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Giù le borse asiatiche dopo nuovo attacco USA contro settore tecnologico cinese

Pubblicato 07.08.2020, 11:23
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Gli indici azionari USA hanno guadagnato per il quinto giorno consecutivo sulle speranze che presto venga approvato il nuovo pacchetto di stimoli fiscali o che il presidente Trump introduca delle misure aggiuntive, quali sussidi di disoccupazione maggiorati, regimi temporanei di sospensione dei contributi e aiuti per i rimborsi dei prestiti degli studenti, se lo stallo fra i politici del Congresso dovesse permanere.

Ma venerdì gli investitori in Asia hanno avuto i sudori freddi, dopo che Trump ha proibito alle imprese USA di intrattenere relazioni commerciali con le maggiori società tecnologiche cinesi TikTok e WeChat per motivi di sicurezza nazionale. Queste azioni mirano anche a frenare il crescente potere della Cina nel settore tecnologico e a intensificare la guerra fredda fra i due paesi.

L’intensificarsi degli attacchi di Trump contro le società tecnologiche cinesi venerdì ha fatto scendere le borse, perché l’esacerbarsi delle tensioni fra gli USA e la Cina mette a repentaglio anche l’accordo commerciale, firmato dopo due anni di trattative.

Il Nikkei (-0,71%) è sceso marginalmente e anche l’ASX 200 (-0,67%) ha ceduto terreno. In deciso calo l’Hang Seng (-2,27%) e il Composite di Shanghai (-1,45%). Maglia nera sui listini le società tecnologiche: il prezzo di Tencent, che gestisce WeChat, è precipitato fino al 10% in avvio di seduta.

L’attività sui future segnala che gli indici europei potrebbero ampliare le perdite di giovedì mentre si avviano alla campanella di chiusura settimanale.

WeChat, il servizio più popolare di Tencent, è noto come WhatsApp cinese, ma è molto di più. La piattaforma consente lo scambio di messaggi, ma è anche il social media e la piattaforma di pagamento online più utilizzata in Cina, e ospita un numero enorme di negozi online che offrono una gamma illimitata di prodotti e servizi. I messaggi, però, non sono crittografati e si dice che l’ecosistema di WeChat permetta ai sorveglianti governativi di risalire alle attività degli utenti, ed è per questo che Donald Trump vuol limitare la crescente influenza della piattaforma oltre i confini cinesi.

Sul fronte dei dati, la scorsa settimana le richieste di disoccupazione negli USA sono cresciute meno di 1,2 milioni di unità, livello minimo dall’inizio della pandemia, a fronte di 1,4 milioni stimati dagli analisti. I dati suggeriscono un costante miglioramento del mercato occupazionale USA, anche se gli investitori sanno che c’è ancora molta strada da fare prima di tornare ai livelli pre-crisi.

Oggi negli USA sarà pubblicato il dato sulle buste paga non agricole (NFP) di luglio. Gli analisti prevedono che, il mese scorso, l’economia statunitense abbia creato 1,6 milioni di posti di lavoro nel settore privato, a fronte dei 4,8 milioni del mese precedente. Gli investitori sono però pronti a una cifra molto più alta, o molto inferiore, perché le attese sono incerte e poco accurate a causa delle condizioni economiche straordinarie. Una lettura abbastanza positiva dovrebbe far persistere l’ottimismo sul futuro fra gli investitori; una cifra positiva inferiore alle attese farebbe aumentare le probabilità dell’approvazione di nuovi stimoli, mentre una cifra superiore alle attese rafforzerebbe l’idea di una solida ripresa economica. Invece una cifra negativa segnalerebbe che le misure di stimolo restano circoscritte ai mercati finanziari e non vengono trasmesse all’economia reale. Ciò potrebbe raffreddare gli entusiasmi, almeno momentaneamente.

L’USD trova richieste migliori prima dei dati sul lavoro negli USA. L’indice dell’USD è risalito alla soglia dei 93 punti, mentre la solida domanda di titoli del Tesoro USA continua a pesare sui rendimenti.

Il biglietto verde continua a definire la direzione generale dei mercati valutari.

Giovedì l’EUR/USD è schizzato a 1,1917 sulla scia del dollaro più debole, ma la coppia non è riuscita a consolidare i rialzi sopra quota 1,19. Su questi livelli, il rally dell’euro contro il biglietto verde mostra segni di affaticamento; il mercato è già sommerso da eccessivi lunghi sull’euro e corti sul dollaro, per cui la coppia potrebbe stabilizzarsi agevolmente nella fascia 1,17/1,16 se ci fosse una pausa nella corsa al ribasso dell’USD. I dati sulla produzione industriale e sulle esportazioni tedesche riferiti a giugno, diffusi stamattina, hanno rivelato un andamento migliore del previsto. Ma in questo venerdì i dati non avranno un impatto sulla direzione generale della coppia EUR/USD, perché probabilmente sarà il dollaro a dettare la linea prima della campanella di chiusura.

Il cable ha registrato una breve incursione a 1,3185, dopo che, alla riunione di giovedì, la Banca d’Inghilterra (BoE) ha espresso un’opinione sfavorevole sui tassi d’interesse negativi. Ma il progresso della sterlina contro l’USD è dovuto soprattutto alle vendite di USD; una svolta nell’interesse per l’USD dovrebbe ribaltare rapidamente i rialzi e spingere la coppia sotto quota $1,30, alla luce dei rischi continui per l’economia britannica legati alla Brexit e al Covid.

Altrove, l’oro ha ampliato il suo rally spettacolare raggiungendo un altro massimo, pari a $2075 all’oncia, e l’argento ha toccato i $29 all’oncia. È interessante notare che su entrambi i mercati non si registrano segnali di esaurimento, anche se il rally eccessivo richiede una discreta correzione ribassista quanto prima.

Il greggio WTI si consolida appena sotto i $42 al barile. S’intravedono solide offerte vicino ai $43 al barile, livello che corrisponde alla media mobile a 200 giorni.

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