Market Brief
In calo la stima flash del PMI manifatturiero cinese
Il rally del dollaro, generato dai verbali della Fed, continua anche oggi dopo che la debolezza dell’indice manifatturiero cinese ha innescato la vendita delle valute dei mercati emergenti ad alto rendimento. Il PMI manifatturiero elaborato da HSBC/Markit è sceso al minimo di tre mesi, attestandosi a 50,3 punti, significativamente inferiore ai 51,5 punti previsti (rilevamento precedente: 51,7). La debolezza ha riguardato tutte le voci, anche se i nuovi ordinativi hanno fatto registrare una debolezza marcata, in calo a 51,3 punti dai 53,7 (pur rimanendo sopra la soglia d’espansione a 50 punti) nel mese di luglio. Si tratta di un dato preocuppante perché i nuovi ordinativi costituiscono un barometro della domanda interna ed estera. Poiché la ripresa economica cinese appare instabile, gli investitori si sono rapidamente allontanati dalle rischiose valute dei mercati emergenti. Detto questo, i mercati azionari sono stati equilibrati; il calo dello yen ha aiutato il Nikkei a guadagnare lo 0,85%, mentre l’Hang e Shanghai cedono rispettivamente lo 0,75% e lo 0,67% (mentre scriviamo). In avvio di seduta in Europa, i futures sull’S&P sono in lieve rialzo. Per gran parte della seduta l’EUR/USD è stato venduto, in scia alla pubblicazione dei verbali della Fed, da cui è emerso un intenso dibattito per dare avvio al ciclo di restringimento “quanto prima”. L’EUR/USD ha trascorso gran parte della seduta asiatica intorno al manico a 1,3250 mentre gli operatori si preparano alla stima flash sui PMI dell’Eurozona. Attualmente il mercato è pesantemente corto sull’EUR, quindi una sorpresa al rialzo dovrebbe innescare discrete ricoperture di corti. L’USD/JPY era già a 103,80 dopo i verbali aggressivi della Fed, poi però non è riuscito a trovare acquirenti per sfidare il livello a 104,00. Tuttavia, visto che lo yen è la valuta di finanziamento preferenziale e considerando le previsioni di un rialzo dei rendimenti USA, ormai il test della resistenza di breve termine è solo questione di tempo. Sempre per quanto riguarda il Giappone, i dati indicano che la scorsa settimana gli investitori hanno continuato ad acquistare investimenti stranieri, con un incremento di 660 mld di yen in bond stranieri e di 263 mld di yen in azioni straniere. Come previsto, l’AUD/USD è sceso a 0,9238 sull’onda del PMI cinese in calo, anche se l’indice predittivo del Conference Board è salito dello 0,4% m/m a giugno, dopo l’incremento dello 0,2% registrato a maggio. Permane la debolezza delle materie prime, il petrolio è sceso a 102 USD perché le forniture abbondanti e il rallentamento della domanda (cui si sommano i dati preoccupanti pubblicati in Cina) danneggiano i prezzi.
PMI di Eurolandia
Durante la seduta europea gli operatori monitoreranno gli indici PMI e la fiducia dei consumatori riferiti all’Eurozona. Nel complesso, si prevede debolezza su entrambi i fronti, il che suggerirebbe un ulteriore deterioramento della situazione economica in Europa. Ciò dovrebbe alimentare nuove speculazioni su stimoli dalla BCE e creare aspettative su ciò che dirà domani il presidente della BCE Draghi a Jackson Hole. Nel Regno Unito, le vendite al dettaglio (esclusi i veicoli) potrebbero invertire la flessione, crescendo dello 0,4% m/m e del 3,5% a/a a luglio. I verbali del Comitato di Politica Monetaria hanno segnalato un dissenso fra i membri, quindi sospettiamo che le ragioni a favore di un restringimento assumeranno maggiore peso nonostante i dati economici più deboli e quindi dovrebbero supportare la GBP. In Norvegia, gli investitori prevedono che il PIL continentale del secondo trimestre crescerà dello 0,6% t/t.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd