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Il petrolio cavalca la paura dell’inflazione; oro in range stretto

Pubblicato 06.06.2022, 14:06
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Investitori e policymaker aspettano i dati sull’inflazione USA questa settimana. Ma il mercato del petrolio anticipa la loro preoccupazione, toccando massimi pluri-mensili tra il divieto europeo sulle forniture russe, la cancellazione delle restrizioni per il COVID in Cina, la forte crescita dell’occupazione USA e l’inopportuno aumento del prezzo di vendita del greggio saudita.

WTI Weekly TTM

La lettura di maggio sull’indice sui prezzi al consumo, attesa venerdì, sarà seguita alla ricerca di ulteriori segnali di consolidamento, dopo la crescita dell’8,3% sull’anno ad aprile.

È stata la prima volta che l’indice IPC si è allentato da agosto, quando aveva rivelato una crescita annuale del 5,3%. Alcuni economisti si aspettano che la lettura di maggio sia un po’ più debole, con una crescita annua dell’8,2%.

Ma già prima dei dati, i timori per l’inflazione si fanno sentire, con i prezzi del greggio sopra i 120 dollari al barile, un livello che non si vedeva da inizio marzo, dopo l’invasione dell’Ucraina che aveva innescato le sanzioni dell’Occidente contro il petrolio russo e l’indice IPC ai massimi di 40 anni.

Nella seduta asiatica di questo lunedì, il Brent, il riferimento globale del greggio, sale di 72 centesimi, o dello 0,6%, a 120,44 dollari al barile. Aveva precedentemente raggiunto il massimo della seduta di 121,85 dollari. Sull’anno in corso, il Brent è rimbalzato del 52%.

Il West Texas Intermediate, il riferimento del greggio USA, sale di 66 centesimi, o dello 0,6%, a 119,53 dollari al barile, dopo un picco intraday di 121 dollari. Il WTI è schizzato del 57% finora quest’anno.

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L’Arabia Saudita ha alzato il prezzo di vendita ufficiale (OSP) del suo greggio Arab light all’Asia ad un sovrapprezzo di 6,50 dollari rispetto alla media dei riferimenti di Oman e Dubai, in confronto ai 4,40 dollari di giugno, secondo quanto reso noto ieri da Aramco (TADAWUL:2222).

L’OSP di luglio è il più alto da maggio, quando i prezzi avevano toccato i massimi storici per i timori di un’interruzione delle forniture dalla Russia a causa delle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina.

L’aumento di prezzo arriva malgrado la decisione della scorsa settimana dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed alleati, l’OPEC+, di aumentare la produzione a luglio e agosto di 648.000 barili al giorno, o il 50% in più di quanto previsto inizialmente.

L’Iraq venerdì ha detto che intende alzare la produzione a 4,58 milioni di bpd a luglio.

I produttori petroliferi stanno “battendo il ferro finché è caldo”, scrive Avtar Sandu di Phillip Futures a Singapore, nei commenti riportati da Reuters.

Sandu aggiunge che la domanda per la stagione di guida estiva ed il mercato del lavoro resiliente negli Stati Uniti, insieme all’allentamento dei lockdown per il COVID in Cina, contribuiscono al rialzo del petrolio.

L’unico elemento ribassista per il petrolio sembra la notizia che l’italiana Eni (BIT:ENI) e la spagnola Repsol (BME:REP) potrebbero cominciare a spedire petrolio venezuelano in Europa già il mese prossimo per compensare la perdita di quello russo.

Tuttavia, non ci si aspetta volumi alti, hanno riferito delle fonti a Reuters.

“I prezzi di Brent e WTI si avvicinano ai massimi post-Ucraina”, scrive Jeffrey Halley di OANDA in una email ad Investing.com.

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Il petrolio ha iniziato il settimo mese di rally rialzista, salendo con sei settimane di chiusure positive e 130 dollari come prossimo obiettivo, dice Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com.

“La lunga azione di prezzo della settimana appena terminata ha ulteriormente consolidato un forte slancio rialzista che mira a ritestare i livelli di 123 - 124,50 e 127 dollari prima di puntare a 130 dollari se dovesse ottenere un supporto adeguato”.

Le letture stocastiche, dell’indice di forza relativa e delle medie mobili supportano ulteriori rialzi, aggiunge.

“In settimana, 115 dollari farà da supporto. Ma una debolezza sotto 111 dollari metterà un freno al rally e lo slancio si trasformerà in correzione, esponendo il petrolio a 100 dollari o meno”.

Oro ad un punto di inflessione

Gold Weekly TTM

I future dell’oro di giugno restano in range stretto questo lunedì, nel territorio dei 1.850 dollari l’oncia, mentre gli analisti si aspettano un ribasso nei prossimi giorni dato l’imminente aumento dei tassi della Federal Reserve il 15 giugno.

L’oro di giugno è salito di 6,55 dollari, o dello 0,4%, a 1.856,75 dollari. Venerdì, è sceso di 21,20 dollari, o dell’1,1% e dello 0,4% sulla settimana.

Per Dixit l’oro si trova ad un punto di inflessione e potrebbe arrivare a 1.800 dollari o persino salire a 1.900 dollari.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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