione dei capex del 18% vs 2016 su base proforma, cioè al netto dei rimborsi connessi alle dismissioni. Cash neutrality: confermata copertura organica degli investimenti e del dividendo allo scenario Brent di circa 60 $/barile nel 2017. Leverage a fine 2017: in riduzione anche grazie al perfezionamento di operazioni di portafoglio, tra cui in particolare la cessione del Mozambico.