I prodotti commestibili aiuteranno i titoli legati alla cannabis nel 2020?

Pubblicato 07.01.2020, 15:51
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Nel 2019, gli investitori del settore della cannabis sono stati duramente messi alla prova. Se sono ancora in gioco, la sola domanda alla quale vogliono una risposta è: il 2020 sarà migliore o peggiore?

Quelli che propendono ad un’idea di miglioramento, soprattutto sul mercato canadese, parlano dell’arrivo dei prodotti derivati dalla cannabis sugli scaffali dei distributori. I cosiddetti prodotti a base di cannabis 2.0, tra cui prodotti commestibili e bevande, sono stati lanciati per la vendita ai consumatori nella principale provincia canadese ieri. Ed il lancio nelle altre province è imminente.

Ontario Cannabis Store, distributore provinciale ufficiale per la marijuana, ha messo in vendita un totale di 59 nuovi prodotti. I prodotti saranno disponibili per gli acquisti online dal 16 gennaio.

È previsto che la gamma di nuovi prodotti attragga un nuovo segmento di consumatori verso i prodotti a base di marijuana, anche i non fumatori. I prodotti commestibili, che avranno un margine di profitto molto più alto, dovrebbero aiutare le aziende canadesi che faticano a raggiungere la redditività. E dovrebbero rendere anche più difficile la concorrenza dei distributori del mercato nero.

Ottimismo per la legalizzazione USA

Gli ottimisti parlano anche del crescente numero di stati USA che continuano a procedere verso la legalizzazione. Otto (forse persino nove) stati terranno dei referendum per la legalizzazione della marijuana nel 2020. La maggior parte, se non tutti, probabilmente vedrà un annullamento delle restrizioni legali. Inoltre, la probabilità di una legalizzazione a livello federale farà un enorme passo in avanti. Tra gli stati che stanno pensando alla legalizzazione troviamo Missouri, Nord Dakota, Idaho e Wyoming.

Ma ci sono numerosi osservatori ed analisti del settore che affermano che il 2020 potrebbe essere peggiore, soprattutto all’inizio.

Mentre l’inizio del 2019 è stato caratterizzato da importanti accordi strategici di collaborazione con grandi operatori di altri settori (come i birrifici), l’inizio del 2020 dovrebbe vedere fusioni, consolidamenti e bancarotte. Ad alimentare questo sentimento contribuisce l’imminente carenza di denaro. Notizie di serre in vendita, licenziamenti e svalutazioni o scorte invendute non sono difficili da trovare. Per i grandi operatori, potrebbe trattarsi di una situazione in cui le cose peggioreranno prima di poter migliorare.

Due performance vincenti

Non tutte le compagnie nel settore della cannabis hanno passato un brutto anno nel 2019. Due aziende di estrazione sono state delle vere e proprie rock star: Valens Groworks (TSXV:VLNS) e Medipharm Labs (TSX:LABS).

Valens, con sede a Kelowna, Columbia Britannica, è una compagnia di cannabis integrata verticalmente e specializzata in sistemi di estrazione proprietari essenziali per il processo di infusione di altri prodotti con cannabinoidi e terpeni. Il titolo, scambiato sia in Canada che negli USA, ha visto un’impennata di oltre il 112% sui mercati OTC USA nello scorso anno, con ritorni di poco più del 105% sul TSX VIX Exchange a Toronto.

Valens Weekly Price Chart

Per quanto riguarda MediPharm Labs, con sede in Ontario, specializzata in concentrati di cannabis purificata, il titolo è schizzato di poco meno del 128% negli Stati Uniti e di oltre il 120% in Canada.

MediPharm Labs Weekly Price Chart

Entrambe le aziende hanno contratti con compagnie più grandi per estrarre oli che vengono poi utilizzati nei prodotti commestibili, nelle bevande e nei prodotti ad uso topico e che vedranno un forte aumento della domanda man mano che questi arriveranno sul mercato della distribuzione in Canada.

Valens ha inoltre ancora una valutazione per azione piuttosto bassa. Ieri ha chiuso a 3,45 dollari canadesi a Toronto, con un crollo del 4,7%, ed a 2,65 dollari USA, con un tonfo del 4,68% sulla giornata.

Anche MediPharm ha chiuso al ribasso ieri, con 2,93 dollari USA, un crollo del 6,54% sulla giornata. Ha chiuso a 3,79 dollari canadesi a Toronto, con un tonfo del 6,42% sulla giornata.

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