Il 2021 potrebbe essere l’anno in cui il settore della cannabis legale diventerà per davvero un autentico settore dell’economia statunitense?
Se dipende dall’eventualità che arrivi finalmente una legalizzazione federale, allora la risposta non è ancora del tutto chiara. Non ci sono tempistiche definite, soprattutto se i Repubblicani dovessero mantenere il controllo del Senato.
Ma questo potrebbe non essere l’unico fattore, non più.
Perché il settore della cannabis ha preso slancio. E, man mano che lo slancio aumenta, la legalizzazione federale diventa sempre meno una questione di “succederà?” e sempre più un “quando succederà?”. Ma resta una questione, e anche piuttosto controversa quando si tratta di raccogliere capitale.
Ma vediamo come sta aumentando lo slancio.
Uno dei maggiori fattori di slancio è arrivato proprio questo mese, quando la Camera dei Rappresentanti USA ha approvato il MORE Act (Marijuana Opportunity, Reinvestment and Expungement Act).
Sebbene debba ancora essere approvato dal Senato per diventare legge, è la prima volta che una camera del Congresso USA ha votato per depenalizzare la marijuana.
Aggiungiamo il fatto che il nuovo governo Democratico si è già detto a favore del settore della cannabis legale e la strada per la crescita del settore diventa molto più facile.
Inoltre, a novembre, altri cinque stati hanno votato per legalizzare la cannabis a livello statale. Questo porta il numero di stati complessivi a 35 e altri lo faranno nel 2021.
Con la maggior parte degli americani che vive in zone in cui la cannabis è legale, questo slancio non farà che aumentare: infatti, perché mai uno stato dovrebbe lasciarsi scappare le entrate fiscali legate alla legalizzazione e stare a guardare il suo vicino trarne vantaggio? E, considerate le pressioni sui bilanci statali per via della crisi del COVID-19, continuare ad opporre resistenza diventa sempre più difficile da giustificare.
Per avere un’idea, consideriamo il fatto che, nel 2019, il Colorado, che ha legalizzato la marijuana nel 2014, ha raggiunto una pietra miliare. L’anno scorso ha infatti ottenuto un miliardo di dollari di entrate fiscali statali dalla vendita legale di marijuana.
Il fatto che più stati legalizzeranno la sostanza significa che il terreno di gioco si espanderà e che ci saranno potenziali accordi per entrare in questo campo. E che lo slancio continuerà ad aumentare.
In effetti, secondo un report di S&P Global Market Intelligence, il tasso di fusioni ed acquisizioni dovrebbe accelerare nel settore della cannabis nel 2021.
Si legge nel report:
“‘Si tratta di un mercato in rapido consolidamento’, ha affermato in un’intervista il vice presidente ed amministratore delegato di Columbia Care Nicholas Vita. ‘Pensiamo che fusioni ed acquisizioni proseguiranno ad un tasso piuttosto rapido”.
L’autunno scorso, Columbia Care (OTC:CCHWF) ha acquisito The Green Solution, una grande società di cannabis in Colorado, con un accordo del valore di 162,8 milioni di dollari, secondo Market Intelligence. Columbia Care ha inoltre annunciato l’intenzione di acquisire Project Cannabis, con sede a Los Angeles.
Aumenta lo slancio globale
Ci sono movimenti anche su scala globale.
A dicembre, le Nazioni Unite hanno votato per riclassificare la marijuana, fissando il quadro per le modalità con cui può essere regolamentata.
Sebbene considerata una mossa perlopiù simbolica, la riclassificazione dell’ONU permetterà a sempre più paesi di effettuare ricerche sui benefici terapeutici della cannabis, contribuendo allo slancio.
In definitiva, anche se il settore della cannabis nel 2019 non è stato all’altezza della performance del 2018 che aveva acceso l’interesse degli investitori, la sua capacità di rimettersi in piedi durante la pandemia che ha segnato la maggior parte del 2020, insieme al supporto economico che continua a ricevere, rende le prospettive per il 2021 molto più rosee. Aspettiamoci che le società si consolidino e si espandano, man mano che crescerà l’accettazione da parte dei consumatori.