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EXOR - Dove investono gli Agnelli: auto, assicurazioni e CR7

Pubblicato 12.09.2018, 16:14
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Per puntare su un calo dello sconto holding, in alternativa al titolo, c'è il certificate Cash Collect Autocollable a codice Isin DE000HV40R41. La barriera è 43,68 euro (-21% dai prezzi attuali). Le prossime due cedole sono incondizionate...

Exor (MI:EXOR) vale in Borsa circa un terzo meno del valore delle sue attività, una penalizzazione priva di ragioni apparenti. In Europa, lo sconto applicato dai mercati alle holding è generalmente più basso, intorno al 15% del Net Asset Value.

Qualche volta le sottovalutazioni sono originate dalla difficoltà nell'assegnazione del valore delle controllate, ma non sembra questo il caso.

Le attività della finanziaria della famiglia Agnelli sono per la maggior parte quotate in Borsa e sono liquide. Quelle private, o sono di dimensioni ragguardevoli, o sono inezie, rispetto al valore complessivo.

Il 29,2% di Fiat Chrysler (MI:FCHA) vale circa il 35% del NAV, il 29% di Ferrari (MI:RACE) il 25%, il 26,8% di CNH Industrial (MI:CNHI) il 19% , il 64% di Juventus (MI:JUVE) il 4%.

Tra quel che non è su mercato, il 100% di Partner Re, una compagna di riassicurazioni statunitense, vale circa il 30% del NAV.

Tutto il resto, tra cui la quota di controllo dell’Economist, vale poco più di zero. Complessivamente, il NAV è di poco sotto i 20 miliardi di euro.

Si potrebbe obiettare che si tratti di una diffidenza nei confronti dell’Italia, dove in effetti lo sconto applicato alle holding qualche volta supera di parecchio quota 30%, ma Exor, non ha passaporto italiano, visto che si tratta di una società di diritto olandese.

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La finanziaria tratta a Piazza Affari intorno a 55 euro, corrispondenti a circa 13,4 miliardi di euro.

Da inizio anno il titolo guadagna il 7%, dai massimi di periodo di giugno, perde il 16%. Il 2017 si è chiuso con un rialzo del 24%.

Questa settimana, Exor è stata penalizzata in Borsa dall’approssimarsi dell’uragano Florence alle coste orientali degli Stati Uniti, la controllata Partner Re, potrebbe essere chiamata ad accollarsi, insieme alle altre società del settore ri assicurativo, i danni catastrofali provocati dai venti, stimati intorno ai 200 chilometri all’ora.

Florence è ora catalogato “uragano estremamente pericoloso”. Le attività negli Stati Uniti valgono intorno al 45% del totale di Partner Re.

Va detto che la società, grazie alle contromisure prese nel recente passato, è oggi in grado di affrontare questo genere di eventi, l’anno scorso per esempio, a fronte di mezzo miliardo di dollari di perdite straordinarie provocate dagli uragani Irma, Maria ed Harvey, il bilancio si è chiuso in utile, con un ritorno sul patrimonio del 4%.

Partner Re veniva valutata dagli analisti a inizio anno circa 1,1 volte il valore di libro.

Ma nel corso degli ultimi mesi, anche per effetto delle operazione di compravendita avvenute nel settore, tra cui la recente acquisizione di Aspen Insurance da parte di Apollo, le valutazioni sono salite.

Se si prendono in considerazione i multipli impliciti dell’offerta di Covea su Scor, si dovrebbe passare a circa 1,25 volte il valore di libro.

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