Market Brief
A dicembre l’IPC giapponese è rimasto solido. L’IPC primario è rimasto invariato al 2,4% a/a, i prezzi al netto di generi alimentari ed energia sono cresciuti a un ritmo stabile pari al 2,1%, mentre l’IPC di fondo (al netto dei generi alimentari) è sceso dal 2,7% al 2,5% (rispetto al 2,6% previsto). La contrazione della spesa delle famiglie ha subito un’accelerazione nonostante il calo della disoccupazione, attestatasi a dicembre al 3,4% (rispetto al 3,5%). I mercati dei cambi non hanno reagito granché ai dati economici. La domanda di JPY di fine mese ha frenato il rialzo dei cross con lo JPY. La resistenza dell’USD/JPY continua a essere costituita dal massimo della nuvola giornaliera di Ichimoku (118,46). Il MACD entrerà in zona positiva in caso di chiusura giornaliera superiore a 118,34. Le scommesse per le opzioni favoriscono il calo del JPY dalla prossima settimana. L’EUR/JPY dovrebbe sfidare il 23,6% di Fibonacci sulla flessione di dicembre e gennaio (134,78) in scia al calo delle pressioni al ribasso.
Ieri i mercati delle materie prime hanno subito un duro colpo. Il gas naturale ha ceduto più del 5%, l’oro il 2%, argento e platino sono scivolati rispettivamente del 5% e del 3%, dopo che la domanda di USD si è impennata in modo diffuso in scia al miglioramento inaspettato delle richieste di sussidi di disoccupazione. Prima della campanella di chiusura, gli USA pubblicheranno la stima sul PIL riferito al quarto trimestre e il PCE di fondo (monitorato scrupolosamente dalla Fed). La debolezza della crescita e dell’inflazione dovrebbero dar ragione a Gross, secondo cui la Fed dovrebbe alzare i tassi verso la fine dell’anno per salvare il capitalismo. Ieri i rifugi sicuri CHF e AUD, influenzati dalle speculazioni su una RBA colomba, sono state le valute che hanno perso di più a New York. L’USD/CHF testa la media mobile a 200 giorni (0,9288) prima dei dati USA. Una violazione sopra questo livello dovrebbe far diminuire le tensioni sull’EUR/CHF e le speculazioni secondo cui la BNS starebbe intervenendo per contribuire a un calo del CHF.
Il cable è stato venduto aggressivamente, scendendo a 1,5061. Sono uscite parecchie notizie negative per la GBP, fra cui le previsioni sull’IPC a un anno di dicembre elaborate da YouGov, che si attestano all’1,2% rispetto all’1,5% e l’avvertimento sull’ascesa dell’insicurezza per quanto riguarda l’inflazione (e soprattutto il fatto che gli analisti di Citigroup abbiano fatto riferimento al sondaggio YouGov nei loro commenti); Haldane (BoE) ha detto che non c’è bisogno di precipitarsi verso un rialzo del tasso e che la normalizzazione dovrebbe essere graduale. Anche per effetto della diffusa domanda di USD, la coppia GBP/USD ha toccato quota 1,5019. Gli indicatori di trend e momentum rimangono positivi (MACD +0,0014), mentre le offerte sopra la media mobile a 21 giorni (1,5140) costituiscono ora una barriera più forte prima del massimo del trend ribassista in atto da settembre a gennaio (1,5363). Discrete opzioni put standard stazionano in area 1,5135/55 prima del fine-settimana.
L’EUR/USD è stato scambiato nella fascia 1,1317/45 in Asia. Oggi saranno pubblicati i dati preliminari sull’IPC di gennaio. La deflazione dovrebbe aver subito un’accelerazione, pari allo 0,5% a gennaio (stima a/a), mentre, stando ai sondaggi di mercato, l’IPC di fondo si è probabilmente stabilizzato allo 0,7% a/a. Eventuali sorprese negative si rifletterebbero negativamente sull’EUR, ma l’impatto dovrebbe essere limitato, visto che il complesso EUR non ha ancora corretto del tutto il forte colpo della scorsa settimana innescato dal QE della BCE. Non ci sono aspettative/speculazioni concrete relative al dato IPC di oggi. L’EUR/GBP è stato frenato dalle offerte sopra 7,25. Le vendite impreviste di GBP di ieri hanno alleggerito le pressioni a vendere sull’EUR/GBP. Il mercato torna in modalità “denaro” a 0,75 e sotto questo livello.
L’USD/CAD si è indebolito fino a 1,2677 con il greggio WTI in consolidamento sotto i 45 USD. Il momentum tendenziale è costantemente rialzista. Nonostante le condizioni d’ipercomprato, la debolezza del PIL canadese oggi dovrebbe far salire i guadagni verso le resistenze tecniche chiave di medio termine: 1,2734 (massimo del 2005) e poi 1,3065 (massimo del 2009). Il supporto chiave giace a 1,2205 (76,4% di Fibonacci sulle vendite dal 2009 al 2011).
Oggi il calendario economico è fitto di appuntamenti: vendite al dettaglio m/m e a/a di dicembre in Germania; spese dei consumatori e IPP m/m e a/a di dicembre in Francia; PIL (preliminare) t/t e a/a quarto trimestre, bilancia delle partite correnti di novembre in Spagna; indicatore predittivo KOF di gennaio in Svizzera; IPC (preliminare) a/a di gennaio in Spagna; retribuzioni non-manodopera a/a di novembre in Svezia; tasso di disoccupazione (preliminare) di dicembre in Italia; credito al consumo netto, prestiti di titoli per abitazioni, approvazioni di mutui e massa monetaria M4 a/a di dicembre nel Regno Unito; tasso di disoccupazione di dicembre nell’Eurozona; stima IPC a/a e IPC di fondo (preliminare) a/a di gennaio nell’Eurozona; IPP m/m e a/a di dicembre in Italia; PIL m/m e a/a di novembre in Canada; PIL (preliminare) annualizzato t/t, consumi personali, indice PIL/prezzi e PCE di fondo t/t riferiti al quarto trimestre, indice ISM di Milwaukee di gennaio, indice direttori d’acquisto di Chicago e indice definitivo su fiducia, condizioni attuali, attese, inflazione a 1 un anno e a 5-10 anni dell’Università del Michigan di gennaio negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd