Anteprima Fed: Aumento previsto; riflettori sull’intervento del prossimo anno

Pubblicato 25.09.2018, 16:19

L’aumento di un quarto di punto del tasso dei fondi Fed di riferimento, al 2,00%-2,25%, in occasione del vertice dei policymaker della Federal Reserve di domani è da tempo messo in conto sui mercati.

Gli investitori si concentreranno quindi piuttosto sul grafico “dot-plot” che mostra le aspettative sugli aumenti dei tassi futuri, alla ricerca di una conferma che la previsione di giugno su un quarto aumento dei tassi quest’anno, a dicembre, sia ancora valida. E soprattutto, cercheranno di capire se per l’anno prossimo siano previsti altri tre interventi, che porterebbero il tasso overnight al 3,00%-3,25% alla fine del 2019.

L’altra grande aspettativa, in base ai recenti commenti del Presidente della Fed Jerome Powell, è vedere se dalla dichiarazione sarà eliminata la parola “accomodante” per descrivere la politica monetaria. Tale omissione autorizzerebbe la Fed a continuare ad alzare i tassi al vago “tasso neutro”, che né stimola e né riduce la crescita economica, e oltre.

Nel contesto di un’economia robusta, gli investitori hanno accolto la posizione più interventista della Fed che cerca di restare fedele al suo piano di aumenti dei tassi graduali consentendo al contempo al suo bilancio di ridursi evitando di reinvestire alcuni dei suoi bond in scadenza. Questo processo è noto come inasprimento quantitativo, il contrario dell’allentamento quantitativo.

I principali indici azionari sono schizzati ai massimi storici, ma le incertezze sul commercio e sulla lunghezza del ciclo di ripresa stanno facendo restare cauti gli investitori rendendo volatili i mercati azionari. Quindi, verrà prestata maggiore attenzione alle previsioni sul PIL che saranno pubblicate come materiale supplementare per il vertice del FOMC. Mentre le previsioni sul 2018 sono salite, quelle successive sono rimaste stabili. Un eventuale cambiamento di queste stime ridurrebbe le aspettative sui tassi di interesse.

I falchi stanno avendo la meglio

In particolare, gli investitori seguiranno da vicino la conferenza stampa di Powell alla ricerca di indizi riguardanti le previsioni economiche e la politica monetaria. Non essendo un economista, Powell ha messo da parte il burocratese della Fed preferendo parlare in modo chiaro. Tuttavia, ha dimostrato di non essere incline a lasciare intendere troppo. Molto probabilmente, ribadirà semplicemente che la Fed resta convinta della sua strategia di aumenti graduali dei tassi di interesse, accompagnati da una graduale riduzione del possesso di bond.

I recenti commenti del Governatore della Fed Lael Brainard, considerata da molti la mente del ridotto direttivo dei governatori, spingono a chiedersi se il tasso neutro che dovrebbe rappresentare la linea di arrivo per gli aumenti dei tassi non sia in realtà un bersaglio mobile. “Con lo stimolo governativo in fase di realizzazione che supporterà la domanda nei prossimi due anni, sembra ragionevole prevedere che il tasso neutro a brevissimo termine salga un po’ di più rispetto al tasso neutro a lungo termine”, ha affermato all’inizio del mese durante un intervento a Detroit.

Oltre all’intenzione di cercare di giustificare il rendimento basso a lungo termine e di ridimensionare i timori circa l’inversione della curva del rendimento - dove i tassi a breve termine sono più alti di quelli a lungo termine - l’analisi sembrerebbe lasciare aperta la possibilità che la Fed superi i tre aumenti di un quarto di punto l’anno prossimo, a condizione che l’economia vada a pieno regime, senza che ciò venga considerato restrittivo.

Le posizioni interventiste all’interno del FOMC sembrano essere in aumento nonostante la tradizionale divisione tra falchi e colombe all’interno del direttivo. Le storiche colombe delle banche regionali come Charles Evans di Chicago ed Eric Rosengren di Boston diventeranno membri votanti il prossimo anno, ma i loro ultimi commenti indicano che sono a favore dell’attuale inasprimento della politica monetaria. Cinque dei 12 presidenti delle banche regionali sono membri votanti in base ad una rotazione annua, mentre il voto di New York è permanente.

Il vice Presidente della Fed Richard Clarida, confermato di recente, prenderà parte al vertice del FOMC per la prima volta e sicuramente si allineerà con la maggioranza. Gli altri tre nominati che completeranno il direttivo dei governatori composto da sette membri sono in attesa di conferma, ma si tratta di economisti esperti e pragmatici. Ci sono pochi motivi per pensare che ci possano essere degli ostacoli alla rotta tratteggiata da Powell.

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