Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014
Dal punto di vista macro economico, ieri in Germania è stato pubblicato l’indice Ifo salito a dicembre da 104,7 a 105,5 punti rispetto al mese precedente. Si tratta del più alto livello da quattro mesi. Gli economisti avevano previsto 105,6 punti. Il sottoindice sulle aspettative è salito da 99,7 a 101 punti, quello sulle condizioni attuali è rimasto invariato a 110 punti. L'indice Ifo misura la fiducia tra gli imprenditori tedeschi e viene particolarmente seguito dagli operatori perchè viene considerato un anticipatore delle tendenze economiche in Germania, la prima economia dell'Eurozona. Mentre negli Stati Uniti, il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che la scorsa settimana le nuove richieste di sussidi di disoccupazione (Jobless Claims) sono calate negli Usa di 6.000 unità a 289.00 unità. Gli economisti avevamo previsto un calo a 292.000 unità. Il dato della settimana precedente è stato rivisto leggermente al rialzo, da 294.000 a 295.000 unità. La media mobile delle ultime quattro settimane, che viene considerata più attendibile perchè meno volatile, è scesa di 750 unità a 298.750 unità. Il numero delle richieste continuative è calato nella settimana terminata lo scorso 6 dicembre a 2,373 milioni. Gli esperti avevano atteso un calo a 2,510 milioni. L'indice statunitense Philadelphia Fed, che misura l'attività manifatturiera del distretto, è sceso a dicembre a 24,5 punti dai precedenti 40,8 punti. Gli analisti si aspettavano una lettura a 26 punti. Durante il corso dell’ottava che sta per concludersi, a tenere banco tra i vari operatori è stata l’ultima riunione dell’anno da parte della Federal Reserve, che nella sua relazione ha introdotto per la prima volta il termine di “pazienza” in riferimento al primo rialzo dei tassi. Durante la conferenza stampa il presidente Janet Yellen, è stata molto precisa indicando che per almeno le prime due riunioni del prossimo anno (28 gennaio e 18 marzo) è improbabile che inizi il processo di normalizzazione dei tassi; molto probabilmente si attenderà che le condizioni sia dell’inflazione che del mercato del lavoro si metteranno nella giusta direzione prima di un vero e proprio rialzo dei tassi. Sul valutario, la major euro contro dollaro statunitense, subito dopo la riunione della Fed, ha incominciato a disegnare un nuovo e deciso movimento in direzione del trend di fondo ribassista, con una prima candela rossa unidirezionale, c.d. “marubozu” con una chiusura 1,2341 molto vicina ad i minimi di giornata a 1,2321. Ricordiamo che il movimento short già era stato anticipato dalla candela rialzista ma con una evidente “upper shadow” il cui massimo corrisponde proprio alla punta estrema dello swing high da dove è partito il nuovo rally short. Il movimento a favore dei venditori è continuato anche nella giornata di ieri, i prezzi si sono riportati al di sotto dell’ex supporto ora resistenza a 1,2300, raggiungendo un minimo 1,2265, raggiunto l’ultima volta circa due anni fa. Ieri l’euro ha accelerato ulteriormente al ribasso anche in scia della decisione da parte della Swiss National Bank (SNB) di portare in negativo il tasso sui depositi a -0,25%. In conclusione, con gli movimenti ribassisti, possiamo confermare che il cambio ha incominciato ad imbroccare la strada giusta verso il livello 1,2000; dove buona parte degli operatori vede la quotazione della major entro fine anno. Si consiglia, per tutti coloro che non sono entrati a mercato short a rottura del minimo della candela del 16 dicembre che ha generato l’ultimo swing high, di entrare possibilmente dopo un pull back anche di breve entità.