Rassegna giornaliera sul mercato forex, 25 giugno 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
L’impennata di martedì segna il sesto giorno consecutivo in salita per il dollaro neozelandese. Nell’arco di pochi giorni il cambio NZD/USD è salito dal minimo di 0,6490 al massimo sopra 0,6650. La debolezza generale del dollaro USA ha giocato un ruolo importante, ma il dollaro neozelandese è stato sostenuto dai dati economici migliori del previsto. Lunedì sera abbiamo visto che, nonostante si sia ridotto il surplus commerciale, la bilancia è scesa meno del previsto e le esportazioni e le importazioni sono aumentate a maggio. L’export ha toccato un massimo record di 5,8 miliardi di dollari neozelandesi sulla scia di un aumento della domanda del latte in polvere e del latte di formula per bambini. Le esportazioni di latte in polvere sono aumentate del 32%, mentre i preparati contenenti latte in polvere, compreso il latte di formula per i bambini, sono aumentate del 41%. L’economia cinese sarà in calo ma i cinesi non tagliano i beni che ora considerano essenziali – burro, latte, e latte di formula di alta qualità per i bambini. Questi dati saranno di primaria importanza per la decisione e l’annuncio della politica monetaria.
La decisione di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand è vicina e molti investitori si chiedono se la banca centrale fermerà l’impennata del cambio NZD/USD. La price action del cambio fa pensare che il mercato cerca meno cautela ma ci si preoccupa delle conseguenze del rallentamento della crescita globale sulla valuta neozelandese. Durante l’ultimo vertice di politica monetaria la RBNZ ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base. La decisione ha portato il cambio NZD/USD al minimo di sei mesi ma il calo è stato di breve durata in quanto la banca ha dichiarato che si è trattato di un unico intervento. Da allora non abbiamo avuto un trend chiaro dell’economia della Nuova Zelanda. Gli ultimi dati sul PIL sono stati positivi e l’attività del settore dei servizi è in salita. L’attività manifatturiera, l’inflazione e la spesa sono in calo ma potrebbe non bastare per convincere la RBNZ ad intervenire con un nuovo taglio dei tassi. Senza dubbio l’economia globale si sta indebolendo e sarebbe un errore grossolano da parte della RBNZ non considerare questo fattore; tuttavia la risposta del dollaro neozelandese dipenderà dal pensiero della banca in merito ad un futuro intervento. Se la banca dovesse dichiarare che un nuovo taglio è necessario, il cambio NZD/USD ribalterà velocemente i guadagni, ma se la banca dovesse lasciare la dichiarazione di politica pressoché invariata, il cambio NZD/USD potrebbe toccare facilmente i 67 centesimi.
Intanto, anche se euro, sterlina, franco svizzero e dollaro canadese sono scesi, gli orsi del dollaro USA sono al controllo. Gli ultimi dati economici confermano la necessità di un allentamento. I prezzi delle case sono rimasti fermi ad aprile, le vendite di case nuove sono scese del 7,8%,segnando il maggiore calo mensile da novembre e l’indice della fiducia dei consumatori è sceso di 10 punti. Tutto questo mostra che i tassi bassi e l’andamento del mercato azionario non sono bastati. Bullard, uno dei Presidenti Fed ha dichiarato che la situazione non richiede un taglio di 50 punti base, secondo il Presidente Powell la banca centrale sta monitorando da vicino i dati e soppesando i fattori di incertezza. Ifattori a favore di un taglio dei tassi sono aumentati in quanto i timori commerciali sono peggiorati e l’inflazione è fuori target. Il cambio USD/JPY è sceso sotto 107 per la prima volta dopo 6 mesi e nonostante il rialzo crediamo che un nuovo ribasso sia inevitabile.