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ExxonMobil: la ripresa dell’attività di raffinazione è essenziale per il titolo

Pubblicato 01.08.2019, 14:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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· Pubblicazione dei risultati del secondo trimestre 2019 domani, venerdì 2 agosto, prima dell’apertura dei mercati

· Previsioni sulle entrate: 64,85 miliardi di dollari

· Previsioni utili per azione: 0,7 dollari

Tra i colossi del petrolio e del gas USA, è forse il meno amato da analisti ed investitori. Il titolo in generale è andato male nelle impennate sia a breve che a lungo termine negli ultimi cinque anni, con la produzione in calo e la compagnia che non aveva direzione.

Ad aprile ha riportato la performance di raffinazione peggiore in quasi due decenni. Un sorprendente calo delle linee di attività di raffinazione e chimica, su cui Exxon di solito fa affidamento per generare flussi di cassa quando le altre attività più volatili vanno sotto pressione, ha messo ancora più in dubbio la ripresa della compagnia dal tonfo del 2018.

In questo contesto negativo, in cui la compagnia fatica ad aumentare la produzione e la sua gallina dalle uova d’oro, l’attività di raffinazione, sta vacillando, ci sono poche speranze che Exxon riesca a superare i rivali sul breve termine.

ExxonMobil price chart

In questo contesto negativo, in cui la compagnia fatica ad aumentare la produzione e la sua gallina dalle uova d’oro, l’attività di raffinazione, sta vacillando, ci sono poche speranze che Exxon riesca a superare i rivali sul breve termine.

In base alle previsioni degli analisti, ExxonMobil (NYSE:XOM) probabilmente riporterà un calo del 12% delle vendite a 64,85 miliardi di dollari nel secondo trimestre rispetto ad un anno fa. I profitti dovrebbero scendere a 0,7 dollari ad azione dagli 0,92 dollari dell’anno scorso. L’ultima volta che le raffinerie di Exxon avevano perso soldi era stato nel 2009 ed il dato del primo trimestre è stato il peggiore dal 2001.

Prima della battuta d’arresto nella raffinazione, le prospettive per Exxon erano migliorate, con il colosso del greggio che aveva tentato di riprendersi da un disastroso primo semestre del 2018, durante il quale la produzione di greggio e gas aveva raggiunto il minimo in un decennio.

Titolo sotto pressione

Dopo aver toccato il massimo annuo di 83,49 dollari a dicembre, il titolo, che ieri ha chiuso a 74,36 dollari, è crollato di circa l’11%. Nello stesso periodo, il suo più stretto rivale, Chevron (NYSE:CVX), ha mantenuto la posizione ed evitato le perdite.

In questo contesto negativo, in cui la compagnia fatica ad aumentare la produzione e la sua gallina dalle uova d’oro, l’attività di raffinazione, sta vacillando, ci sono poche speranze che Exxon riesca a superare i rivali sul breve termine.

Ma restiamo piuttosto ottimisti sulla crescita futura della compagnia. L’amministratore delegato Darren Woods ha adottato un approccio più a lungo termine per rivitalizzare la crescita. Ritiene che il settore petrolifero abbia bisogno di una forte iniezione di nuovi investimenti per affrontare le nuove sfide che gli si presentano, per cui questo è il momento sbagliato per restituire denaro agli investitori.

Woods ha dato il via ad un piano da 230 miliardi di dollari per rivitalizzare il gigante del petrolio, prendendo di mira le opportunità di trivellazione in tutto il mondo. Queste comprendono i giacimenti di scisto nel Texas occidentale, gli impianti di esportazione di gas naturale in Papua Nuova Guinea, una serie di enormi scoperte nella nazione sudamericana della Guyana e gli sviluppi in Mozambico e Brasile.

Quello che stupisce di Exxon è che sia l’unico produttore petrolifero USA ad alta capitalizzazione i cui flussi di cassa coprono i dividendi e le spese di capitale previste. Pensiamo che questo punto di forza renda il titolo un buon candidato per guadagnare entrate in costante crescita.

Dopo il recente ribasso, il titolo di Exxon rende ora circa il 4,62%, molto di più della media quinquennale del 3,5%. La compagnia paga 0,87 dollari ad azione ogni trimestre, con un aumento di oltre il 5% l’anno negli ultimi cinque anni.

Exxon alza il dividendo ogni anno, da oltre 30 anni di fila, malgrado operi in un settore altamente volatile. Questo risultato la dice lunga sulla qualità del bilancio della compagnia e sulla sua abilità di generare ritorni superiori per gli azionisti.

