Il mercato azionario continua a risultare sostenuto dai dati macro, puntualmente superiori alle attese. Ieri è stata la volta delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, nettamente migliori delle stime precedenti al rilascio degli analisti.
Ciò accade per il terzo mese consecutivo, ma a fare sensazione è soprattutto il margine con cui il dato rilasciato si è discostato dalle previsioni, e l’ampiezza del miglioramento: ben 12 dei 13 subsettori con cui si pubblicano i dati sulle vendite al dettaglio sono risultati migliori delle attese.
Questo è uno dei temi che abbiamo proposto a giugno come probabile catalizzatore della ripartenza del mercato azionario: le aspettative degli economisti erano state talmente depresse nel precedente, disastroso mese di maggio, che da quel momento in poi ogni rilascio di dati sarebbe risultato “sorprendente”, con la conseguenza di obbligare gli investitori a riformulare il loro giudizio sul mercato, comprando le azioni che precedentemente avevano venduto.
E si badi bene: questo fenomeno vale non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’area Euro, i paesi emergenti e il G10, come si desume dagli “Economic Surprise Index” rilasciati da Citigroup, e pubblicati sul Rapporto Giornaliero.
A Wall Street, nel frattempo, la scadenza ciclica del 12 ottobre ha puntualmente intercettato il minimo dal quale stiamo ora risalendo. Gli ultimi tre mesi di questo appassionante 2012 dovrebbero ancora ricalcare le previsioni formulate nell'Outlook di metà anno.