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FTSE su con il petrolio che recupera per il 5° giorno consecutivo

Pubblicato 05.05.2020, 12:54

Gli indici europei hanno aperto la settimana con perdite marcate; su DAX (-3,64%) e CAC 40 (-4,24%) pesano le preoccupazioni per le rinnovate tensioni fra USA e Cina, che potrebbero impedire all’economia globale a pezzi di riprendersi a un ritmo ragionevole.

Lunedì l’azionario USA è andato meglio a New York, soprattutto in chiusura di seduta. Il Dow (+0,11%) e l’S&P500 (+0,43%) hanno chiuso in territorio positivo, con il Nasdaq sostenuto dai discreti rialzi delle azioni di Apple (NASDAQ:AAPL) (+1,42%) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) (+2,45%).

Ma i dati economici dipingono un quadro cupo. I PMI europei hanno confermato la più marcata contrazione dell’attività dall’inizio delle rilevazioni; a marzo, gli ordini industriali USA sono crollati più del 10% m/m, grossomodo in linea con il -9,7% previsto dagli analisti.

Il Ministero del Tesoro USA si prepara ad aumentare di $3 mila miliardi di dollari l’emissione di debito da aprile a giugno, per finanziare gli stimoli decisi dal governo, destinati sicuramente ad aumentare.

Anche in Australia, l’indice sulle costruzioni e il PMI servizi di aprile sono sprofondati ai minimi. All’odierna riunione di politica monetaria, la banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) ha mantenuto invariati i tassi d’interesse, dal momento che la banca ha già fatto molto per combattere il rallentamento dovuto al coronavirus, soprattutto attraverso massicci acquisti di titoli del Tesoro volti ad iniettare liquidità nell’economia. La banca ha ampliato il ventaglio di collaterali ammessi per le operazioni sui pronti contro termine, includendo una forbice più ampia di titoli “investment grade” denominati in AUD, non emessi da banche. L’AUD/USD è rimbalzato oltre i 64 centesimi, ma l’AUD dovrebbe imbattersi in una certa resistenza a quota 64,90, la media mobile a 100 giorni, perché la propensione al rischio incerta a livello globale potrebbe sfavorire le valute beta, anche sull’onda delle crescenti tensioni fra gli USA e la Cina.

Oggi saranno diffusi altri dati.

Il PMI servizi e l’indice ISM non-manifatturiero negli USA dovrebbero continuare a dipingere un quadro bigio, mentre a marzo il deficit commerciale USA dovrebbe essere salito a $44 miliardi. I funzionari USA stanno facendo pressioni sulla Cina perché rispetti gli obblighi dell’accordo di fase uno, che prevede, fra l’altro, acquisti massicci di prodotti agricoli, ma la Cina deve prima riprendersi dalla crisi del coronavirus. Crediamo, tuttavia, che la Cina sia disposta a fare tutto il possibile per evitare di danneggiare la fragile relazione con gli USA, pur essendo stata accusata di aver creato intenzionalmente il coronavirus in un laboratorio di Wuhan. Le due economie hanno bisogno l’una dell’altra per riprendersi rapidamente, cosa che potrebbe indurre la Cina a mettere da parte l’orgoglio, almeno in parte.

In Svizzera, ad aprile i prezzi al consumo sono scesi dello 0,8% a/a, per effetto della chiusura generalizzata di negozi e ristoranti. Il franco svizzero resta forte contro il biglietto verde, che mostra segni di consolidamento dopo l’ondata di vendite della scorsa settimana. Il deterioramento dell’umore sul mercato sostiene tuttavia le valute considerate beni rifugio, incluso lo yen giapponese.

I prezzi di fabbrica nell’Eurozona dovrebbero confermare un calo del 2,6% a/a a marzo, per effetto del calo dell’attività, ridotta dai vari paesi per combattere il virus. L’EUR/USD continua ancora a trovare richieste sotto il livello a 1,09, segnalando che sta aumentando la probabilità di un tentativo di sfondare 1,10 contro l’USD. Dovrebbero esserci offerte vicino alle medie mobili a 100 giorni (1,0975) e a 200 giorni (1,1020).

Oltremanica, la sterlina continua a essere venduta sotto quota 1,25 contro il biglietto verde. Il dato definitivo sui PMI servizi dovrebbe confermare il crollo più marcato mai registrato e far aumentare la pressione a vendere sulla sterlina, in vista della riunione di politica monetaria di giovedì. La Banca d’Inghilterra (BoE) dovrebbe mantenere invariati sia i tassi d’interesse, sia il programma di acquisto asset, ma gli investitori sanno che la banca è pronta a fare di più in caso di necessità.

Nei prossimi giorni, chi investe nella sterlina seguirà i piani del governo per iniziare a riaprire le aziende. Secondo noi, nel Regno Unito il lockdown proseguirà fino alla prima settimana di giugno, continuando a pesare sull’economia britannica, che dipende in gran parte dai servizi, per un altro mese intero. Intanto si avvicina minacciosamente il 2 giugno, data in cui, vista l’assenza di passi avanti nei negoziati commerciali con l’UE, la Gran Bretagna inizierà i preparativi per una Brexit senza accordo. A nostro avviso, le probabilità di sviluppi sono poche, perché i governi sono troppo presi dalla crisi del coronavirus.

In vista dell’imminente recessione economica di portata storica, cui si aggiunge quasi certamente una Brexit senza accordo, l’outlook di medio-lungo termine per la sterlina rimane pertanto negativo. I rialzi dovrebbero costituire interessanti opportunità di vendita. La resistenza chiave giace nella fascia 1,2685/1,2740, livelli che corrispondono alle medie mobili a 100 e 200 giorni.

L’azionario è andato meglio a Sydney (+1,31%) e Hong Kong (+0,85%), mentre Giappone, Cina e Corea del Sud sono rimasti chiusi per festività.

L’attività sui futures del FTSE suggerisce che le azioni britanniche si preparano a un avvio positivo, con il petrolio in rialzo per la quinta seduta consecutiva. Il greggio WTI ha testato i $22 al barile. In prospettiva, le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, che si aggiungono alla domanda globale già al lumicino, limiteranno sicuramente il potenziale al rialzo, facendo restare i prezzi nel trend negativo. S’intravedono offerte in area $23/25.

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