Morale della favola

Se cercate un solido titolo da dividendo da inserire nel vostro portafoglio, allora l’attuale debolezza di ExxonMobil rappresenta un buon punto d’entrata. Potrebbe persino migliorare dopo gli utili di domani.

· Pubblicazione dei risultati del secondo trimestre 2019 domani, venerdì 2 agosto, prima dell’apertura dei mercati

· Previsioni sulle entrate: 64,85 miliardi di dollari

· Previsioni utili per azione: 0,7 dollari

Tra i colossi del petrolio e del gas USA, è forse il meno amato da analisti ed investitori. Il titolo in generale è andato male nelle impennate sia a breve che a lungo termine negli ultimi cinque anni, con la produzione in calo e la compagnia che non aveva direzione.

Ad aprile ha riportato la performance di raffinazione peggiore in quasi due decenni. Un sorprendente calo delle linee di attività di raffinazione e chimica, su cui Exxon di solito fa affidamento per generare flussi di cassa quando le altre attività più volatili vanno sotto pressione, ha messo ancora più in dubbio la ripresa della compagnia dal tonfo del 2018.

In questo contesto, il report del secondo trimestre di domani sarà cruciale, con gli investitori alla ricerca di segnali di ripresa nelle operazioni di raffinazione.

ExxonMobil price chart

In base alle previsioni degli analisti, ExxonMobil probabilmente riporterà un calo del 12% delle vendite a 64,85 miliardi di dollari nel secondo trimestre rispetto ad un anno fa. I profitti dovrebbero scendere a 0,7 dollari ad azione dagli 0,92 dollari dell’anno scorso. L’ultima volta che le raffinerie di Exxon avevano perso soldi era stato nel 2009 ed il dato del primo trimestre è stato il peggiore dal 2001.

Prima della battuta d’arresto nella raffinazione, le prospettive per Exxon erano migliorate, con il colosso del greggio che aveva tentato di riprendersi da un disastroso primo semestre del 2018, durante il quale la produzione di greggio e gas aveva raggiunto il minimo in un decennio.

Titolo sotto pressione

Dopo aver toccato il massimo annuo di 83,49 dollari a dicembre, il titolo, che ieri ha chiuso a 74,36 dollari, è crollato di circa l’11%. Nello stesso periodo, il suo più stretto rivale, Chevron (NYSE:CVX), ha mantenuto la posizione ed evitato le perdite.

In questo contesto negativo, in cui la compagnia fatica ad aumentare la produzione e la sua gallina dalle uova d’oro, l’attività di raffinazione, sta vacillando, ci sono poche speranze che Exxon riesca a superare i rivali sul breve termine.

Ma restiamo piuttosto ottimisti sulla crescita futura della compagnia. L’amministratore delegato Darren Woods ha adottato un approccio più a lungo termine per rivitalizzare la crescita. Ritiene che il settore petrolifero abbia bisogno di una forte iniezione di nuovi investimenti per affrontare le nuove sfide che gli si presentano, per cui questo è il momento sbagliato per restituire denaro agli investitori.

Woods ha dato il via ad un piano da 230 miliardi di dollari per rivitalizzare il gigante del petrolio, prendendo di mira le opportunità di trivellazione in tutto il mondo. Queste comprendono i giacimenti di scisto nel Texas occidentale, gli impianti di esportazione di gas naturale in Papua Nuova Guinea, una serie di enormi scoperte nella nazione sudamericana della Guyana e gli sviluppi in Mozambico e Brasile.

Quello che stupisce di Exxon è che sia l’unico produttore petrolifero USA ad alta capitalizzazione i cui flussi di cassa coprono i dividendi e le spese di capitale previste. Pensiamo che questo punto di forza renda il titolo un buon candidato per guadagnare entrate in costante crescita.

Dopo il recente ribasso, il titolo di Exxon rende ora circa il 4,62%, molto di più della media quinquennale del 3,5%. La compagnia paga 0,87 dollari ad azione ogni trimestre, con un aumento di oltre il 5% l’anno negli ultimi cinque anni.

Exxon alza il dividendo ogni anno, da oltre 30 anni di fila, malgrado operi in un settore altamente volatile. Questo risultato la dice lunga sulla qualità del bilancio della compagnia e sulla sua abilità di generare ritorni superiori per gli azionisti.

Morale della favola

Se cercate un solido titolo da dividendo da inserire nel vostro portafoglio, allora l’attuale debolezza di ExxonMobil rappresenta un buon punto d’entrata. Potrebbe persino migliorare dopo gli utili di domani.

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