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FTSE MIB, il rimbalzo delle banche lascia ben sperare

Pubblicato 11.04.2013, 12:51
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Il rialzo messo a segno ieri dall'indice Ftse Mib (+3,19%) e' stato il piu' ampio dal 2 gennaio ed ha comportato la rottura di resistenze rilevanti, in primis la trend line disegnata dal top del 30 gennaio.

Il rimbalzo tuttavia, per quanto esteso, non riesce per il momento a cancellare i precedenti segnali negativi.

Non va dimenticato infatti che la settimana di borsa conclusa il 28 marzo è stata la peggiore, con il suo 4,4% di calo, dopo quella terminata il 28 settembre scorso. Il trading range realizzatosi tra inizio e fine marzo, la cui base e' stata violata il 26 marzo insieme alla media mobile a 200 giorni (da ieri di nuovo supporto a 15580) assume connotati di un "pennant", un piccolo triangolo, figura che appartiene alla famiglia di quelle di continuazione e che ha la caratteristica di trovarsi spesso a metà circa di quella che si dimostrerà essere l'intera tendenza.

Il rischio che alla discesa dal top di fine gennaio a 17983 punti ai minimi di inizio marzo a 15406 punti ne faccia seguito un'altra di pari ampiezza con origine sui massimi del pennant, a 16258, e quindi con target a 13700 circa è ora molto elevato e resta per il momento tale nonostante la reazione di ieri.

Conferme in questo senso verrebbero sotto area 15000, 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di luglio 2012.

Supporto intermedio a 14855, minimo del 16 novembre scorso. Per ridimensionare i rischi di nuove discese sarebbe necessario il superamento di area 16250, dove i prezzi si sono scontrati a più riprese nelle ultime settimane con la media mobile a 100 giorni.

Il raggiungimento di 16250 verrebbe introdotto dalla rottura di 16000.

Oltre 16250 si aprirebbero spazi di rialzo fino a 17000. Solo oltre questi livelli un eventuale rimbalzo perderebbe i connotati di precarietà che contraddistinguono ogni fase correttiva guadagnandosi la possibilità di tornare a mettere sotto pressione i massimi di gennaio.

Per tenere sotto controllo l'evoluzione del sentiment di mercato relativo all'Italia è sicuramente opportuno seguire con attenzione anche l'andamento del settoriale domestico relativo al comparto bancario.

L'indice banche è sceso tra fine gennaio e fine marzo dagli 11633 punti agli 8040 punti (-30% circa da confrontare con il -15% perso dall'indice Ftse Mib nello stesso intervallo temporale) portandosi a stretto contatto con il 61,8% di ritracciamento del rialzo dai minimi di luglio 2012, sostegno sul quale e' stato disegnato un piccolo doppio minimo, figura rialzista completata ieri con la rottura di 8541.

Gli studiosi dei grafici considerano questa percentuale, ricavata dalla successione di Fibonacci, come molto efficace nel discriminare tra una fase correttiva ed una vera e propria inversione di trend.

La tenuta degli 8000 punti permetterebbe quindi di considerare il ribasso, per quanto esteso, dell'ultimo bimestre come una pausa della precedente salita che avrebbe comunque ancora possibilità di riprendere.

Recuperi prima oltre 9000, area di transito della media mobile a 200 giorni (massimo ieri a 8937) poi 9500 renderebbero credibile uno scenario di miglioramento del quadro prospettico non solo per il settore ma anche per tutta la borsa in generale.

Sotto gli 8000 punti la fase calante degli ultimi due mesi si dimostrerebbe invece ancora forte, capace di estendere almeno fino ai minimi della scorsa estate a 5948 punti, rendendo probabile un analogo storno fino a 12295 del Ftse Mib.


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